I risparmiatori in barca. Per non parlare di Minsky
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Ne "L'Infinito" Giacomo Leopardi terminava così una delle sue composizioni più memorabili.
Lo stesso potremmo dire oggi della “infinita” (dura da una dozzina d’anni) salita dei mercati azionari.
Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi (Recanati il 29 giugno 1798 - Napoli il 14 giugno 1837), in una fotografia in età matura. Il poeta possedeva una mente non comune ed arrivò ad imparare da autodidatta il greco antico e l’ebraico, con il solo supporto di una Bibbia poliglotta presente nella biblioteca di famiglia.
Il mare, sul quale stanno veleggiando gli investitori, è quello della liquidità disponibile per gli investimenti finanziari.
Il pessimismo, diremmo quasi “leopardiano”, ha improntato le scelte dei risparmiatori per tutto l’anno passato conducendoli ad allocare i propri patrimoni in attività prevalentemente prudenti (o supposte tali...).
Basti pensare che nel solo 2019 più di 1.000 miliardi di dollari, in tutto il mondo, sono affluiti nelle casse dei fondi monetari ed obbligazionari mentre più di 140 sono usciti da quelle dei fondi azionari.
Le obbligazioni sono state di gran lunga l’investimento preferito negli ultimi anni…
Questo spiega, almeno in parte, la serenità con la quale i mercati hanno affrontato le schermaglie che hanno coinvolto gli Stati Uniti e l'Iran nelle ultime settimane.
Anche Ray Dalio, uno dei più noti “guru” di Wall Street, non sempre tenero nei confronti dei mercati, ha in questi giorni dichiarato che “cash is trash”, la liquidità è spazzatura, e gli investitori dovrebbero reinvestirla gradualmente in azioni di società solide.
E non è certo il solo, tra i professionisti degli investimenti, a considerare le borse (malgrado la loro ascesa e la possibilità di una “salutare” correzione, magari dovuta ai timori di diffusione di una nuova epidemia provenienti dalla Cina) più interessanti dei titoli obbligazionari.
L’ottimismo dei “traders” (professionisti che negoziano le azioni sui mercati) è salito molto negli ultimi mesi.
Il meccanismo risulta ora sufficientemente chiaro: i capitali "parcheggiati" in titoli con rendimento vicino allo zero sono davvero enormi e sono pronti a cercare impieghi più redditizi nei mercati azionari, in special modo quando le borse si indeboliscono.
E così facendo i listini riprendono quota e, azzerando le perdite, tornano a salire....
A quanto detto va aggiunto il supporto che le banche centrali (dopo avere brevemente provato a ridurlo nel 2018) continuano a fornire al mercato, mantenendo il livello dei tassi di interesse ai minimi storici (o, come negli USA, nelle loro vicinanze).
Liquidità mondiale e ciclo economico: La liquidità messa in circolazione dalle banche centrali nel mondo dovrebbe favorire un miglioramento della crescita economica nei prossimi mesi; sino al prossimo “momento di Minsky”?
C’è però anche chi teme che tutto ciò finirà per provocare un nuovo “Minsky Moment”.
Hyman Minsky era un economista statunitense (di origini russe) che sosteneva che la liquidità (e la speculazione sui mercati finanziari e del credito) fosse la variabile più importante ad influenzare l’andamento dell’economia reale (generando i “cicli economici” e le recessioni).
Le teorie di Hyman Minsky sulle crisi economiche sono state poco considerate sino alla sua morte, nel 1996. La sua celebrità postuma è arrivata, in particolare, dopo l’ultima crisi finanziaria del 2008. Si potrebbe sintetizzare il suo pensiero con “La stabilità è destabilizzante”: quando l’economia è stabile si allentano i freni ed i controlli e si diventa eccessivamente fiduciosi nel futuro ponendo così i semi per la prossima recessione…
L’eccesso di liquidità porterebbe prima o poi ad un eccesso di ottimismo e, in ultimo ad un “Momento di Minsky” (quello nel quale i mercati crollano…).
I sostenitori di questa teoria sottolineano, infatti, come nessuna recessione dalla fine della seconda guerra mondiale al 1985 sia stata dovuta dall’instabilità degli investimenti e dalla speculazione finanziaria mentre successivamente non c’è stata recessione che non fosse dovuta a questi fattori.
Ma anche da questo punto di vista i dati sembrerebbero ancora confortanti e non preluderebbero ad una catastrofe imminente (l’economia mondiale starebbe solo ora beneficiando delle ultime massicce iniezioni di liquidità e dovremmo avere di fronte a noi un periodo favorevole).
E il naufragar m'è dolce...
Il manoscritto del 1819 de "L'Infinito" (nella sua seconda, definitiva, versione) di Giacomo Leopardi