Il manager con gli stivali: rilettura del Marchese di Carabà
Le fiabe insegnano ancora qualcosa agli adulti?
Gianluca ne ha scelta oggi una speciale, per spiegare un concetto importante.
Ancora oggi in Italia, molte aziende non vedono di buon occhio la presenza del proprio management su LinkedIn. Mossa vista con sospetto: “sta cercando un nuovo lavoro, tagliamogli la testa!”, oppure “perde tempo sui social, è mica l’ora del tè”!
Gianluca è l’esempio di come un manager può promuovere, in modo virtuoso, la propria azienda.
Potrei star qui a spiegare come i propri collaboratori siano oggi le risorse più importanti per l’immagine di un’azienda e la paura dei social sia infondata e dannosa per le imprese italiane nel 2015.
Preferisco lasciare la parola a Gianluca e a Perrault.
Buona lettura.
( Prefazione di Luca Bozzato)
Leggendo le fiabe per fanciulli, ho trovato d'ispirazione la storia del "Marchese di Carabà", più comunemente nota come...
Il gatto con gli stivali
Credo sarà d’ispirazione anche a voi manager che volete capire come usare LinkedIn a vantaggio vostro e dell’Azienda in cui lavorate e di cui siete appassionati.
È una storia di astuzia e di vittoria, sia per i gatti che per i marchesi (o per i manager e le aziende, che è lo stesso).
Posso dire che dopo circa un anno su LinkedIn,
sostituendo alla proverbiale astuzia felina la sincerità che sta alla base di ogni comunicazione fra persone – soprattutto sui social –
mi sento il gatto (pardon, manager) con gli stivali della "Fabbrica Italiana Valvole"!
Quello che ne ho tratto io è questo: se un solo gatto (ehm .. manager) può ottenere così tanto per il suo Marchese, cosa succederebbe se avessimo cento di questi gatti?
Che impatto avrebbe per la tua Azienda se tutti i tuoi migliori collaboratori fossero online a parlare bene di te e di come sono contenti a lavorare per l’Azienda?
Ma questo è quel che ne ho tratto io: a te cosa evoca questa fiaba?
Scrivimelo nei commenti, parliamone.
Intanto ve la sintetizzo, tradotta dal creatore di Pinocchio.
Un mugnaio, venuto a morte, non lasciò altri beni ai suoi tre figliuoli che aveva, se non il suo mulino, il suo asino e il suo gatto.
Il minore dei fratelli ebbe solamente il gatto.
Il gatto gli disse con viso serio e tranquillo: "Non vi date alla disperazione, padron mio! Voi non dovete far altro che trovarmi un sacco e farmi fare un paio di stivali per andare nel bosco; e dopo vi farò vedere che nella parte che vi è toccata, non siete stato trattato tanto male quanto forse credete".
Appena il gatto ebbe ciò che voleva, s'infilò bravamente gli stivali, e [...andò dal Re e gli] disse: "Ecco, Sire, un coniglio di conigliera che il signor marchese di Carabà", era il nome che gli era piaciuto di dare al suo padrone, "mi ha incaricato di presentarvi da parte sua".
"Di' al tuo padrone" rispose il Re "che lo ringrazio e che mi ha fatto un vero regalo."
Il gatto in questo modo continuò per due o tre mesi a portare di tanto in tanto ai Re la selvaggina della caccia del suo padrone.
Un giorno avendo saputo che il Re doveva recarsi a passeggiare lungo la riva del fiume insieme alla sua figlia, la più bella Principessa del mondo, disse al suo padrone: "Se date retta a un mio consiglio, la vostra fortuna è fatta: voi dovete andare a bagnarvi nel fiume, e precisamente nel posto che vi dirò io: quanto al resto, lasciate fare a me".
Il Marchese di Carabà fece tutto quello che gli consigliò il suo gatto, senza sapere a che cosa gli avrebbe potuto giovare. Mentre egli si bagnava, il Re passò di là; e il gatto si messe a gridare con quanta ne aveva in gola: "Aiuto, aiuto! affoga il Marchese di Carabà".
A queste grida, il Re messe il capo fuori dallo sportello della carrozza e, riconosciuto il gatto, che tante volte gli aveva portato la selvaggina, ordinò alle guardie che corressero subito in aiuto del marchese di Carabà. Intanto che tiravano su, fuori dell'acqua, il povero Marchese, il gatto avvicinandosi alla carrozza raccontò al Re che mentre il suo padrone si bagnava, i ladri erano venuti a portargli via i suoi vestiti, sebbene avesse gridato al ladro con tutta la forza dei polmoni.
Il furbo trincato aveva nascosto i panni sotto un pietrone. Il Re diè ordine subito agli ufficiali della sua guardaroba di andare a prendere uno dei più sfarzosi vestiari per il marchese di Carabà. Il Re gli usò mille carezze, e siccome l'abito che gli avevano portato in quel momento faceva spiccare i pregi della sua persona (perché era bello e benissimo fatto), la Principessa lo trovò simpatico e di suo genio: e bastarono poche occhiate del marchese di Carabà, molto rispettose ma abbastanza tenere, perché ella ne rimanesse innamorata cotta.
Volle il Re che salisse nella sua carrozza, e facesse la passeggiata con essi. Il gatto, contentissimo di vedere che il suo disegno cominciava a pigliar colore, s'avviò avanti; e avendo incontrato dei contadini, che segavano, [li convinse a indicare come padrone il Marchese di Carabà...].
Il Re infatti domandò ai segatori di chi fosse il prato che segavano. "È del marchese di Carabà", dissero tutti a una voce.
"Voi avete di bei possessi", disse il Re al marchese di Carabà.
