Fuori stagione
Christopher Home Douglas, nel 1872, accompagnando sua moglie verso sud paragonò l'espresso su cui viaggiava ad un ospedale.
Il treno, infatti, trasportava un flusso di ammalati che prendevano la via verso sud.
Fino alla prima metà del XIX secolo i viaggi a sud erano guidati da popolari guide mediche delle località invernali o da resoconti e taccuini di viaggi intrapresi dai vittoriani per evitare la 'gracilità'.
Douglas scrive in quel viaggio:
[...] pallidi uomini di Oxford erano crollati nel cammino [...] e giovani fanciulle si erano ammalate durante la loro prima stagione invernale [...].
Nelle sale d'hotel si parlava solo di 'bronchi, tosse, clima'.
Gli ammalati, insomma, erano i pionieri del viaggio a sud, un viaggio che accadeva d'inverno e non d'estate.
Un viaggio contrario a ciò che insegnò il novecento con le sue orde di migrazioni estive, quest'ultime nate solo come modello dalle ceneri dei regni delle culture mediterranee occupate da un imperialismo repressivo che spostò a nord tutto ciò che poteva.
Benessere, salute e cultura erano i principali motivi di viaggio verso sud, almeno fino alla prima guerra mondiale.
Viaggi autunnali e invernali, appunto.
Era conclamato che i viaggiatori vittoriani visitavano le località mediterranee evitando gli eccessi di caldo estivi e quindi partivano per il sud in autunno e inverno.
Ma c'era qualcosa di più sottile che spingeva, all'epoca, i vittoriani, a cercare il Mediterraneo e le sue montagne di mare, le sfumature dei suoi paesaggi collinari prima delle spiagge e viceversa la risalita di certe perifrasi di foschie dalla sabbia verso i picchi, i passi, le serre.
Quel qualcosa aveva a che fare con l'impressione perenne di non fare un viaggio verso un mondo altro, ma semplicemente di ritornare a casa.
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Robert Luis Stevenson, parlando di quei viaggiatori, sottolineava che questi in realtà cercavano cose 'con un tale piacere, che si potrebbe pensare stessero ritornando a casa dopo un periodo di assenza'.
Tutti loro, in realtà, in quel déjà vu, vi entravano attraverso la letteratura classica.
Le fonti classiche rendevano luoghi e persone così familiari da apparire come la 'propria casa', l'habitat naturale delle loro memorie.
Quegli 'inverni a sud', quei viaggi che per noi 'contemporanei' sono oggi semplicemente 'fuori stagione' erano in verità la normale visione del mondo di chi stava più a nord e tentava un ritorno verso la casa della propria anima.
Alcuni, anni dopo l'epoca vittoriana ed edoardiana, fra cui Freud, portarono quel 'viaggio verso sud' ad essere l'unico modo per poter ritrovare luoghi che potessero addomesticare la 'rimozione' del dolore interiore più profondo.
Freud, lo dichiara in diverse fonti, tenta di resistere a quel viaggio poiché sentiva nel profondo che quel viaggio gli avrebbe cambiato la percezione della sua intera vita.
Le sue tappe verso l'Italia e poi verso la Grecia erano tappe che in realtà potevano accadere solo alla luce di una conoscenza profonda della propria psiche e perciò del mito ancestrale e degli archetipi dell'essere.
Se la salute era il primo motivo di viaggio verso sud, in epoca vittoriana, quella salute, fra le due guerre di novecento, non riguardava più solamente il corpo, ma l’anima stessa.
Infermiere specializzato presso AZIENDA SANITARIA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
2 mesiGrazie per questo prezioso scritto che ci illumina di un passato che può essere il nostro presente... anche io sono attirata dal sud nei mesi freddi...
scuro
2 mesiIl sud attira come una calamita l'umano da sempre...
Consulente di Marketing Creativo presso Raccontipodcast.com
2 mesiTi ammiro perché offri sempre una visione inedita a una realtà storica precostituita, infedele, parziale. Attraverso la tua poesia si scorgono frammenti di concretezza. Grazie
Consulente di Marketing per Imprenditori Indipendenti
2 mesiQuanta verità, a cui non avevo mai pensato, vedo in questo tuo pezzo. Grazie per aver aperto un nuovo spiraglio attraverso il quale capire meglio chi siamo... da dove veniamo...
Corporate Sales Manager Italy presso Air Italy.
2 mesiFantasie che trovavano forma , colore , profumo , sorrisi più vividi dei sogni. Grazie