Il Decreto Trasparenza e i profili privacy e sicurezza

Il Decreto Trasparenza e i profili privacy e sicurezza

Per il nostro appuntamento informativo di Seac incontriamo Barbara Garbelli, Consulente del Lavoro, membro del Centro studi nazionale ANCL e autrice di articoli e pubblicazioni per l’editoria Seac, per mettere in luce i gli aspetti legati a sicurezza e privacy, connessi alle novità introdotte dal Decreto Trasparenza, che ha introdotto per il datore di lavoro l’obbligo di fornire al lavoratore una serie di informazioni relative al rapporto di lavoro.

Il Decreto legislativo 27 giugno 2022 numero 104, detto anche Decreto Trasparenza, ha riscritto la normativa in materia di informazioni da fornire ai lavoratori, in attuazione della direttiva europea del 2019.

Dopo una panoramica che analizza i contenuti di questo decreto e le circolari che lo hanno seguito, metteremo in evidenza gli aspetti più strettamente connessi alla privacy, alla sicurezza sul lavoro e ciò che ne consegue. Vedremo ad esempio cosa cambia per il datore di lavoro e per il titolare del trattamento del dato dal punto di vista dei sistemi di monitoraggio

Inoltre, poiché il Decreto trasparenza include nell’elenco degli elementi da fornire al lavoratore anche obblighi informativi in materia di formazione, capiremo in quali modi ed entro quali termini ciò debba avvenire e quali siano le implicazioni in tema di sicurezza sul lavoro.

Le novità introdotte dalla norma impattano sull’attività dei datori di lavoro, che devono confrontarsi con i documenti già presenti in azienda. Il datore dovrà entrare nell’ottica di fornire al lavoratore una sorta di welcome pack aziendale, nel quale siano compresi tutti i documenti necessari.

Sono previste specifiche tutele per i lavoratori dipendenti e più in generale con i lavoratori, e il Decreto legislativo ha un apparato particolare dal punto di vista sanzionatorio, che, vedremo, prevede tre tipologie di sanzioni, ad ampio spettro e potenzialmente di rilevante portata.

Più in generale, diventa fondamentale essere già in regola con quanto previsto dal DGPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati.

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