La crescita: la ragion d’essere del lavoro di gruppo
Cari partecipanti
Siamo al traguardo. Il lavoro di gruppo nasce per mettere a fattor comune contributi di estrazione diversa nei confronti di un tema. Ma non è l’unica finalità. Ne va considerata un’altra che ha molto valore per le persone che inizialmente colgono soltanto la propria individualità e, solo alla fine, comprendono il valore dell’armonizzazione delle differenze. Parliamo dell’elemento più nobile: la crescita.
È l’aspetto più entusiasmante del gruppo. Una pluralità di persone diventa un’unica entità che risulta più ricca della semplice somma dei singoli. Nel portare avanti il proprio compito, ogni persona ha dato e, nel contempo, ricevuto dagli altri. Proprio da questo scambio ha origine il valore e la forza del gruppo.
La crescita si realizza su due piani distinti:
1. Arricchimento delle competenze e abilità individuali
2. Ampliamento delle competenze e abilità del gruppo.
Se il gruppo si congeda consegnando il suo output, nei tempi e con l’utilizzo delle risorse previste, ma senza aver maturato, al suo interno, alcuna crescita, significa che non ha portato a termine la sua missione in modo completo: la dimensione operativa del gruppo, cioè, non è stata affiancata alla dimensione sociale e a un continuo confronto.
Inevitabilmente ci sarà stata un’altalena di situazioni e stati d’animo. Il superamento di contrasti, ovvero la disparità di opinioni su un tema, è stato costruttivo. Il vissuto di momenti di timore di insuccesso, ha cementato il senso di appartenenza e la determinazione ad andare avanti. Alternanza di amore o odio fra le persone ha rafforzato la conoscenza reciproca e il senso di squadra.
I sette elementi che abbiamo analizzato, danno forza al gruppo di lavoro. Potrebbe essere utile, alla fine, fare un’analisi critica su come sono stati gestiti: servirà da lezione per le esperienze successive.
Ricordiamoli:
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1- Elementi portanti:
2- Elementi soft:
3- Ragion d’essere:
Abbiamo completato il nostro percorso: è stato utile?
Alla prossima
Erika Leonardi
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