Inauguration, tra falsi amici e anglicismi inutili
Lo sappiamo tutti, l’era di Trump è ormai ufficialmente iniziata la scorsa settimana quando il Presidente eletto è diventato a tutti gli effetti Presidente degli Stati Uniti d’America. E spero che anche voi, come me, vi siate domandati come si possa “inaugurare” una persona…
Eppure diversi media italiani ci hanno raccontato la cerimonia di “inaugurazione” di Trump; Il Fatto Quotidiano riporta “In pochi all’Inaugurazione? Invenzione dei giornali”, ma addirittura il prestigioso Il Sole 24 ore titola “Trump subito all’attacco dei media: mentono sull’inaugurazione”. A metà strada troviamo invece Repubblica che, nel titolo dell’articolo, riporta felicemente dell’“insediamento di Trump” ma cade miseramente su “un’inaugurazione incredibile, con affluenza record e tantissime celebrity del cinema e della musica”. Insomma, non solo le testate minori sono cadute sul false friend ma anche importanti quotidiani sono inciampati sull’inaugurazione e non solo in queste elezioni (Internazionale ad esempio in riferimento al secondo mandato di Obama).
Persino le serie TV (e qui si potrebbe aprire un capitolo intero sulla qualità di adattamenti, sottotitoli ecc.) non mancano di deludere, come nel caso della bella serie di Netflix Designated Survivor che ci lascia a metà stagione con l’episodio “The Oath” tradotto con “L’inaugurazione”.
Ma se non si può parlare di inaugurazione di una persona, qual è il termine più corretto per inauguration?
Io propendo senza dubbio per insediamento che, stando al vocabolario Treccani, è “L’azione, il fatto di insediare o di insediarsi, nei vari sign. del verbo: i. in una carica, in una dignità, in un ufficio; la cerimonia d’i. del nuovo presidente; l’i. di tribù barbariche entro i confini dell’Impero romano”. Non è del tutto preciso invece utilizzare il termine giuramento che si riferisce solo a un momento dell’intera cerimonia.
Ma la questione non finisce qui perché i media italiani non si sono limitati a usare un falso amico e, come spesso accade, hanno puntato anche sull’inglese; sono infatti moltissime le occorrenze di inauguration day sui siti Web italiani o anche più semplicemente del sostantivo inauguration. Dal mio punto di vista – ormai lo sapete –è del tutto inutile, se non scorretto, usare l’inglese quando esiste un termine altrettanto adeguato in italiano.
E voi? Vi siete accorti di questo “svarione” della stampa italiana? Avete segnalato l’errore o avete traduzioni alternative da proporre? Scrivetelo nei commenti!
Questo post è la copia del post originale pubblicato sul blog di Traduzione Chiara per la rubrica #comesitraduce. Traduzione Chiara offre servizi di traduzione legale e finanziaria in lingua italiana.