La Venere di MAILO

La Venere di MAILO

Quotidianità delirante nel sonno della ragione

Nel corrente delirio di anglicismi, una varietà italiana di riso diventa RAIBE (Ribe). Questa è l'intelligenza naturale, o quel che ne resta, piuttosto... Al suo posto, gli algoritmi scrivono meglio di noi: l'idea ci terrorizza.
Si dimentica la verità logico-matematica del teorema di Turing, che esclude, a prova di rigore, la possibilità di una intelligenza artificiale propriamente detta: un'intelligenza dei processori che gestisca motu proprio i programmi; soprattutto, che quei programmi possa scriverseli da sola. Serve, imprescindibilmente, un operatore. Significa che ognuna delle aberrazioni frutto dell'oggi viene dall'arbitrio - quello sì, libero - di chi crea il bisogno per spingere il consumo.
Questo soffoca la libertà di scelta e restringe gli spazi della libera iniziativa, in aperto conflitto con il più largo parlare di libertà che si sia mai fatto.
La prima vittima è la circolazione delle idee: non c'è spazio per la professione intellettuale, nell'arte come nell'informazione, perché tutto si usa e si getta, benché ne resti assurdamente traccia dovunque. Articoli vecchi di anni durano approssimativi e scorretti - i revisori di bozze costano - e si ripropongono - come i peperoni di sera - in un circolo vizioso, quale eterno parmenideo, in atto dei motori di ricerca. E' la demenza di un'economia circolare che si alimenta del suo rifiuto, producendo utili in una sola direzione - quella dei venditori di aria fritta - nell'esasperazione di un mito di Saturno che fa il paio con lo sforzo inutile di un Sisifo tutto virtuale, il quale ha dato il proprio consenso al trattamento dei dati ed insiste nel farlo.
Se si volesse nutrire un nuovo mercato del cartaceo, la scelta apparirebbe velleitaria, perché nessuno legge; nessuno custodisce: anche i libri sono un inconsistente esercizio di bit.
E' l'aristotelismo immutabile dei copisti in stile Nome della Rosa, il quale si propaga identicamente fatale, senza più progredire: la ricerca pura - burocratizzata fino all'assurdo nelle riviste di settore - s'impantana nelle pozzanghere e saltella contenta, coprendosi di mota come fanno i mocciosi. Il tutto, ad agio di una pigrizia mentale carezzevole e soporifera che - siamo al punto - non ha nulla dell'artificio tecnologico: è tutta miseramente umana. Come la società che l'incarna.

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