La perfezione nasce dalle crepe

La perfezione nasce dalle crepe

"Riparare con l'oro" è la traduzione letterale di un'arte Giapponese lontana anni luce dalla nostra cultura occidentale: il Kintsugi.

Ho sempre cercato la totalità della bellezza nelle imperfezioni. Le caratteristiche intese come segno distintivo suscitano fantasia offrono spessore e comunicano un passato. Oggi sembra non interessarci più. E' la perfezione il traguardo e ciò che non è compreso nel tragitto da percorrere per arrivarvi viene scartato.

La delicatezza nel voler riparare e rendere omaggio a ciò che ha perso integrità ha radici profonde. Radici degne di una società consapevole dell'importanza vitale delle cicatrici, delle esperienze vissute, del ricostruire. Un vaso rotto riparato con oro liquido non può che rendere all'oggetto un valore maggiore, esaltando senza vergogna le "ferite" dorate che porta con se. Si esalta la perduta integrità celebrando una nuova forma.

In questo senso l'imperfezione brilla gridando che il traguardo è la costruzione giorno dopo giorno di una bellezza imperfetta che non ha paura della ricostruzione poiché quest'ultima è il valore ultimo da perseguire. In tutto questo risiede la bellezza.

 

"C’è una crepa in ogni cosa. E’ da lì che entra la luce."

 

 

Siamo costantemente alla ricerca della perfezione ed allo stesso tempo tentiamo di proporla in ogni circostanza. Estetica, emotiva o lavorativa la perfezione diventa la gabbia del genere umano in cui cullare un'esistenza gelida. E'necessario dar spazio alle crepe. Abbiamo il dovere di far trapelare della luce da quelle crepe, senza paura. Bisogna rivoltare l'immaginario collettivo per cui perfetto è giusto: la perfezione esiste nella nostra mente. Provate ad immaginarla, non riuscireste a catturarne la forma. E' l'imperfezione che ci racconta quotidianamente la vita che abbiamo intorno, essa illumina i nostri ricordi e colpisce il nostro spirito. Accettarla dovrebbe essere la base di un necessario sentimento sociale.

Scriveva Alda Merini: "la pazzia mi visita almeno due volte al giorno". Lo scriveva sola, senza alcuna ricerca di perfezione. Lei è il piu' limpido esempio di quella luce riconosciuta che è riuscita a passare attraverso mura spessissime.

« Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita. »

La sua poesia è oro colato per riparare uno spirito fragile troppe volte frantumato. 

In ogni dove, nella critica come nell'esistenza, dovremmo trovare il nostro oro per mostrare le nostre debolezze senza paura.

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