Inflazione, recessione e forse… opportunità

Inflazione, recessione e forse… opportunità

Quest’anno, è ormai l’argomento che affrontiamo periodicamente, il rialzo dell’inflazione e le relative conseguenze.

Come abbiamo detto in altri episodi l’inflazione ha iniziato ad aumentare già alla fine dello scorso anno, dopo quasi un decennio praticamente a zero.

Il conflitto ha dato una forte accelerazione a ciò, causa l’aumento dei costi energetici per produrre e le relative ripercussioni sui prodotti finali.

Per combatterla, come dimostrano i movimenti delle Banche centrali, si aumentano i tassi d’interesse e di conseguenza diminuisce il potere di acquisto delle persone, se non aumentano i redditi oppure se non otteniamo rendimenti dai nostri investimenti.

Quest’anno la tempesta perfetta, calo degli asset obbligazionari a due cifre e mai visti, stesso discorso per quelli azionari.

Questa settimana la BCE ha aumentato i tassi di 0,50%, dichiarando che ci saranno altri rialzi nel corso del prossimo anno.

Si continua a parlare di una futura recessione, in parte ci siamo già, più o meno marcata in base a quelli che saranno i dati relativi ai consumi e di conseguenza alla crescita del PIL dei singoli paesi.

Sì, l’inflazione si combatte anche con il rialzo dei tassi, ma come abbiamo detto il rialzo quest’anno è molto influenzato dai costi energetici. Quindi forse sarebbe necessario cambiare strategia?

Considerazioni personali e che sono molto al di sopra delle nostre valutazioni e possibilità.

Però cosa possiamo fare e cosa dobbiamo analizzare per ammortizzare il più possibile l’impatto che abbiamo sui nostri risparmi e sul nostro poter d’acquisto?

In ogni fase storica di forti ribassi e incertezze ci sono sicuramente maggiori opportunità di quando i mercati sono ai massimi e le economie in piena crescita.

Iniziamo da quello che dovremmo fare e che molti di noi non hanno ancora fatto.

La pandemia e successivamente il conflitto in Ucraina ci ha reso tutti più vulnerabili, sotto tutti i punti di vista.

Lo diciamo da molto tempo, ma ancora non abbiamo sufficienti coperture previdenziali e assicurative. Continuiamo a rimandare.

I dati COVIP, cioè la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, a fine 2021 evidenziano che il 33% dei lavoratori dipendenti ha aderito alla previdenza complementare. Un dato in crescita ma ancora i due terzi dei lavoratori risulta scoperto.

Per i lavoratori che andranno in pensione nei prossimi 10 anni si prevede una pensione tra il 60-70% per i dipendenti e tra il 40-50% per gli autonomi.

Con il passare degli anni il divario sarà più ampio e quindi è indispensabile procedere in tal senso.

Il sostegno da parte dello Stato sarà sempre più basso e di conseguenza dovremmo anche ricorrere a coperture assicurative per tutelare i nostri beni e i nostri cari.

Sembrerà strano, ma noi italiani non siamo un popolo che ama il rischio, lo dimostra la predisposizione all’acquisto di titoli di Stato o comunque di titoli che garantiscono “un tasso” e quella relativa agli immobili. Considerati dalla maggior parte degli italiani il bene rifugio, ma non lo sono più da un pezzo.

Nonostante questo non ci assicuriamo e non ci tuteliamo.

Il 90% degli italiani utilizza i propri risparmi di fronte a un imprevisto medico, pochi quelli che sottoscrivono una polizza a tutela della salute.

Per non parlare delle polizze legate alla non autosufficienza oppure a quelle legate alla copertura in caso di evento estremo, la TCM che garantisce alla famiglia un importo nel caso venga a mancare il maggior percettore di reddito della famiglia.

Ai nostri figli e nipoti facciamo molti regali, spesso inutili, ma se pensassimo a un piano di accumulo legato al piano di studi finalizzato all’università oppure per una vacanza all’estero?

Ho riepilogato concetti e tipologie che abbiamo analizzato anche in altre situazioni, ma l’aspetto più importante in questa fase di forte incertezza riguarda l’aspetto dell’emotività che condiziona i nostri comportamenti.

La finanza comportamentale rappresenta quelli che sono gli studi inerenti le decisioni degli investitori in base ai loro comportamenti. Appunto, spesso legati all’emotività.

In questo momento, considerato di forte incertezza, è aumentata la liquidità nei conti correnti degli italiani. Si preferisce tenere i soldi fermi per la paura del rischio negli investimenti.

I tassi in rialzo hanno aumentato la predisposizione all’acquisto di Titoli di Stato che offrono rendimenti più alti dello scorso anno.

Tutto ciò può essere corretto, ma non ci permette di cogliere opportunità oppure di analizzare le nostre necessità.

Gli investimenti migliori, statisticamente, si effettuano sempre nei momenti di maggior difficoltà, quando possiamo acquistare a valori più corretti. Rispetto ai momenti di euforia, quando si acquista semplicemente perché lo fanno tutti, l’effetto gregge.

Le opportunità che possiamo valutare in questo momento riguardano le nostre esigenze e le nostre necessità future.

Programmare qualcosa oggi ci permetterà di avere ritorni maggiori per quello che riguarda gli investimenti e tutele per quello che riguarda la nostra serenità futura.

Ricordiamoci sempre che il nostro paese è tra gli ultimi posti al mondo come livello di cultura finanziaria.

La parola rimane sempre la stessa, pianificazione

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Rendiamo la finanza amichevole, alla prossima.

Alessandro

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La citazione di oggi, è la seguente:

Nel mercato azionario si hanno due scelte: arricchirsi lentamente o impoverirsi rapidamente.
Benjamin Graham

Il podcast:

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