L'ALIBI DELL'AGENDA PIENA

L'ALIBI DELL'AGENDA PIENA

Di questi tempi siamo tutti così “occupati”, “indaffarati”, “sommersi”, “sovraccarichi” di lavoro da cercare disperatamente di tenere la testa fuori dall'acqua.

Il termine “occupato” racchiude svariati significati e quando usiamo tale espressione in realtà trasmettiamo immagini anche molto diverse tra loro:

Sono occupato: sono indispensabile. Essere indaffarati ci dà l’impressione di essere costantemente richiesti facendoci sentire importanti, indispensabili. Ma significa anche che ci stiamo auto-attribuendo un parametro di misurazione del nostro valore basato esclusivamente sulla quantità e non sulla qualità del lavoro. Ma ricordiamo che operosità e produttività non sono sinonimi.

Sono occupato: sono giustificato. Ribadire che si è costantemente impegnati è un modo furbo di delegare le nostre responsabilità a qualcun’altro. Dal momento che siamo completamente assorbiti dalle nostre attività non ci sentiamo in dovere di dedicare del tempo ad altro, per esempio al confronto con un collega in merito alla risoluzione di un problema che, indirettamente, potrebbe sollevare anche il nostro lavoro.

Sono occupato: sono vincitore. “Sono più occupato di voi” può indicare il fatto di sentirsi più richiesti, che il proprio tempo è più prezioso rispetto a quello delle persone che ci circondano o più semplicemente che vogliamo vincere una sorta di perenne gara al successo. Ciò che si vuole trasmettere è “Sono più impegnato, più richiesto, dunque ho più successo”.

Essere costantemente occupati, avere un'agenda piena di impegni è diventato ormai uno status symbol: più siamo sommersi dalle nostre attività, più ci illudiamo di trasmettere un'immagine di successo.

Il pensiero comune che la quantità equivalga alla qualità del lavoro svolto ci giustifica dal mettere in secondo piano alcuni aspetti fondamentali della collaborazione, come creare rapporti autentici con i colleghi, dedicare del tempo ad attività che non ci competono o essere semplicemente cortesi.

E se imparassimo invece a lavorare in modo più intelligente e produttivo senza sottovalutare le interazioni e i rapporti con le persone che ci circondano?

Esistono infatti svariati modi di comunicare le nostre priorità e disponibilità, senza necessariamente sottolineare il fatto di essere troppo impegnati per reinventarsi e approcciarsi al lavoro in modo diverso. Ad esempio essere propositivi nelle proprie azioni, stabilire degli obiettivi giorno per giorno, con la consapevolezza che siamo noi stessi i veri responsabili non solo dei nostri compiti, ma anche del successo dell’azienda di cui ci sentiamo parte.



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Emiliano Loseto

Direzione commerciale

5 anni

Condivido completamente

Damiano Apredda

Key Account Manager - Rare Diseases presso Novo Nordisk

5 anni

Bellissima immagine "l'inerzia che ostacola l'innovazione"

Riccardo Rescio (Italiaefriends)

Presidente Assaggia l'Italia ApS / Direttore I&f Arte Cultura Attualità / Founder Italia&friends

5 anni

“Opportunità mancate, Cecità diffuse” Dire, enunciare, proclamare, sono da sempre gli inalienabili postulati, per non fare, alibi meschini, ormai evidenti, che coprono unicamente le personali incapacità, la mancanza di idee e la perduta voglia di marcare il segno, per poter dare un senso al proprio fare, per contribuire a cambiare, migliorare, progredire. Ebbene si, se c’è una cosa su cui tutti noi ci troviamo d’accordo, sono proprio le affermazioni di principio, le dichiarazioni di intenti e le proclamazioni di buoni propositi. Tutti d’accordo nel condividere con convinvizione il postulato di moda del momento, o avallare con determinazione quelli che ormai sono entrati a far parte delle citazioni di circostanza di cui non si può più fare a meno. Per poi constatare, che una è dire, altra è il fare, poiché tutti abbiamo o ci convinciamo di avere sempre qualcosa di più importante, qualcosa di più impellente, qualcosa di meglio da fare, per poter dare alla ragione, alla evidenza incontrovertibile dei fatti, alle mancate collaborazioni e alle non praticate sinergie, alla voglia di ascoltare, la giusta e doverosa attenzione, l’adeguato rilievo Prima o poi ci accorgeremo di aver perso quelle opportunità per cui valeva la pena di vivere

Patrizia C.

Consulente Commerciale | TLC | Sicurezza IT | CLOUD

5 anni

giusto!

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