Il Decreto che destina ai contratti di filiera 1,2 miliardi di euro

Il Decreto che destina ai contratti di filiera 1,2 miliardi di euro

I contratti di filiera e distretto rappresentano, a mio parere, una di quelle opportunità che raramente capitano e che devono essere sfruttate anche in un momento delicato come questo.

Dialogando e confrontandomi quotidianamente con imprenditori percepisco le difficoltà che stanno - e stiamo - vivendo. Non si tratta di tenere acceso o spento il condizionatore, qui parliamo di aziende che sospendono le produzioni perché ormai troppo costose e, quindi, insostenibili. Questo non è un capriccio. Come successo per le materie prime, però, la questione assume dignità pubblica e di dibattito politico solo e esclusivamente quando è ormai emergenziale. Pensa che dell'aumento dei costi delle materie prime, come più volte riportato, gli imprenditori sono consapevoli da almeno un anno e mezzo mentre politicamente se ne parla solo da qualche mese. In queste condizioni è impossibile sperare in un intervento programmatico e, ancora una volta, alla fine della filiera, ogni imprenditore deve pensare a sé.

E qui torniamo a noi

Dicevo: nei dialoghi con gli imprenditori mi capita spesso di inquadrare una tematica che ritengo molto attuale e consequenziale al momento di crisi: il riposizionamento delle filiere e delle imprese del settore agroalimentare. A seguito della pandemia e della guerra in Ucraina, infatti, le imprese si stanno rendendo conto della necessità di trovare un posizionamento preciso sul mercato, un posizionamento che possa contemporaneamente sostenere il ciclo produttivo e assecondare le necessità del consumatore.

Da un lato, dunque, è necessario lavorare alla gestione energetica, innovazione, digitalizzazione e, più in generale, R&D. Dall'altro lato occorre commercializzare un prodotto che sia di qualità e sostenibile, così come sempre più pressantemente richiesto dai consumatori.

Una questione di filiera

Tutte le questioni enunciate, tuttavia, non sempre possono essere affrontate dalla singola impresa. Basti pensare proprio alla gestione dei costi delle materie prime, problema di filiera per antonomasia. E, attenzione, qui non intendo parlare di concorrenza sleale, tema peraltro ampio e interessante. In questa sede vorrei porre l'accento sulla gestione della filiera agroalimentare tramite accordi e investimenti congiunti. "Un'utopia!". Sì, in alcune zone del nostro Paese probabilmente sì ma non dimentichiamo due fattori:

  • vi sono aree in cui questa pratica è lo standard;
  • il momento di crisi può vincere molte resistenze a fronte degli enormi vantaggi competitivi.

Contratti di filiera e distretto e PNRR

Ecco perché oggi credo fermamente nell'importanza di parlare dei contratti di filiera e distretto.

I contratti di filiera e di distretto, istituiti con la legge finanziaria del 2003, articolo 66 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, sono uno dei principali strumenti di sostegno alle politiche agroindustriali gestiti dall'Amministrazione. Vengono stipulati tra i soggetti della filiera agroalimentare e il Ministero per rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare al fine di realizzare programmi d'investimento integrati a carattere interprofessionale e aventi rilevanza nazionale. I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

Qualche giorno fa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto di definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure per l'attuazione dei contratti di filiera previsti dal fondo complementare al PNRR.

Questo definisce l'accordo di filiera come "l’accordo sottoscritto dai diversi soggetti della filiera agroalimentare e/o agroenergetica, operanti in un ambito territoriale multiregionale, ivi comprese le Province autonome di Trento e di Bolzano, che individua il soggetto proponente, gli obiettivi, le azioni, incluso il programma, i tempi di realizzazione, i risultati e gli obblighi reciproci dei soggetti beneficiari".

Ancora, ecco la definizione del «Contratto di filiera»: il contratto tra il Ministero e i soggetti beneficiari che hanno sottoscritto un accordo di filiera, finalizzato alla realizzazione di un programma integrato a carattere interprofessionale ed avente rilevanza nazionale che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppi nei diversi segmenti della filiera in un ambito territoriale multiregionale.

I soggetti proponenti

Sono soggetti proponenti del contratto di filiera:

  • le società cooperative agricole e loro consorzi, i consorzi di imprese, le organizzazioni di produttori agricoli e le associazioni di organizzazioni di produttori agricoli;
  • le organizzazioni interprofessionali;
  • gli enti pubblici;
  • le società costituite tra soggetti che esercitano l’attività agricola e le imprese commerciali e/o industriali e/o addette alla distribuzione;
  • le associazioni temporanee di impresa tra i soggetti beneficiari;
  • le reti di imprese.

Gli interventi ammissibili

Sono ammissibili:

  • gli investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria;
  • investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e per la commercializzazione di prodotti agricoli;
  • investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli, nei limiti individuati nei provvedimenti;
  • costi per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli;
  • progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo.

Possono essere ammessi alle agevolazioni i contratti di filiera che prevedono programmi con un ammontare delle spese ammissibili compreso tra 4 milioni e 50 milioni di euro.

Conclusioni

In conclusione, dunque, mi pare sia opportuno approfondire il tema e pensare a potenziali investimenti in grado di garantire un riposizionamento programmatico, metodico, sostenibile e duraturo.


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