Istinto e ragione: due cervelli ed una mente sola

Istinto e ragione: due cervelli ed una mente sola

Parafrasando una frase celebre potremmo dire che

l'istinto ha le sue ragioni, che la ragione non conosce

Cosa intendiamo quando parliamo di "due cervelli"?

Io ne ho avuto un chiaro esempio settimana scorsa:

Mentre stavo andando in macchina alle prove teatrali (si avvicinava il debutto !) ripetevo mentalmente le battute di un pezzo dello spettacolo che, per me, è particolarmente ostico.

Ammettiamolo, capita a tutti di guidare (e più in generale di agire) avendo la testa da tutt'altra parte.

Ed ecco che, in prossimità di un passaggio pedonale, si affacciano sulle strisce due ragazze che decidono di attraversare la strada.

Le vedo, scalo una marcia, rallento, controllo allo specchietto che la macchina dietro di me rallenti a sua volta, gestisco lo spazio allungando leggermente la frenata e mi fermo in sicurezza per consentire alle ragazze di attraversare la strada.

Tutto semplice, si è svolto in un solo secondo.

In quel momento mi sono reso conto che, inconsciamente, ho smesso di faticare mentalmente intorno al mio copione ed ho attivato un pilota automatico che ha condotto in piena sicurezza le operazioni di frenata.

Potrei addirittura dire che questo fantastico pilota ha agito al mio posto!

Vi ritrovate? Avete episodi simili da raccontare? Nel caso lasciateli nei commenti all'articolo.

Ecco, questo è un classico esempio dell'uso che tutti noi facciamo dei nostri due cervelli.

Provo a spiegarmi:

Secondo lo psicologo premio Nobel Daniel Kahneman, padre della finanza comportamentale, i nostri pensieri si formano attraverso due modalità separate e distinte, che lui stesso ha denominato Sistema 1 e Sistema 2.

Il Sistema 1 è veloce, inconsapevole, intuitivo e ci costa poca fatica.

Il sistema 2 è razionale, lento, consapevole, deduttivo e molto faticoso.

Per tornare al mio esempio personale, quando si è presentata un'emergenza ho smesso di usare il sistema 2 con cui fino ad allora stavo faticosamente imparando teatro per attivare il sistema 1 e reagire prontamente al cambio di scenario (frenata improvvisa).

Non ho chiaramente le competenze per addentrarmi in un percorso da psicologo o neuroscienziato ma mi preme qui evidenziare solo alcuni aspetti che, di riflesso, interessano tutti noi quando siamo chiamati a prendere decisioni

Due cervelli: ad ognuno il suo ambito

una prima domanda che molte volte mi sono posto è la seguente:

qual'è il sistema migliore?

la risposta è semplice. Nessuno dei due!

una mazza da baseball ed una palla costano un dollaro e dieci.

La mazza costa un dollaro più della palla.

Quanto costa la palla?

Ognuno dei sistemi ha delle importanti caratteristiche distintive che lo rendono efficace rispetto ad uno specifico contesto. Per frenare di colpo (ed in generale per reagire ad un'emergenza) il Sistema 1 - intuitivo è perfetto.

Per tornare al nostro esempio immaginatevi, con l'auto in movimento a 50 chilometri all'ora, iniziare a riflettere .. "dunque ... penso valga la pena schiacciare prima la frizione, poi frenare ... oppure meglio usare il freno motore ... riflettiamo ... "

Disastro!

Caro sistema 2, l'istinto ha le sue ragioni che la ragione non conosce!

Di contro per imparare compiti nuovi è necessario attivare proprio il sistema 2, quello che razionalmente ci guida verso soluzioni ragionate e complesse.

Due cervelli, due sistemi, due ambiti distinti, tutto facile?

Non proprio!

Come ricorda Kahneman il sistema 2 è faticoso, difficile da mantenere attivo e molto pigro.

Appena può, la mente preferisce affidarsi all'istinto, delegando spesso al sistema 1 decisioni che sono di competenza del sistema 2

Così alla domanda sul costo della pallina da baseball molti rispondono istintivamente: 10 cents, mentre la risposta corretta è 5 cents (ti assicuro, la risposta è 5 cents !)

Questo continuo affidarsi all'istinto, come puoi facilmente intuire, porta spesso ad approssimazioni ed errori di valutazione!

