Generazione Z - Chi sono
Altre definizioni Centennials, iGen, Post-Millennials, Plurals
Periodo: 1997-2010
Le persone nate in questo periodo sono considerate dei nativi digitali, terminologia che spesso viene applicata, in modo erroneo, anche alla generazione precedente, quella dei millennials. Questi ultimi, infatti, sono sì nati in un mondo digitalizzato, ma hanno anche un ricordo di quando per tante attività non occorrevano strumenti tecnologici. I “centennials”, invece, sono nati e cresciuti tra tablet, smartphone, I-phone, che rappresentano una parte integrante della loro vita.
Sanno usare questi prodotti con estrema facilità, spesso non hanno bisogno di libretti di istruzioni per capirne il funzionamento. Un diffuso stereotipo su questa generazione (non molto apprezzato dalla stessa per la verità) è che impara ad usare lo smartphone prima di imparare a parlare. I ragazzi della generazione Z sono diversi dai loro predecessori, i millennials, nonostante tanti tendano a confonderli o a ritenerli uguali.
I millennials, generazione nata dal 1981 al 1996, hanno imparato a conoscere e ad usare computer, telefonino e altre tecnologie di pari passo con gli anni della loro crescita. La loro è stata una scoperta graduale. Un’altra cesura tra le due generazioni è l’11 settembre. Si fanno appartenere alla generazione Z tutti coloro che non hanno avuto la percezione diretta del dramma delle Torri Gemelle, ma che si sono presto confrontati, durante la loro crescita, con le conseguenze di quella tragedia, cioè con un grande sentimento di insicurezza dovuto alla diffusione del terrorismo su scala mondiale. Sono anche la prima generazione che non può più essere protetta dai genitori dagli avvenimenti esterni, in quanto la diffusione di internet e dei social permette loro di sapere sempre tutto di quello che avviene nel mondo.
Il loro modello di apprendimento sono i tutorial su YouTube, mentre gli influencer sono dei veri e propri guru da seguire per stile di vita, abbigliamento, marche da scegliere e opinioni. Sono considerati multitasking, cioè capaci di fare più cose contemporaneamente, come guardare la tv, parlare al telefono e leggere un libro. Il multitasking però è una cosa impossibile per il nostro cervello, perché gli è impossibile pensare e concentrarsi su due cose diverse contemporaneamente. C’è sempre una frazione di secondo di stacco in cui esso sposta la sua attenzione da una situazione all’altra. Chi fa multitasking, in sostanza, passa velocemente e in continuazione da una cosa all’altra, come in un rapidissimo scorrere di diapositive, dove c’è sempre tuttavia un momento di buio.
Siccome sono figli della tecnologia, mondo dove tutto cambia molto rapidamente, per fargli arrivare un messaggio bisogna essere molto rapidi e concisi. La loro soglia di attenzione è di 6-8 secondi (i millennials sono a 12). Per questo usano preferibilmente Instagram (con una foto si manda un messaggio), Snapchat (brevità delle frasi) ed emoticons. Sono più indipendenti dei loro predecessori e spesso finite le scuole dell’obbligo pianificano già di iniziare un’attività o un business. Vogliono essere indipendenti economicamente e andare via dalla famiglia. Come consumatori sono molto attenti alla qualità del prodotto e che impatto sociale ed ambientale esso abbia determinato (clima, lavoro minorile, deforestazione). Vogliono chiarezza ed onestà su questo aspetto e non esitano a fare recensioni, sia positive che negative su qualsiasi cosa. Sono cresciuti con la crisi economica e sanno perfettamente che nella vita dovranno arrangiarsi ed essere pronti a lavori diversi e nuovi. La retribuzione non è al primo posto nella ricerca di un lavoro, quanto la possibilità di avere anche una vita sociale soddisfacente. Al posto fisso non pensano proprio e per lavorare con loro bisogna tenere conto che le moderne tecnologie fanno parte integrante della loro vita. Per questa generazione è normale lavorare con uno smartphone appresso.
Sono attenti al futuro del pianeta e desiderosi di aiutare chi è in difficoltà, compreso il paese d’origine, dato che sono cresciuti con la crisi economica, le guerre al terrorismo, i fenomeni migratori, il continuo assottigliamento del welfare per rispettare i vincoli europei.