#ITALIANRIVIERA: PIETRA LIGURE, UN BORGO SEMPRE VIVO, PIENO DI BELLE SORPRESE E GRANDE ACCOGLIENZA
Pietra Ligure è probabilmente uno dei pochi borghi della Riviera di Ponente dotato di parcheggi: mi stupisco infatti, appena arrivata, di trovare un posto per la mia auto a ridosso del centro e a pochi passi dal mare, incredula e sollevata mi dirigo verso il centro e scopro che Pietra Ligure ha altre sorprese in serbo per me. Me ne accorgo subito, dopo essermi tuffata in un piccolo passaggio coperto, posto sotto l’Aurelia, che immette nel centro storico come una sorta di porta del tempo. Dai piazzali anonimi e assolati lungo il torrente mi trovo improvvisamente immersa nella frescura colorata del centro storico medievale. Scopro infatti che, a differenza di tanti borghi posti lungo la linea di costa, Pietra Ligure non si limita a correre parallela con il pur bellissimo mare, ma si presenta con una cinta muraria a pianta rettangolare, presidiata sull’angolo di nord ovest dall’antica rocca del Castello che si estende verso l’interno molto più in profondità di quanto si immagini.
Di tutto ciò mi rendo conto dopo essermi inoltrata nei caruggi che si intersecano perpendicolarmente, per poi aprirsi improvvisamente, nelle piazzette costellate da botteghe e localini. E’ una giornata d’estate e il richiamo del mare, di là dall’Aurelia e forte. L’arco inciso nelle mura a sud sembra la cornice di una marina. Esito un attimo sul ciglio della strada da cui intravedo le bancarelle poste lungo la passeggiata, ma nel tardo pomeriggio le piazzette, i bar e le stradine si animeranno con concerti, giochi all’aperto destinati ai bambini, stand gastronomici e decido di approfittare della calma postprandiale per fare una passeggiata nei carruggi, rimandando il tuffo ad un’ora meno afosa.
Non sono la sola: tante famiglie con i bimbi piccoli hanno preferito ripararsi dalla calura, sedendosi a gustare un gelato nella piazza davanti alla chiesa o sorseggiando una bibita ad un tavolino dei tanti bar. La calma e la pace di Pietra, come la chiamano confidenzialmente i suoi abitanti, si assaporano anche quando le piazze cominciano ad animarsi per gli intrattenimenti serali, dove si respira l’aria rilassata di un paese in cui i ritmi della vita sembrano ancora umani, ma di questo mi renderò conto solo più tardi. Adesso voglio esplorarla affidandomi al caso.
Mi dirigo verso ovest, in direzione della stazione, alzando lo sguardo verso l’alto scorgo un campanile medioevale che spunta, inaspettato, dal tetto di una casa. Misteri architettonici dei tanti passaggi storici che hanno attraversato la città e gli edifici, testimoniati anche dalle mura a nord, che sono un alternarsi di torrioni, case a torre, squarci ed infine la rocca su cui troneggiano ancora i resti del castello.
Pietra ligure non è solo il suo centro storico, ma anche le colline che la tengono al riparo dai venti gelidi del nord e da cui immagino si goda uno strepitoso panorama. Mi raccontano che li i Pietresi si rifugiarono nel 500 quando la città fu raggiunta dalla peste. A San Nicolò si deve la fine dell’epidemia e tutti gli anni viene celebrato il Santo con grandi festeggiamenti e la processione a cui partecipano le confraternite di tutta la Liguria.
Continuo a passeggiare attraversando la brezza appena accennata che si incanala nei carruggi su cui si aprono le porte di un fantasioso ceramista, di un negozio di modernariato, di una piccola ma ricchissima galleria d’arte, oltre alla libreria e al panificio che sforna la sardenaira, l’antica pizza ligure. Accanto i ristoranti da cui già si libera un sottile profumo di terra, di mare, basilico e pesci ad indicare che l’ora del pranzo è vicina. Arrivo nella piazza del Confuoco, nome enigmatico che sta ad indicare l’antica usanza di fare gli auguri al Podestà in occasione del Natale, cui seguiva l’accensione di un falò di alloro, dalle cui fiamme si raccoglievano i vaticini per l’anno a venire. Percorro un piccolo passaggio sormontato dai contrafforti che sorreggono le facciate delle case che si osservano l’una l’altra da una distanza più che intima.
Mi getto quindi nella luce nel mezzo pomeriggio che illumina il lungomare. Le persiane delle case sono tutte sigillate a conservare quel poco di frescura che ancora le antiche mura riescono a custodire. Il mare alla mia destra è ormai un richiamo irresistibile.
Gli stabilimenti balneari si susseguono uno affiancato all’altro. Ombrelloni e sdraio hanno ormai perso il loro ordine allineato del mattino e mentre i genitori sonnecchiano, i bambini giocano all'ombra, negli spazi attrezzati per loro. E’ l’ora ormai dell’aperitivo, mentre la luce comincia a farsi sempre più obliqua per andare ad illuminare anche gli spazi più interni dei vicoli. Guidata proprio da questo ultimo bagliore della giornata mi imbatto nel bar che non ti aspetti, lontano dai luoghi dove i turisti di solito si radunano. Anni 70/80, ecco l’atmosfera che improvvisamente mi avvolge insieme alla sensazione di essere approdata in un luogo familiare, dove tutti si conoscono e la lingua che si parla è proprio quella del posto. Mi accomodo all’esterno dove la brezza marina si mischia al tepore degli ultimi raggi di sole. Stefano, il proprietario, mi raggiunge immediatamente. Mi faccio guidare dai suoi consigli e attendo fiduciosa l’aperitivo che, mi dicono gli altri clienti, abbia il pregio di essere preparato in maniera assolutamente personalizzata. E le aspettative sono soddisfatte: su un vassoio di ardesia cominciano ad arrivare, uno dopo l’altra, tartine di ogni tipo, salumi e prodotti del territorio, di inequivocabile qualità e preparate al momento. Anche il prezzo è una sorpresa ed ho la sensazione di essere diventata, per un momento, anche io una Pietrese DOC.
Mi domando come sarà in inverno, se lo scemare del popolo dei vacanzieri la lasceranno vuota e desolata come capita spesso alle località di mare. Ma Pietra ligure è una sorpresa anche in quella stagione, quando rimangono a presidiarla i suoi abitanti. Non si spopola, ma mantiene la sua vita, i suoi riti, segno che i Pietresi vivono la loro città, e ne mantengono salda l’autentica e calorosa vitalità che trasmetteranno ai turisti, non è un caso che le sia stata conferita anche quest’anno la bandiera Blu e quella Lilla, segno dell’attenzione per il loro territorio e per le persone. Quando queste saranno pronte a tornare, non appena un pallido segno di primavera renderà nuovamente desiderabile stendersi sulla sua spiaggia o passeggiare nelle sue stradine troveranno ancora Pietra: un luogo di incanto, vero come chi lo abita, accogliente per chi decide di farne parte, almeno per un po’.
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Consulente di direzione aziendale - Controllo di gestione
6 anniComplimenti Mariacristina! Hai raccontato il mio paese meglio di un pietrese. Un articolo bellissimo. Una narrazione che mi ha fatto passeggiare con te nei posti in cui sono nato e dove vivo e che mi ha fatto riassaporare sensazioni che, spesso, la vita frenetica quotidiana ti fa dimenticare. Se (come spero) tornerai a Pietra Ligure un aperitivo te lo sei meritato! Grazie
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6 annibravissima, bell'articolo. Le destinazioni devrebbero essere narrate così.