Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa sostituiranno i coach?
In questo articolo ho affrontato il tema dell'impatto dell'Intelligenza Artificiale generativa che ha e che avrà sempre di più nel coaching sviluppando questi argomenti (che a loro volta potevano diventare altrettanti articoli:
Parto subito con una risposta provocatoria alla domanda “Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa sostituiranno i coach?
Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa non sostituiranno i “coach” ma sostituiranno (o surrogheranno) una (buona) parte del “coaching“!
Se questa affermazione non ti basta e vuoi saperne di più prosegui con la lettura dell'articolo.
Il possibile sviluppo futuro dell’offerta di coaching
La mia esperienza personale nell’integrare l’intelligenza artificiale nel coaching ha aperto nuove prospettive sul potenziale di questa tecnologia nel potenziare il processo di coaching. Trasferendo il mio know-how sul “processo-contenuto” a ChatGPT 4 attraverso prompt sempre più complessi, ho sperimentato direttamente le opportunità che l’IA- Intelligenza Artificiale può dare ad un coach:
Stante questa mia esperienza prevedo che lo sviluppo futuro dell’offerta di coaching si potrebbe quindi articolare in diverse possibili offerte tra le quali:
Ecco alcuni motivi per cui il coaching del coach in modalità "Exclusive" e "Premium" rimarrà insostituibile:
Altri motivi per cui anche il coaching del coach in modalità "Blended" rimarrà difficilmente sostituibile:
Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa specializzate in coaching sono ancora molto distanti da un'AGI - Intelligenza Artificiale Generale: un'intelligenza artificiale che può risolvere problemi in vari domini, come un essere umano, senza intervento manuale. Invece di limitarsi a un ambito specifico, l'AGI può imparare da sola e risolvere problemi per i quali non è mai stata addestrata. Le previsioni sulla creazione dell'AGI - Intelligenza Artificiale Generale vanno dai cinque a oltre i dieci anni. In ogni caso (credo, spero) questa AGI avrà un'intelligenza razionale/cognitiva e non emotiva e istintiva come sopra accennato. Oltre a questo i limiti dell'attuale App-IA risiedono quindi nella loro specializzazione derivata da un pre-addestramento.
L'approccio "Blended" che può abbinare, se utile e necessario, il coaching del coach ad attività di formazione, training, facilitazione, consulenza HR, consulenza agile, di business, ecc. diventa un forte antidoto, una capacità di switch che le App-IA specializzate non hanno.
Anzi con L'approccio "Blended" potrebbe essere lo stesso coach a servirsi delle App-IA generative, come vedremo nella conclusione.
In ogni caso la transizione verso questi nuovi modelli di coaching evidenzia una progressiva estinzione del coaching basic (attuato da coach in modo standard con modelli preconfezionati e applicati in modo prevalentemente indifferenziato), facendo emergere un paradigma in cui il supporto dell’IA per i servizi di coaching "Exclusive", "Premium" e "Blended" diventa indispensabile. La combinazione della capacità creativa del coach con quella generativa dell’IA, guidata dal coach stesso, supera le capacità delle attuali applicazioni di IA in modalità Cyber. Questo sarà un vantaggio che potrebbe perdurare anche con l'avvento dell'AGI, abbiamo visto.
L’accelerazione anticipata dalle App-IA generative e dal relativo cambiamento tecnologico potrebbe paradossalmente rafforzare la domanda di coaching?
Le App-IA generative potrebbero allargare l'attuale platea dei clienti di coaching. Man mano che individui e organizzazioni navigano questi cambiamenti, infatti, la necessità di orientamento, sviluppo personale e strategie di adattamento probabilmente aumenterà. La professione di coaching potrebbe vedere un’espansione, servendo come un ponte critico per aiutare le persone ad allinearsi e sfruttare questi rapidi cambiamenti.
La competenza del "pensiero critico"
I coach si evolvono nei servizi uguali o simili a quelli rappresentati come "Exclusive", "Premium" e "Blended", dovrebbero quindi concentrarsi sull'Intelligenza Emotiva e soprattutto sullo sviluppo della fondamentale competenza del pensiero critico.
La competenza del pensiero critico riveste un ruolo cruciale sia per il coach che per il cliente nel contesto del coaching,
specialmente in un approccio "Blended" che integra vari elementi come formazione, consulenza e tecnologia, incluso l'uso di App-IA generative. In particolare:
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La commoditizzazione dei servizi di coaching
La commoditizzazione avviene quando "le caratteristiche distintive di un prodotto o servizio diventano meno importanti per i consumatori, che si concentrano maggiormente sul prezzo".
Ecco alcuni fattori (oltre alla sempre maggiore offerta di coaching rispetto alla domanda...) che possono contribuire alla minaccia di una ulteriore spinta dell'IA e della tecnologia alla commoditizzazione dei servizi di coaching:
Una sintesi del possibile impatto sulla professione del "Coach"
Pro:
Contro:
Aree per l’Integrazione dell’IA vs. Necessità Umana nel Coaching
Riprendo il tema da un interessante articolo di Giovanna Giuffredi “Le macchine sostituiranno i coach?” che a sua volta riprendeva una survey promossa da Coaching Time. C’è un consenso tra i punti di vista dell’articolo che l’IA potrebbe servire bene nel gestire gli aspetti burocratici del coaching, come la programmazione, il monitoraggio dei progressi e anche certi compiti analitici. Eppure, quando si tratta delle dimensioni esplorative, emotive e profondamente personali del coaching, l’elemento umano è insostituibile.
L’essenza del coaching risiede nell’abilità umana unica di connettersi, empatizzare e adattarsi ai paesaggi emotivi sfumati degli individui, cosa che l’IA è ben lontana dal replicare.
Riflessioni finali
Riflettendo sull’articolo e sul discorso più ampio, è evidente che un approccio equilibrato è cruciale. Abbracciare l’IA per i suoi punti di forza, in particolare nel gestire aspetti logistici e basati sui dati del coaching, può liberare i coach a concentrarsi di più sul nucleo del loro lavoro: favorire la crescita emotiva, la resilienza e la trasformazione personale.
L’integrazione dell’IA nel coaching potrebbe non è una questione di sostituzione, ma di potenziamento.
Il futuro del coaching potrebbe ben includere una relazione simbiotica tra coach e strumenti IA, ciascuno sfruttando i propri punti di forza per facilitare esperienze di coaching più complete, accessibili ed efficienti. La sfida sta nel navigare questa integrazione senza perdere di vista l’essenza profondamente umana del coaching.
Concordo quindi con l’affermazione finale di Giovanna Giuffredi “Le macchine le governiamo noi umani, con il giusto equilibrio e armonia i coach riusciranno a servirsi della tecnologia per soddisfare i loro clienti“. La mia esperienza e la visione futura del coaching delineata evidenziano il potenziale dell’IA nel trasformare e potenziare la professione del coaching. Man mano che esploriamo questa nuova frontiera, è cruciale navigare con cura tra le opportunità offerte dalla tecnologia e il valore inestimabile dell’elemento della presenza umana nel coaching.
Riferimenti: