Il ritorno di Trump, il mondo col fiato sospeso, crisi in Germania: la settimana in 5 grafici

Il ritorno di Trump, il mondo col fiato sospeso, crisi in Germania: la settimana in 5 grafici

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"The Donald" è tornato

Un singolo ma cruciale avvenimento ha dominato le notizie di questa settimana: Donald Trump ha stravinto le elezioni USA2024 e sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Il tycoon newyorchese, già inquilino della Casa Bianca dal 2016 al 2020, ha rivendicato la vittoria nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 novembre, promettendo di portare una nuova “età dell’oro” negli Stati Uniti. Il ritorno di Trump è stato salutato da congratulazioni e messaggi di saluto da parte di numerosi leader mondiali. Ma al netto delle reazioni di circostanza, il secondo mandato del massimo esponente repubblicano avrà ripercussioni sulla politica estera americana tanto numerose, quanto imprevedibili. Leggi l'ISPI Daily Focus, la newsletter quotidiana di ISPI dedicata alla geopolitica e scopri il Dossier Speciale dedicato a cosa cambia per il mondo dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca.


L'Europa si riscopre più sola, il Medio Oriente è in guerra da un anno, la Cina attende le prossime mosse. Cosa aspettarsi dopo il ritorno di Trump? Scoprilo nel quarto episodio della serie speciale del Podcast Globally Focus con Paolo Magri, dedicata alle elezioni USA. Rivedi gli episodi precedenti e l'evento del 7 novembre a Palazzo Clerici.


Harris, anatomia di una sconfitta

Le elezioni americane hanno avuto un vincitore assoluto, ma anche una grande sconfitta. Diverse ore dopo il discorso della vittoria di Trump, quando ormai era chiara la portata della vittoria repubblicana nelle elezioni presidenziali e politiche americane, Kamala Harris ha riconosciuto la disfatta. Dopo quasi 24 ore di silenzio, la vicepresidente si è presentata a Washington, davanti ad una folla gremita di sostenitori, per pronunciare con il discorso più difficile della sua carriera, ma necessario a garantire la pacifica transizione dei poteri e il rispetto della fondamentale grammatica democratica. Sarebbe potuto essere il primo, storico intervento della prima presidente donna, nera e di origine sud asiatica degli Stati Uniti. Invece, si è trasformato nel suo discorso di concessione. Ma cosa è andato storto nella campagna democratica? Continua a leggere l'approfondimento.

L'economia non basta ai Dem

Gli Stati Uniti hanno vissuto un boom economico negli ultimi anni che in pochi si sarebbero potuti immaginare. Rispetto al periodo precedente alla pandemia, il reddito degli americani è cresciuto di oltre il 10%. Nessun altro Paese sviluppato ha goduto di un simile slancio. Eppure il partito del presidente in carica ha perso le elezioni. Non c’era da stupirsi, almeno dal punto di vista dell’economia: da anni la fiducia in Joe Biden sull’economia è ai minimi termini e Harris non ha potuto che confermare la linea del presidente visto il poco tempo a disposizione nella campagna elettorale e il ruolo marginale che è riuscita a ritagliarsi negli ultimi quattro anni. Continua a leggere l'ISPI Global Watch, la newsletter dedicata alla geoeconomia.

Che succede ora negli USA

Trump sarà dunque il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il predecessore di Joe Biden, sconfitto da quest’ultimo alle presidenziali di quattro anni fa, ha ottenuto la maggioranza dei voti del collegio elettorale, la cui soglia è di 270 Grandi Elettori. Ma cosa accadrà adesso concretamente? Una volta concluso lo spoglio elettorale gli stati certificano i risultati. Questo processo dovrebbe concludersi entro il 7 dicembre. Successivamente viene lasciato qualche giorno agli stati per risolvere eventuali controversie relative alla nomina dei grandi elettori. Il 17 dicembre i grandi elettori votano formalmente per il presidente e il vicepresidente, confermando il risultato delle urne. Il 6 gennaio, il Congresso si riunisce per certificare ufficialmente l’elezione del nuovo presidente. Infine, il 20 gennaio 2025 il presidente eletto presta giuramento. Durante queste settimane il presidente uscente rimane in carica per assicurare la continuità governativa. Leggi il post sulla nostra pagina Instagram.

Governo tedesco in crisi

Questa settimana il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha “licenziato” il ministro delle finanze Christian Lindner del FDP, aprendo una crisi nell'esecutivo. Al centro dello scontro se e quanto spendere per rilanciare l’economia, un tema sempre delicato da affrontare in Germania e che in questo caso ha portato al punto di rottura una coalizione ormai già fragilissima. Dalle elezioni del 2021, se il governo di Scholz si fosse spinto fino al limite del 3% del rapporto deficit/Pil, avrebbe potuto spendere in media 20 miliardi all’anno in più per stimolare l’economia. Che sia la fine del mantra del rigore fiscale? Scopri di più nel "Grafico del giorno", la pubblicazione quotidiana di ISPI su Telegram e WhatsApp.


Sono aperte le iscrizioni al quinto appuntamento di "Imprese e mercati: opportunità e sfide per il Made in Italy", l'iniziativa SACE, ISPI e Assolombarda dedicata al mercato indiano. Scopri di più.


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