Intelligenza artificiale: il processo per rendere il mondo più inclusivo e accessibile è già in atto
Per molti di noi, intelligenza artificiale significa solo progresso scientifico. Ma molte applicazioni dell’IA, sia in contesti privati che pubblici, dimostrano quanto questa tecnologia possa e debba diventare un potente motore di uguaglianza, accessibilità e inclusività.
Le soluzioni a comando vocale sono già un aiuto importante per chi soffre di disabilità fisiche; servizi di traduzione, sottotitolazione e interpretazione potenziati dall’IA consentono di abbattere le barriere linguistiche; sistemi intelligenti possono rendere più autonomi anziani e persone con danni neurologici.
Ma se vogliamo costruire un’intelligenza artificiale realmente inclusiva, dobbiamo costruire prodotti basati su assunti inclusivi e accessibili ed evitare il rischio di bias, ossia i pregiudizi, che rischiano di influenzare i modelli e i dati e ampliare le differenze e il gender gap. In altre parole, l’IA può facilitare il cambiamento e favorire la nascita di prodotti e soluzioni più inclusive e più accessibili per tutti, a patto che mettiamo in campo normative chiare, processi trasparenti e alti livelli di vigilanza.
È proprio sulla base di questi principi che negli ultimi anni Almawave, grazie all'intelligenza artificiale, ha ideato soluzioni e prodotti in grado di trasformare il modo in cui le persone accedono alle informazioni e interagiscono con i servizi, rendendoli inclusivi e adatti a ogni tipo di esigenza.
Almawave opera a tutto campo per garantire un accesso realmente universale all’informazione e ai servizi digitali:
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Ad esempio, le tecnologie in ambito “Speech & Voice” di Almawave offrono svariate applicazioni per facilitare la comunicazione con persone non udenti, non vedenti e con problemi di lettura e apprendimento.
Ma anche i LLM dell’azienda sono strumenti di grande valore per rendere ambienti pubblici e privati più accessibili e inclusivi.
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