Kering cresce nel primo semestre. E il mondo del lusso si interroga sulla Cina

Il mondo del lusso, inevitabilmente, si interroga sulla Cina, e questo si vede sempre di più mano a mano che escono i dati del primo semestre delle aziende che risentono delle chiusure del periodo tra aprile e giugno in Cina ma mettono in evidenza la vitalità delle altre aree del mondo, Stati Uniti ed Europa soprattutto. Nel commentare i buoni risultati del primo semestre di Kering, François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo francese, che è il secondo al mondo nel lusso, ha sottolineato infatti che “nella prima metà del 2022, il gruppo ha registrato un forte aumento delle vendite, confermando lo slancio dello scorso anno: le performance di assoluto rispetto a livello retail in tutto il mondo hanno più che compensato l'impatto delle misure legate al Covid in Cina nel secondo trimestre. Stiamo intensificando le nostre iniziative con i clienti locali in tutti i mercati – ha sottolineato Pinault - investendo anche sulla ripresa dei flussi turistici in Europa. Ognuna delle nostre maison ha contribuito positivamente al forte aumento a doppia cifra del risultato operativo del gruppo. In un contesto di sempre maggiore incertezza macroeconomica, Kering è in ottima forma per affrontare le sfide nel breve termine, cogliere nuove opportunità e supportare le strategie e le prospettive ambiziose di tutti i nostri marchi”.

Nel primo semestre, dunque, Kering ha ottenuto vendite per 9,930 miliardi di euro (+16% a tassi comparabili e +23% a tassi correnti sullo stesso periodo del 2021 e del +28% a tassi costanti rispetto al primo semestre 2019, prima cioè che iniziasse la pandemia). L’e-commerce è in crescita del 22%, con un’incidenza sulle vendite del 16%. E il risultato operativo lordo (Ebit) è stato di 2,820 miliardi di euro, +26% a tassi comparabili, per un’incidenza sulle vendite pari al 28,6%.

Tra i marchi – Kering ne ha alcuni tra i più famosi al mondo – svetta la crescita percentuale di Yves Saint Laurent, con un fatturato nei sei mesi di quasi 1,5 miliardi, in crescita del  42 % a tassi correnti e del 34 % a tassi comparabili. E un Ebit di 438 milioni di euro, +59 % e una incidenza sulle vendite del 29,6%. Continua a crescere, ma a un ritmo più rilassato del passato, Gucci, che è l’asse portante di Kering: ha avuto vendite per 5,173 miliardi di euro (+15% a tassi correnti; +8% a tassi comparabili) e un risultato operativo di 1,886 miliardi, in crescita dell’11% e con una indicenza sulle vendite sempre molto alta essendo del 36,5%. Nel secondo trimestre le vendite di Gucci sono state di 2,582 miliardi di euro (+12% a tassi correnti; +4 % a tassi comparabili). Tra le maison del gruppo, Bottega Veneta conferma la ritrovata strada con vendite per 834 milioni di euro (+ 18 % a tassi correnti; + 13 % a tassi comparabili). Gli altri marchi del gruppo sono  cresciuti del + 32 % a tassi correnti e + 29 % a tassi comparabili, attestandosi a 1,955 miliardi di euro.

Bene Kering Eyewear arrivata a toccare 576 milioni di euro, + 50% considerando l’integrazione dell’acquisita Lindberg e del 26% a tassi comparabili, mentre l’acquisizione di Maui Jim sarà completata nella seconda metà del 2022.L’ebit della società degli occhiali è più che raddoppiato raggiungendo i 111 milioni di euro.

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