Il progetto Google books non costituisce violazione di copyright
Così la Corte Suprema degli Stati Uniti ha chiuso definitivamente il capitolo che ha visto scontrarsi per più di un decennio Google e l’associazione "Author Guild" (un’associazione che tutela i diritti degli scrittori) sulla legittimità della scansione dei libri protetti da copyright senza il permesso dei loro autori, negando il ricorso dell’associazione contro la precedente decisione della Corte Federale d’Appello.
Si tratta di fair use. Questo è ciò che hanno decretato i giudici della Corte Suprema degli USA.
Secondo la Corte, infatti, con la scansione dei libri, Google non effettua una sostituzione sostanziale del prodotto originale, ma ne fa un "uso trasformativo", realizzando un vero e proprio scopo sociale, ovvero fornendo contestualmente un servizio pubblico e un nuovo pubblico agli autori, infatti, il motore di ricerca ha ridato vita a prodotti che spesso erano fuori stampa.
Questa decisione è la riprova che stiamo assistendo ad una vera e propria nuova concezione del diritto d’autore, non solo nel settore tecnologico, ma anche nelle arti figurative, musicali e letterarie, ecc. Agli autori, la possibilità di impiegare i motori di ricerca a proprio vantaggio, cercando di trarre il massimo ritorno d’immagine da tali impieghi dei loro prodotti creativi.