In generale lo stesso Kahneman ha dimostrato come le persone (anche le più esperte) facciano molta fatica a gestire efficacemente le probabilità che un evento avvenga.

Spesso sottostimiamo un evento improbabile (ritenendolo impossibile) oppure sovrastimiamo un evento altrettanto improbabile ma che ci è già accaduto di recente.

Di contro il sistema 1 è capace anche di usare quella che Daniel Goleman chiama "intelligenza emotiva", è cioè in grado di riconoscere al primo sguardo stati d'animo e sensazioni delle persone che ci stanno intorno.

Due cervelli da educare: il feedback

chiarito che siamo soggetti a scelte irrazionali un'altra domanda interessante è:

possiamo evitare di commettere questo tipo di errori?

Solo in modo estremamente parziale attraverso il feedback, ovvero la capacità del singolo individuo di riconoscere i propri errori una volta che sono stati commessi ed impegnandosi (attraverso il "dolore" per il ricordo della perdita) a non ripeterlo.

Questo elevato e costante livello di attenzione, comunque, è difficile da mettere in atto per il singolo individuo e lo è, a maggior ragione, per la società nel suo complesso.

Il meccanismo di ripetizione collettiva, tra l'altro, spiega molto bene il susseguirsi di bolle finanziarie che, come ho già raccontato, percorrono schemi di comportamento tipici e ricorrenti.

 Il limite dei due cervelli: Fallacia e bias

Cosa possiamo fare quindi?

ben poco se non riconoscere, direi prendere coscienza, che il percorso tra un set di informazioni date e la decisione conseguente è spesso costellato da scorciatoie ed approssimazioni della nostra mente (bias) e da errori di valutazione (fallacia).

Una volta conosciuti i principali modelli magari, qualche volta, scatterà un campanello d'allarme che riconoscerà lo schema e "sveglierà" il pigro sistema 2 per correggere un probabile difetto di valutazione!

Mi riprometto di scrivere degli articoli di approfondimento sui vari bias, qui voglio solo riportare a grandi linee quelli che anche il professor Kahneman indica come le principali deviazioni dal percorso di scelta razionale

Effetto Ancoraggio

devi sapere che, posta di fronte ad una valutazione incerta (per esempio la distanza tra Roma e Pechino), la nostra mente si ancora all'ultimo numero che ha sentito di recente, anche se non riguarda la domanda in questione.

Sembra incredibile ma è così!

Per farti un esempio, se facessimo le seguenti due domande

  1. la distanza tra Roma e Pechino è più o meno di 1.000 km?
  2. qual'è la distanza esatta?

probabilmente la risposta media sarebbe 2.500 km

facendo le stesse due domande ma modificando l'ancora in questo modo

  1. la distanza tra Roma e Pechino è più o meno di 12.000 km?
  2. qual'è la distanza esatta?

la risposta probabilmente risulterebbe in media di 9.000 km

Che tu ci creda o meno l'attribuzione di un valore all'interno di una domanda condiziona (effetto ancoraggio) la capacità di esprimere un valore arbitrario!

Effetto Disponibilità

Quando siamo chiamati a valutare un evento altamente improbabile siamo portati a sopravvalutare i rischi di cui abbiamo sentito parlare recentemente (vedi il calo dei biglietti aerei acquistati nelle settimane che seguono un incidente) e sottovalutiamo i rischi che non conosciamo, sostituendo pericolosamente il concetto di "improbabile" con quello di "impossibile".

In termini positivi, la vincita di un Jackpot fa aumentare le vendite dei biglietti della lotteria nei giorni immediatamente successivi (vedi un articolo dedicato al tema del jackpot).

La disponibilità o meno di informazioni altera la tua capacità di valutare la probabilità di un evento. Statisticamente, quindi, potremmo concludere che il mondo è più bello di come viene descritto dai telegiornali

Avversione alla Perdita

Ricordati che la maggior parte delle persone prova molto più dolore nel perdere 100 € di quanta felicità provi nel vincere la stessa cifra.

Molti esperimenti hanno dimostrato che, per convincere una persona a scommettere 100 € sul lancio di una sola monetina, bisogna offrire in media 200 € di premio, ovvero il doppio!