Il bravo gatto, che faceva sempre da battistrada, incontrò dei mietitori [e convinse anche loro a parlare bene del Marchese di Carabà...]
Il Re, che passò pochi minuti dopo, volle sapere a chi appartenesse tutto il grano che vedeva. "È del signor Marchese di Carabà", risposero i mietitori.
E il Re se ne rallegrò col Marchese. Il gatto, che trottava sempre avanti la carrozza, ripeteva sempre le medesime cose a tutti quelli che incontrava lungo la strada; e il Re rimaneva meravigliato dei grandi possessi del signor Marchese di Carabà.
Finalmente il gatto arrivò a un bel castello, di cui era padrone un orco, il più ricco che si fosse mai veduto; perché tutte le terre, che il Re aveva attraversate, dipendevano da questo castello. Il gatto s'ingegnò di sapere chi era quest'uomo, e che cosa sapesse fare: e domandò di potergli parlare, dicendo che gli sarebbe parso sconvenienza passare così accosto al suo castello senza rendergli omaggio e riverenza.
[L'orco, cadendo in un tranello del gatto...] si cangiò in sorcio, e si messe a correre per la stanza. Ma il gatto, lesto come un baleno, gli s'avventò addosso e lo mangiò.
Intanto il Re che, passando da quella parte, vide il bel castello dell'orco, volle entrarvi. Il gatto, che sentì il rumore della carrozza che passava sul ponte-levatoio del castello, corse incontro al Re e gli disse:
"Vostra Maestà sia la benvenuta in questo castello del signor Marchese di Carabà".
"Come! signor Marchese!", esclamò il Re. "Anche questo castello è vostro? Non c'è nulla di più bello di questo palazzo e delle fabbriche che lo circondano; visitiamolo all'interno, se non vi scomoda."
Il Marchese dette la mano alla Principessa; e seguendo il Re, che era salito il primo, entrarono in una gran sala, dove trovarono imbandita una magnifica merenda
Il Re, contento da non potersi dire, delle belle doti del Marchese di Carabà, al pari della sua figlia, che n'era pazza, e vedendo i grandi possessi che aveva, dopo aver vuotato quattro o cinque bicchieri, gli disse: "Signor Marchese! se volete diventare mio genero, non sta che a voi".
Il Marchese, con mille reverenze, gradì l'alto onore fattogli dal Re, e il giorno dopo sposò la Principessa. Il gatto diventò gran signore, e se seguitò a dar la caccia ai topi, lo fece unicamente per passatempo.
Godersi in pace una ricca eredità, passata di padre in figlio, è sempre una bella cosa: ma per i giovani, l'industria, l'abilità e la svegliatezza d'ingegno valgono più d'ogni altra fortuna ereditata.
Da questo lato, la storia del gatto del signor Marchese di Carabà è molto istruttiva, segnatamente per i gatti e per i Marchesi di Carabà.
Chi è il tuo Marchese di Carabà?
Immagina che successo può avere la tua Azienda se tutti i tuoi migliori collaboratori ne mostreranno pubblicamente gli aspetti positivi.
Pensi che ti sarà utile fare "Social Media Marquessing"?
(dall'inglese Marquess = Marchese)
;-)
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Piccolo manager, appassionato di innovazione e di buone relazioni sul social network "LinkedIn", sono specializzato in Qualità, Ambiente, Sicurezza e 231 grazie ai corsi di formazione seguiti per conto di Fabbrica Italiana Valvole.
Laureato in Discipline Economiche e Sociali dell'Università "Bocconi", sperimento su me stesso i cambiamenti che vorrei ispirare al mio prossimo.
Scopri i prodotti ed i servizi dell'Azienda in cui lavoro, seguendola su LinkedIn qui!
Ho scritto anche:
Admin @Flaco Edizioni 📚 Shiatsu Practitioner 🎎
4 anniIl manifesto, o meglio la fiaba dell'Employer Brand Ambassadorship. Un contenuto ironico e creativo che spero possa ispirare tanti manager e convincere tanti marchesi :)
Responsabile Commerciale - Ispezioni Certificazioni Test - Verifiche Periodiche Sicurezza Formazione
6 anniSono fermamente convinto che l’entusiasmo possa fare la differenza nella vita come nel lavoro e che l’entusiasmo dovrebbe essere diffuso in un’azienda, è benzina che alimenta le potenzialità di business. Quindi molto importante che i dipendenti in un’azienda siano entusiasti di lavorare per questa e che lo esprimano dentro e fuori l’azienda per generare altro entusiasmo, un ragionamento semplice ma molto potente. Trasposizione interessante, complimenti.
People Partner | Consulente HR Transformation | Coaching Organizzativo | Leadership Development~ Dare to Lead™
6 anniIl Social Media Marquessing mi piace molto :) D'accordo, il gatto forse fa un po' il furbo, ma diciamo che cerca una soluzione creativa !
Organization Architect, Design Scientist & Diversity Advocate | Curo i processi dell'organizzazione e li porto, con gentilezza e autorevolezza, a diventare più abilitanti e più sostenibili.
7 anniL'analogia è un potente strumento di creatività. Grazie Gianluca Gorlani ✓ per questa creativa forma di comunicare i tuoi contenuti.
packaging
7 anniBell'articolo caro Gianluca Gorlani bellissima la favola del manager con gli stivali e bellissima questa metafora utilizzata e descritta con simpatica ironia. Sono convinta che la tua sana e positiva leggerezza aiuti i tuoi lettori a lavorare meglio e concordo con te che per i giovani, l'industria, l'abilità e la svegliatezza d'ingegno valgono più d'ogni altra fortuna ereditata. Concludo citando la canzone di Marco Mengoni: "credo negli esseri umani"...... ciao Gianluca, complimenti e buona giornata.