I denti neri di Elisabetta e altre disgrazie di moda

I denti neri di Elisabetta e altre disgrazie di moda

L’ostinata dentatura nera della sovrana inglese finì per diventare sinonimo di ricchezza e nobiltà da imitare, ma non è l’unico guaio odontoiatrico toccato a grandi figure del passato. Anche il Re Sole e George Washington ebbero lo stesso problema, e solo grazie all’avvento dell’odontoiatria i denti bianchi e puliti oggi sono considerati il punto di partenza della decenza


Di costumi da bagno femminili si inizia a parlare intorno alla fine del 1700. Ma è meglio chiarire: i primi erano soltanto abiti diversi che coprivano interamente il corpo di signore e signorine, gambe comprese. Il lungo e tortuoso processo per arrivare all’esordio dello scandaloso due pezzi, datato 1947, si è nutrito di polemiche, denunce, arresti e processi per oscenità.

Nulla che debba stupire. La storia stessa dell’umanità è disseminata di usanze, tendenze, atteggiamenti e oggetti che un tempo avevano significati o utilizzi totalmente diversi da quelli attuali. La musica – ad esempio - oggi letteralmente smaterializzata in algoritmi, per lungo tempo non poteva vivere senza dischi, musicassette e poi il CD, la radicale rivoluzione del lettore laser che a molti era sembrata già troppo. Così come è successo alle fotografie, ai telefoni e alle ricette di cucina, passate dai sacri quaderni della nonna a fare le fortune degli sforzi letterari dei cuochi, personaggi diventati artisti televisivi quando fino a pochi anni fa il percorso di studi per diventarlo raccoglieva spesso chi non aveva alcuna voglia di studiare.

Ancora di più, il concetto vale per il comune senso estetico, che da sempre si nutre di dell’emulazione, primo e infallibile principio del marketing. Intorno al 1578, un nobile tedesco ospite della corte reale inglese rimase assai colpito dalla dentatura nerastra della regina Elisabetta I, resa ancora più evidente dal pallore lunare del volto coperto dalla biacca. La sovrana, golosa di zuccheri, viveva con il continuo tormento del dolore e a nulla valevano i consigli del suo medico personale, che le proponeva almeno l’estrazione dei denti ormai impossibili da salvare. Elisabetta rifiutava, aveva il verecondo terrore del dolore fisico, malgrado quello a cui era costretta fosse perfino ben peggiore. Per tentare convincerla fu addirittura necessario il sacrificio di John Aylmer, l’anziano vescovo di Londra che accettò di farsi cavare un dente al cospetto della sovrana, anche se in bocca gliene restavano assai pochi.

Ma la parte più curiosa di questa vicenda non riguarda un periodo storico in cui la figura del dentista non esisteva, e chi proprio impazziva dal dolore in bocca era costretto a rivolgersi al barbiere o al fabbro, ma all’inevitabile effetto di emulazione che i denti neri di Elisabetta I e dei ricchi in genere - gli unici a potersi permettere lo zucchero, carissimo e introvabile - avevano sulla popolazione. Un po’ come oggi mostrare un capo d’abbigliamento griffato, avere in bocca denti neri e marci nel secolo del rococò significava appartenere ad una classe sociale elevata, che poteva permettersi zucchero in grandi quantità.

Un secolo dopo, per fortuna, la percezione di denti neri sinonimo di bellezza era ormai scomparsa da tempo, anche se il concetto inesistente di igiene orale e la completa mancanza di odontoiatri continuavano a mietere vittime eccellenti. Luigi XIV, il Re Sole che per 72 anni regnò sulla Francia, soffriva dello stesso disturbo della collega di sangue blu inglese. Più accondiscendente di Elisabetta, riuscì a farsi convincere sulla bontà delle estrazioni e nel 1685 rimase senza denti nell’arcata superiore sinistra. A gioirne, secondo gli storici, non furono solo i medici personali del sovrano, costretti a sorbirsi decenni di dolori e insulti reali, ma l’intera Francia: in base ad alcune ricerche multidisciplinari che hanno coinvolto esperti di storia, medici e scienziati, non è affatto escluso che le fortissime infezioni abbiano spinto il Re Sole verso scatti d’ira epocali, come l’improvvisa revoca della libertà di culto in tutta la Francia che di fatto diede il via a un periodo di persecuzioni brutali.

Eppure, è proprio al Re Sole che si deve la nascita ufficiale dell’odontoiatria: dopo aver accolto una scintillante dentiera, un sorriso regolare, i denti bianchi e la bella presenza diventarono il passepartout della nobile società parigina, facendo anche la fortuna di Pierre Fuachard, padre della scienza odontoiatrica, il primo a definirsi “dentista” ma primo anche a far sedere i pazienti su una sedia reclinabile e addirittura ad inventare cinque strumenti per l’estrazione ancora oggi in uso.

Questa storia non sarebbe completa senza la figura leggendaria di George Washington, primo presidente americano il cui nome è incluso nel ristretto elenco dei padri della patria. Afflitto da pesanti fastidi di ortodonzia, dai 22 anni in poi era stato costretto ad accettare almeno un’estrazione all’anno, fino ad arrivare all’appuntamento con la storia, nel 1789, senza più un dente in bocca. Secondo la leggenda, Washington prestò giuramento con una dentiera in legno, anche se in base ad alcune ricerche storiche sembra più probabile che ne avesse una realizzata con denti umani, estratti ai morti e venduti sul mercato nero dai profanatori di tombe. In qualsiasi caso, ciò che Washington si era trovato fra le mandibole era sicuramente instabile e per questo assai doloroso: il suo discorso di insediamento si limitò a 135 parole, il più veloce in assoluto nella storia americana. Di più non era riuscito a dirne.

Diego Parassole

Speaker e consulente. Narratore di stranezze umane, capricci neurali, vertiginosi cambiamenti, originali modi per stare al passo.

1 anno

Bellissimo articolo. Ieri mi si è rotto un dente. Domani vado dal fabbro😀 Spero che non mi faccia anestesia a martellate!😀

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Germano Longo

Altre pagine consultate