L’e-mobility è già possibile (e con l’HPC svolterà)
A chi dice che muoversi in elettrico è difficile o scomodo, rispondo che non è così - e parlo per esperienza diretta. Sono un entusiasta dell’e-mobility, mi sposto con auto full-electric da tempo: all’inizio guidavo una e-Golf e una e-Up!, poi sono passato a una SEAT Mii elettrica, ora ho una Volkswagen ID.3.
Rispetto a un paio d’anni fa, le cose sono cambiate radicalmente, sia dal punto di vista tecnologico – perché è assolutamente vero che con la ID.3 si è aperta una nuova era della mobilità, che ha caratteristiche completamente differenti dalla precedente e consente di muoversi senza rinunce – sia dal punto di vista dell’infrastruttura, che si sta sviluppando abbastanza velocemente.
Le analisi e gli studi di settore indicano il prezzo d’acquisto e la ricarica come alcuni tra i principali ostacoli alla diffusione dell’e-mobility.
I costi
Sul primo aspetto, credo che la situazione sia abbastanza chiara: sui prezzi dei modelli 100% elettrici si può ancora migliorare, ma stanno diventando sempre più accessibili. Gli sforzi dei costruttori sono evidenti: per quanto ci riguarda, il Gruppo Volkswagen ha investito in maniera importante sul progetto MEB, ovvero la piattaforma che sarà la base per moltissimi modelli di vari brand del Gruppo (e non solo, dato che la mettiamo a disposizione anche della concorrenza) e che consentirà di realizzare economie di scala abbassando più in fretta il prezzo delle auto. Più vetture elettriche saranno su strada, più diventeranno convenienti.
In parallelo, gli incentivi all’acquisto per le auto a zero emissioni stanno dando una buona spinta alla mobilità elettrica. Ma serve programmazione, bisogna guardare a un intervallo di tempo più ampio per garantire continuità e consentire da un lato ai clienti di programmare l’acquisto, dall’altro alle case automobilistiche di pianificare la riconversione industriale in maniera oculata. E non si possono tralasciare né il comparto flotte né i veicoli N1 e N2, perché entrambi hanno evidentemente un ruolo importante se parliamo di rinnovamento del parco circolante.
La ricarica
Provando a considerare i diversi scenari di utilizzo di un’auto elettrica, possiamo individuarne tre principali: gli spostamenti in città, quelli sulle medie distanze e le lunghe percorrenze. In ognuno di questi casi, già oggi l’e-mobility è possibile.
Se mi muovo in città, la percorrenza chilometrica media è bassa e quindi anche la ricarica non è un processo complicato (non è necessario ricaricare completamente la batteria ogni giorno, basta ricaricare “il giusto” ogni 2/3 giorni). E poi, le statistiche parlano chiaro: un’auto passa il 90% del proprio tempo parcheggiata. Il che significa che si può tranquillamente sfruttare una parte di questo tempo per ricaricarla. Dove? A casa, in ufficio, a una colonnina pubblica. In Italia a dicembre 2020 si contavano oltre 19.000 punti di ricarica pubblici o privati ad accesso pubblico (centri commerciali, supermercati, ecc.).
Se mi sposto sulle medie distanze, il concetto è più o meno analogo (cambierà la frequenza o il tempo di ricarica), anche perché i modelli attualmente presenti sul mercato offrono autonomie adeguate anche per questo scenario.
Se devo affrontare un lungo viaggio, entra in gioco un nuovo elemento, ovvero un cambio di mentalità. Posso tranquillamente coprire le lunghe distanze, io stesso viaggio tra Verona e Roma senza problemi, ma al momento serve un minimo di pianificazione, ovvero devo programmare una o più soste per la ricarica.
Nulla di complicato, comunque: basta individuare le stazioni di ricarica HPC (High Power Charging) più comode in base al tragitto e mettersi in viaggio. Con l’HPC i tempi di ricarica si abbattono drasticamente, e nel tempo che corrisponde a una “tradizionale” sosta in un autogrill, per un caffè o un panino, l’auto è pronta a ripartire. Provare per credere!
Per questo l’HPC apre nuove prospettive per l’e-mobility, è uno snodo fondamentale. Bisogna lavorare per portarla dappertutto: autostrade, strade extra-urbane e perfino in città – sì, perché in questo modo, per fare un esempio concreto, anche chi vive in città in meno di mezz’ora potrà garantirsi l’autonomia necessaria per una settimana oppure decidere di mettersi in viaggio anche all’ultimo momento.
Helicopter Engineer LAME/Ground Instructor and Founder of HMC Helicopters Maintenance Consulting
3 anniInteressante articolo, credo che alla discussione si dovrebbe aggiungere o tener conto del costo reale(quindi al netto di accise, Iva e costi di trasporto) del KWA, sempra che si riesca ad avere delle risposte serie ed attendibili.
Client Director | Sustainability Expert | Change Management I Keynote Speaker
3 anniLe auto elettriche sono un passo avanti per l'ambiente e per il portafogli. Credo che la sfida più grande è per gli OEM tradizionali per diversi motivi: - business model della vendita tramite concessionari inefficiente; - limiti oggettivi della piattaforma condivisa; - bassa verticalizzazione che porta a poco controllo sulle componenti strategiche; - errori strategici molto impegnatici da recuperare; - sindacalizzazione dei plant produttivi; - mentalità e posizioni conservative; In questo scenario, #volkswagen è il costruttore europeo che si sta muovendo meglio, ma per gli altri la possibilità di riuscita sarà pari al 10%. Come sostengo da tempo, entro i prossimi 8 anni la maggior parte degli OEM tradizionali con relativi brand, sarà acquisita, si fonderà o sparirà dal mercato. Massimo Nordio il target per il gross margin positivo su id3 è sempre fissato per 2021, viene rimandato causa chip e battery shortage o è già stato raggiunto? Grazie se potrà rispondere, perché vorrei realizzare un modello di previsione basato sulla legge di Wright che ho visto funzionare molto bene per Tesla.
Massimo Nordio sono convinto anche io che la rete HPC sia lo step per chiudere il cerchio definitivamente e togliere ogni ultima remora.
Tecnico collaudatore Audi AG Titles don't mean anything, let your actions determine who you are!
3 anniBeh io ho montato un fotovoltaico a casa ed onestamente non ho il minimo problema... Anzi è di una comodità unica.. Rispondendo al sig. Antonio Insana VW ha già inaugurato la prima fabbrica di riciclaggio batterie e come ha già dichiarato Müller delle vecchie batterie può essere usato tutto per creare il nuovo materiale catodico.
Legal & Sustainability Consultant ESG | Stakeholder Engagement | Carbon Credit Advocate
3 anniUna volta risolti i problemi relativi a: 1. smaltimento, o ancora meglio possibile riutilizzo delle batterie; 2. produzione di energia elettrica da fonti sostenibili; 3. conversione degli impianti di rifornimento tradizionali in "stazioni di rifornimento elettrico" allora si chiuderà il cerchio definitivamente e l'esplosione della mobilità elettrica sarà al 100% e incontestabilmente sostenibile.