Fuori dai social
A differenza di quante ne ascolti e leggi ovunque (anche qui su LinkedIn) è ancora lì che accadono le cose migliori e più significative: fuori dai social media. Dove la vita è reale, le parole più genuine, le opportunità più concrete.
Mi guardo bene dal criticare i social perché li utilizzo e credo diano tante possibilità a tutti, (incluso chi prima non ne aveva) di essere in contatto con tanta gente, farsi conoscere, formarsi in maniera differente e molto altro. Il rischio, come per ogni strumento, è l’eccesso e il cattivo utilizzo che si rischia di farne. Il problema è che lo strumento diventiamo noi utenti… e purtroppo, quando parliamo di social media, questa è una assoluta e incontrovertibile realtà.
I social sono strutturati in modo da influenzarci e costringerci a passare online il più tempo possibile. Premiano il numero di interazioni invece della qualità del contenuto, fanno leva sull’ego con il sistema dei like e la dopamina facile che se ne ottiene: una vera dipendenza. Tutto è studiato e l’algoritmo decide e influenza pesantemente i comportamenti degli utenti che si muovono sulle piattaforme social. Immagina poi chi basa la propria attività professionale su questi meccanismi, cercando di comprendere le migliori strategie di reach, conversione e tutto questo perverso sistema di tecnicismi totalmente disinteressati al valore del contenuto. C’è da bruciarsi davvero il cervello e ogni tanto percepiamo chiaramente la puzza di fumo leggendo alcuni post. Molto facile così perdere la propria strada mentre si cerca quella preferita dall'algoritmo.
Per non parlare dell'autenticità e delle differenza tra ciò che si è e quel che si vuol mostrare. La gentilezza sbandierata sui social si trasforma spesso in invidia e critiche ad altri nella realtà. Gli inviti a staccare la spina per riposare vanno in contrasto con i post continui e le comunicazioni ininterrotte dei nuovi predicatori digitali (mai deludere l’algoritmo sulla frequenza della propria attività). Di esempi di scarsa autenticità ce ne sono altri, ma il concetto credo sia chiaro a tutti.
Insomma, i social media sono un fenomenale strumento per i primi contatti ma le cose migliori, quelle che creano impatti a lungo termine, continuano ad accadere nel mondo reale e grazie alle connessioni fisiche. Quando si comincia davvero a realizzare qualcosa, quando il networking fine a se stesso diventa selezione di professionisti con i quali collaborare o scambiare punti di vista, quando il tempo eccessivo dedicato allo scrolling e ai mille commenti sparsi che tanto piacciono agli algoritmi viene reindirizzato verso attività che portano ad azioni concrete e mirate nella realtà.
Ne ho visti già tanti di professionisti buttare tempo prezioso nel tentare la pesca a strascico che tanto affascina sui social media, ottenendo però tassi di conversione assolutamente inadeguati che non giustificavano l’investimento di tempo e denaro. Così come mi rendo conto che tanti altri professionisti fanno grandi numeri e ottengono ottimi risultati restando più legati al mondo reale e con una presenza equilibrata sui social media (se non quasi nulla e preferendo il profilo basso). Il business e il valore non passano per la quantità dei like, grazie al cielo, né per la visibilità sui social media.
In un mondo sempre più interconnesso e virtuale, la vera sfida è mantenere viva la connessione con la realtà. Le cose migliori e di impatto, quelle che arricchiscono davvero la nostra esistenza (e spesso anche il conto in banca), accadono ancora quando smettiamo di essere online e iniziamo ad agire nella realtà concreta.
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Esercizio. Quanto tempo investi sui social media? Quanto e cosa riesci a ottenere da quel tempo? Valuta attentamente i tuoi obiettivi nell’utilizzarli, l’uso che ne fai e il rapporto costi/benefici. Da lì puoi partire per rivedere la tua strategia e assicurarti di farne un utilizzo adeguato a ciò che hai in mente. Buon lavoro.
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ORIENTATORE CARISMATICO DELLA COMUNICAZIONE RADIOFONICA, MANUALE ANALOGICA E DIGITALE !!
3 mesiSPESSO LI SI VEDE COME UN FUMETTO. DIPENDE DI CHE TIPO. IN ALCUNI FUMETTI SI MUORE, IN ALTRI NO, IL PROTAGONISTA NON INVECCHIA MAI. NE È LA SUA MATRICE.