Il solito?
A vincere è sempre l’abitudine, ciò che conosciamo, solo che noi non non vogliamo rendercene conto e da anni combattiamo una crociata sterile e presumibilmente altezzosa contro il nemico pubblico numero uno, la cosiddetta zona di comfort.
Essere convinti che, spianata questa recinzione medievale, ci si aprano i cancelli della città santa del futuro, ci induce a commettere un errore tremendo: scambiare nella culla l’innovazione con la rivoluzione.
E’ il 2021 e sicuramente negli ultimi due anni ci saremmo aspettati un sacco di cose , ma non di certo quanto è poi realmente accaduto; ecco che allora vale la pena soffermarsi su cosa abbiamo davvero voglia di portarci con noi e “ripensare”.
La rivoluzione nella sua accezione più pura è un evento traumatico, uno stravolgimento di un equilibrio precedente, che per carità a volte può anche portare a un miglioramento, ma se ci pensate anche il Covid-19 può essere visto come un punto di viraggio, andremo incontro a qualcosa di migliore ora? Può darsi, ma difficile dire se sia valso il prezzo del biglietto.
Per innovare dunque serve realmente creare così tanto scompiglio, serve davvero stravolgere, dare una pacca sulla spalla e dire con un sospiro da audace ottimista “fidati adesso è un po dura, ma dopo sarà tutto strepitoso”.
Aspetta e vedrai.
Spiegatelo alla mia cara nonna, che da anni ormai cerca di dialogare con la propria smart TV a comandi vocali, in un modo cosi umano e dolce che verrebbe voglia di travestirsi da telecomando ed eseguire al posto suo quanto chiede. Eppure la TV non ascolta, non esegue, non capisce in realtà, e non ha colpa di questo perchè conosce solo determinate cose, preimpostate, ma la mia nonna non lo sa.
Cosa c’è di inclusivo in tutto questo?
Dove attracca la nave democratica dell’innovazione per tutti?
Ad ognuno la sua fetta di modernità sia chiaro, ma ad ognuno, nessuno escluso.
Perciò proviamo a vedere un diverso tipo di rivoluzione, una che possa davvero scrivere le FAQ dell’innovazione globale; vediamo il senso astronomico del termine.
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Per fare ciò che è giusto ruotiamo con discrezione intorno al nostro interlocutore, come un satellite con il suo pianeta; osserviamolo, ascoltiamolo, nella sua quotidianità, nelle sue abitudini, solo allora avremo gli ingredienti giusti per costruire l’innovazione che cercavamo: quella che migliora la qualità della vita delle persone.
Tutto può subire una trasformazione digitale, ma perchè questa duri nel tempo e lasci un segno, deve partire dalle piccole abitudini quotidiane, migliorarle e ottimizzarle perchè possano rimanere impresse semplicemente sovrascrivendo quanto c’era prima, farebbero troppa fatica a trovare uno slot di memoria nuovo tutto per loro; dentro di noi non c’è quasi più spazio e il tempo richiesto per meritarselo sarebbe troppo.
“L’esistenza dell’oblio non è mai stata provata: noi sappiamo solo che alcune cose non ci vengono in mente quando le vogliamo."
Friedrich Nietzsche
Il retail 4.0 prende forma cosi, parte da quello che cattura la nostra attenzione quando usiamo il nostro smartphone e ci prende per mano facendo sì che varcando la soglia di un qualunque negozio possiamo ritrovare le stesse sensazioni e sorridere come quella sera in cui eravamo sul divano e volevamo tanto comprare quel paio di scarpe stupende appena lanciate; “si però vorrei provarle…”
I negozi sono geneticamente nella tradizione dell’esperienza di acquisto, storici, piccoli, grandi, moderni, vintage, accoglienti….connessi? A cosa poi?
Che si connettessero a noi che siamo in metropolitana, in macchina, al mare, in casa, al lavoro o in pausa pranzo, ma col telefono in mano! Noi siamo lì, dove pensano di venire a prendersi cura dei loro clienti se non lì?
Un negozio digitalizzato è un oste accogliente che conosce perfettamente i tuoi gusti, sa consigliarti senza essere invadente regalandoti un momento di shopping coinvolgente al quale saprai dare un valore 100 volte superiore a quanto gli avresti dato se tutto fosse passato solo attraverso uno schermo; sembra dirti “il solito?” e sarai tu che potrai decidere se proseguire la tua passeggiata o fermarti per provare quella cosa che tanto volevi dal divano di casa tua.
Retail 4.0 è mai più spaesati.
Digital Marketing Manager
3 anniSi, però macchiato Smart in tazza Retail, Grazie!