LA RAI SBAGLIA IL TIRO

LA RAI SBAGLIA IL TIRO

LA CULTURA NE PAGA IL PREZZO

Anche quest'anno ho partecipato come autrice al Campania Libri Festival e come ogni anno mi sono precipitata nella "piazzetta" per raggiungere lo stand della RAI e poter ascoltare la corale di scritti editi e inediti di personaggi dalla personalità variegata che aprivano mondi su emozioni, sentimenti, storie vere o fantastiche, ma tutti uniti sempre e comunque nel nome della scrittura e della lettura. Un momento prezioso dove ogni partecipante scendeva dall'alto del suo ego e con gioia condivideva quel tempo con gli altri, senza invidie, senza attese, senza pretese. Un momento importante che catalizzava centinaia di persone anche di venerdì, anche se il Napoli giocava in casa.

Era lo spazio del LeggiLibri che il giornalista Claudio Ciccarone ha costruito negli anni con amore, dedizione e professionalità. Una vera e propria rete di scrittori quella del Ciccarone, che dà spazio a tutti (anche questa un'operazione alle volte contestata da chi dimentica che se un editore ha il compito imprescindibile di selezionare accuratamente gli scritti che arrivano in casa editrice, perché la qualità è la base dell'attività editoriale; un giornalista, al contrario, può scegliere e ha il dovere di dare voce anche a chi voce non ha: ogni individuo deve essere libero di esprimere se stesso attraverso il linguaggio che più lo rappresenta).

Ebbene, arrivo in "piazzetta" e, con grande meraviglia, trovo il deserto. Lo spazio RAI, vedeva due signori (un uomo e una donna) in postazione radio e due donne impeccabilmente vestite di blu che si aggiravano sulla pedana un po' spaesate. Chiedo loro il programma, si confrontano, dopo un po' mi dicono che nel pomeriggio ci saranno dei gruppi musicali. Ringrazio per le info e vado via.

Nei corridoi il chiacchiericcio e il malcontento è tanto. Ma dov'è Claudio? Dove la marea di gente che lui catalizzava?

In RAI avranno pensato che la musica attira più di un buon libro e se questo su larga scala è giusto, è anche vero che chi partecipa a un Festival del Libro cerca LIBRI.

Seppure questa iniziativa RAI avesse davvero portato gente per la musica (e ribadisco: c'era il deserto) quelle persone non avrebbero portato alcun valore aggiunto agli editori che, avendo pagato gli stand, si aspettano un target di ospiti che siano interessati ai loro prodotti non alla musica. Gli scrittori, invece, della musica, in questi eventi, non vogliono sentirne parlare perché il cantante toglierebbe loro la scena e la musica alta non dà la possibilità di raccontare il proprio libro agli altri. Insomma una scelta completamente fuori luogo.

E mentre penso a quando gli eventi li organizzavo io e rimpiango la forza e la passione di un tempo, intravedo uno scrittore di mezza età. Lo incrocio ogni anno, è un uomo apparentemente solo, con un'unica passione: la poesia. Lui, che come altri, non è social, vive tutto l'anno in attesa di questo evento per il piacere di poter condividere i propri scritti cn gli altri e per sentirsi finalmente parte di una comunità: quella degli scrittori. Lo intravedo camminare a testa bassa, con lo sguardo triste e borbottando versi incomprensibili. Si accorge che lo sto guardando, mi riconosce, si avvicina e scuotendo la testa mi dice "Hai visto? Hai visto? Il Leggilibri non c'è. Claudio non c'è." e nel parlare gli occhi gli diventano umidi.

In una società, dove si è perso il senso della vita e si è barattato la lentezza con la frenesia, il gruppo vibrante con l'isolamento fisico, la meravigliosa e ricca lingua italiana con lo slang scarno dei social, avevamo un luogo magico, uno spazio incantato dove fare cultura in armonia e serenità, ma soprattutto con leggerezza (che non vuol dire banalità) e con la gioia del cuore: ci hanno privato anche di questo.

Noi lo sappiamo che un popolo di ignoranti è più manipolabile e condizionabile, e come disse il prof. Aldo Masullo, in una delle mie fiere del libro, "Tu sei una cospiratrice". E anche per rispetto alla memoria di Masullo, di ciò che io sono e sono stata, davanti a questa scelta, dettata da un madornale errore, non posso tacere.

Caro Claudio Ciccarone, a parlare per te, quest'anno, in fiera, c'è stato il vuoto cosmico.


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