Il "capo" accede senza consenso alla vostra casella di posta elettronica? Per Cassazione è reato
L'accesso abusivo alle caselle di posta elettronica del dipendente (cd. spazio informatico) avente una password personalizzata, da parte di chiunque ed anche da parte del superiore gerarchico, integra il reato di cui all'art. 615/ter codice penale, giacché la casella rappresenta uno ‹spazio› a disposizione, in via esclusiva, della persona, sicché la sua invasione costituisce, al contempo, lesione della riservatezza.
E' quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, Sezione V Penale, con la sentenza n. 13507/2016 mediante la quale ha rigettato il ricorso e confermato quanto già deciso dalla Corte d'appello di Bologna con la sentenza n. 3771/2016.
La pronuncia traeva origine dal FATTO che la Corte d'appello di Bologna, con la sentenza impugnata, in parziale riforma di quella emessa dal locale Tribunale, ha confermato la condanna del Responsabile dell'Ufficio di Polizia Provinciale di Bologna per accesso abusivo alla posta elettronica del proprio dipendente (reato di cui all'art. 615/ter, comma secondo, n. 1, codice penale), nonché per aver preso visione di messaggi contenuti nella casella di posta elettronica di quest'ultimo, riqualificando il suddetto reato ai sensi dell'art. 616 codice penale...
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