Di contro, sempre per l'avversione alla perdita, di fronte al "dolore" per la perdita certa derivante dalla sottoscrizione di una assicurazione molte persone preferiscono rischiare una perdita molto più elevata seppur incerta.

Effetto Framing

In termini statistici le seguenti due frasi sono identiche:

"hai il 60% di probabilità di superare la prova"

"hai il 40% di probabilità di fallire la prova"

Eppure nel primo caso la maggior parte di noi sceglierà di tentare l'esame mentre nel secondo caso la stragrande maggioranza desisterà.

Come è possibile una tale differenza?

Tutto dipende dalle sensazioni differenti, direi opposte, che le due comunicazioni ti fanno provare.

La cornice ("framing" appunto) in cui è posta la questione guida o perlomeno condiziona il tuo agire!

Quindi, ricordati che il modo di porre una domanda porta con se delle probabili reazioni differenti.

Ci sarebbero molti altri esempi da fare ma, come dicevo prima, l'obiettivo è solo quello di insinuare un dubbio, un motivo per attivare quel pigro Sistema 2.

Credo, infine, sia utile ricordare ancora che abbiamo due cervelli in una sola mente e che, come nel running, "la fatica si supera anche con un allenamento mentale ed il solo avversario con cui misurarti è dentro di te."

Qui trovi altri spunti di riflessione sui temi economici/comportamentali

#finanzacomportamentale #bias #euristica #decisionmaking

Donatella Ponterio

Teacher, Copywriter, NatureTherapy and walking coaching,

5 anni

Bell'articolo...! Provo ad intervenire... E se stessimo nel mezzo...? Cosa succede se attiviamo il #decisore interno che prima è testimone di ciò che accade e poi... Solo poi.. Agisce... Oltre i copioni? È il mio campo preferito...come trainer e come clinico. Perché sono certa che seppure non c'è molto controllo sui due cervelli... Ci può essere governo, e pure #innovativo...! Firmato... Una #timoniera 😊

MARCO SIRO FRIGOLI

QUADRO IV LIVELLO SVILUPPO UBI COMUNITA

6 anni

antonio ciao..... domani sera Progetto Itaca Milano ONLUS presenta IL CERVELLO SI RINNOVA CON Gianvito Martino....... postero i miei commenti.......

Davide Beretta

Fund Selector | Analizzo i migliori fondi comuni e ETF | Diffondo la cultura comportamentale nelle scelte finanziarie

6 anni

Ciao Giuseppe, Grazie delle belle parole. Come fund selector ho un angolo di osservazione particolare, dato che i miei "clienti" sono private bankers e colleghi di filiale, molto raramente clienti finali. Dal mio angolo evidenzio 3 caratteristiche interessanti: 1. La fatica dei colleghi di gestire il desiderio e la paura del cliente finale di prendere decisioni in autonomia (avere una palla da basket in mano non ti rende Lebron James, perché aprire un dossier titoli ti renderebbe abile come Warren Buffet?) 2. Rispettare la moneta più importante che possiediamo, ovvero il tempo (inteso come orizzonte di investimento) 3. La gestione e la comunicazione, da parte dei portfolio manager, delle strategie di portafoglio. Riuscire a comunicare efficacemente le proprie linee guida ai colleghi moltiplica l'impatto verso i clienti presso cui i private/colleghi si rivolgono Quindi Psicologia Fattore Tempo Comunicazione Da tutto questo e dall'osservazione di quanto materiale sul tema finanza comportamentale sia presente prevalentemente in inglese è nata l'idea di creare una piazza "virtuale" dove alimentare il dibattito e la conoscenza di questi argomenti. Ciao

Antonio Meleleo

EmotionalPower® & EasyProtection® - Neuroscience for Human Development

6 anni

Buongiorno Davide. Per favore posso chiederle una informazione sulla finanza comporramentale? Conduco da alcuninanni una ricerca approfondita sulla applicazione della psicologia comportamentale alla relazione quotidiana con i clienti e quando trovo una sensibilità come la sua, la curiosità scientifica si accende. Continuo ad osservare le best practies per capire come aiutare i consulenti e i clienti a fare scelte migliori. Quindi le chiedo: Lei come riesce ad applicare la finanza comportanentale con i suoi Clienti? Complimenti per il suo articolo e Grazie mille per l'attenzione AM

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