La Voce dal Metaverso Nr.492
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Wilder World: Official Gameplay Trailer - The Metaverse
Milano-Bicocca sceglie la realtà virtuale per l’Esame di Stato di infermieristica. È la prima volta in Italia.
L’Università di Milano-Bicocca sceglie la realtà virtuale per l’Esame di Stato per Infermieri. Sono 116 gli studenti che hanno sperimentato questo metodo innovativo di valutazione con simulazioni immersive e realistiche, superando i limiti dei tradizionali test.
In occasione della sessione invernale, accanto alla consueta parte teorica con domande a risposta multipla, è stata introdotta una prova tecnico-pratica interamente condotta in realtà virtuale (VR).Ogni studente si è quindi immerso in un ambiente clinico ad elevata fedeltà con la richiesta di eseguire il posizionamento di un catetere vescicale, con un tempo massimo di 15 minuti.
Dopo le spiegazioni iniziali e le prove tecniche preliminari, il cronometro è partito, dando ai candidati la possibilità di completare lo scenario all’interno di un protocollo evidence-based in 24 passaggi standardizzati. Lo scenario clinico in ambiente virtuale è stato sviluppato dal gruppo di docenti, ricercatori, direttori didattici e tutor clinici dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con gli esperti di Selexi Srl, azienda specializzata in sistemi computer-based per test e selezioni concorsuali. Dopo il superamento dell’Esame di Stato, gli studenti hanno discusso la tesi di laurea.
Ospedale di Careggi: realtà virtuale per far viaggiare i malati di tumore
Immaginate di percorrere i corridoi di un ospedale e vedere pazienti e medici che indossano visori per la realtà aumentata. Non si tratta di un film di fantascienza, ma dell'idea di quattro fiorentini di 25 anni che si pone l'obiettivo di migliorare l'esperienza ospedaliera per malati e dottori.
La startup si chiama “Lemons in the room”, ed è nata dalle menti di Niccolò Berni, Niccolò Cesareo-Santoro, Alessandro Napoli e Milo Zoppini. “Lemons perché i limoni sono spesso associati al benessere e poi associati al senso di freschezza, essendo tutti giovani, in the room perché indossando il visore sei all’interno di una stanza virtuale” spiega Niccolò Berni.
“Tutto è nato con una serie di incontri casuali all'università – racconta Niccolò -. Io sono un ingegnere gestionale e sto finendo la magistrale, come il mio collega Santoro. Eravamo già amici, e un giorno mi ha presentato Alessandro, che si occupa di medicina. Io invece gli ho fatto conoscere Milo, che si occupa di design e informatica. Parlando tra di noi, ci siamo concentrati nello sviluppare una tecnologia che potesse davvero essere utile per gli ospedali, prendendo ispirazione da ciò che già in avviene in altre parti del mondo”.
Attraverso un bando dell'ospedale di Careggi, il quartetto ha proposto le loro tecnologie con successo. Il primo progetto sviluppato - partito a settembre - prende il nome di Lemovie ed è pensato per sostenere la battaglia dei pazienti oncologici. “Queste persone devono passare molto tempo all'interno dell'ospedale e ogni giorno provano ansia, stress e dolore. Grazie alla realtà virtuale che abbiamo sviluppato possono fare direttamente in reparto meditazione in posti esotici, come una spiaggia caraibica ad esempio, o fare una passeggiata nel deserto. Tutto ciò serve appunto per garantire ai pazienti dei piccoli attimi di fuga all’interno di giornate emotivamente pesanti”.
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Samsung e Google annunciano il prezzo del nuovo visore: ora tutti potremo permettercelo
Il nuovo visore per la realtà mista, prodotto da Samsung e da Google, sarà basato sul nuovo sistema operativo Android per XR: i vertici dei due colossi sperano quindi di prendersi una fetta del mercato attualmente dominato da Meta. Per riuscirci, devono ovviamente realizzare un dispositivo che sia, allo stesso tempo, economico e altamente tecnologico. I vertici delle due multinazionali – secondo quanto riportato dalla CNN – vorrebbero infatti vendere il loro innovativo visore sotto i 500 dollari, per battere la concorrenza del Meta Quest 3. Quali saranno allora le sue caratteristiche principali? Innanzitutto, è difficile conoscere nel dettaglio il progetto, poiché sarà presentato per la prima volta nel 2025. Tuttavia, alcune indiscrezioni hanno svelato qualche piccolo segreto.
L’hardware, ad esempio, sarà fornito principalmente da Qualcomm, mentre il software da Google. Quest’ultimo, attraverso la personalizzazione del sistema Android, ha infatti sviluppato il nuovo Android XR, il quale comprende vari tipi di realtà virtuale e aumentata. L’amministratore delegato di Baird, Ted Mortonson – durante un’intervista rilasciata alla CNN – ha dichiarato che il visore, e il sistema operativo su cui si basa, aiuteranno Google e Samsung a conquistare una quota di mercato nel settore della “wearable consumer tech” (tecnologia di consumo indossabile), avvicinando sempre di più i dispositivi dotati di intelligenza artificiale ai consumatori di tutto il mondo.
Google ha inoltre investito enormi quantità di denaro nello sviluppo della “generative AI” (l’intelligenza artificiale generativa), in particolar modo da quando ha acquisito il laboratorio di intelligenza artificiale Deep Mind nel 2014. Il nuovo sistema Android, che troveremo nel rivoluzionario visore sviluppato con Samsung, integrerà infatti l’assistente vocale di intelligenza artificiale Gemini, il quale interagirà con l’utente mediante un auricolare.
Laba e UniBs, la botanica si studia con la realtà aumentata
La Libera Accademia di Belle Arti di Brescia ha presentato un «progetto per una lezione immersiva», esperienza con realtà aumentata che vuole rivoluzionare l’approccio didattico promuovendo la sostenibilità ambientale e valorizzando la biodiversità. Insieme all’Università degli Studi di Brescia ha realizzato un’esperienza virtuale per conoscere le piante dall’interno.
Per ora il progetto riguarda il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale, ma l’idea è estendere le esperienze a varie materie.
Si intitola «Metaversalis» (da «Metaverso» più «naturalis»), usa visori Meta ed è stato realizzato grazie ai fondi del programma Next Generation Eu. Con il supporto di occhiali per la realtà aumentata, gli studenti e le studentesse avranno da oggi l’opportunità di «vivere un viaggio techno-organico nella natura, comprendendo il rapporto uomo-ambiente secondo una grammatica avanguardista e crossmediale, che permetterà di vedere oltre il visibile», spiegano i protagonisti.
Questo viaggio nella natura, accessibile e inclusivo, è il primo di una serie di lezioni (in questo caso di botanica) che possono svolgersi da remoto.
Il primo ambiente che si può esplorare sono gli alberi degli orti botanici di Ome, come ha spiegato il prof. Diego Ruggeri, coordinatore del corso di Graphic design&multimedia in Laba e project manager. Ome, dice, è stata scelta per la ricchezza della sua biodiversità e per il fascino del luogo. «Abbiamo subito capito che il giardino delle conifere era il paesaggio adatto per una lezione di questo tipo».
Indossando i visori, si viene trasportati sotto le fronde degli alberi, dentro ai quali si può subito entrare per fruire delle varie lezioni disponibili. Si esplora per esempio l’interno di una foglia, oppure si osserva come avviene la fotosintesi clorofilliana, si analizza la radice, si impara come i sali minerali viaggino all’interno della pianta…
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