Sulla mobilità del futuro la vera sfida sarà essere capaci di governare il cambiamento
Automobili connesse che ci ricevono con la temperatura ideale, leggono le email e postano su instagram lasciandoci mani e occhi liberi nonché munite di telecamere che, una volta in viaggio, sono in grado di tenere sotto controllo lo stato di forma del guidatore e di frenare per evitare una collisione, fino a qualche anno fa appartenevano a uno scenario assurdo, ma oggi sono realtà.
Il concetto di mobilità e ilmercato dell'automobile sta subendo infatti una trasformazione sempre più evidente, frutto di una profonda rivoluzione tecnologica. Il nostro rapporto con la guida risulta così radicalmente cambiato: l'orizzonte concettuale si sta muovendo sempre più velocemente da quello del possesso a quello del servizio e dell'accesso. Questo comporta che il prodotto stesso venga ripensato, tenendo conto delle nuove possibilità offerte sia dalle innovazioni tecnologiche-meccaniche sia da quelle informatiche del cloud-computing.
Mobilità alternativa, guida autonoma, conversione all'elettrico, connettività: sono questi, secondo uno studio di McKinsey, i macro trend tecnologici attorno ai quali ruota il radicale cambiamento in atto nel settore automobilistico.
Mobilità alternativa. A oggi è dimostrato che l'utilizzo di una vettura privata si attesti su una media di un'ora al giorno. Proprio per questo si prevede che entro il 2030 prenderanno sempre più piede forme di mobilità condivisa come i servizi di car sharing. Un domani questi si baseranno su vetture autonome, cioè senza guidatore, che spostandosi da un lato all'altro della città ridurranno anche il problema della scarsità di parcheggio nei centri urbani.
Tutto questo porterà anche a un cambiamento del paradigma industriale e di mercato. Le case automobilistiche dovranno necessariamente offrire prodotti con caratteristiche diverse, a partire dal motore a combustibile. Considerando questo quadro Adam Jonas, responsabile della ricerca per Morgan Stanley, propone di ripensare i criteri di misurazione dello stato di salute del mercato automobilistico e di adottare come parametro non il numero di unità di veicoli venduti ma il "numero di miglia percorse".
Autonome ed elettriche, così sarà la metà delle auto in circolazione nel 2030. Questa la prospettiva tratteggiata dallo studio di McKinsey, e probabilmente anche la speranza di Tesla, certamente l'azienda più avanti nel proporre veicoli elettrici ad alte prestazioni. La tendenza alla riduzione delle emissioni porterà certamente al parziale abbandono dei motori termici a favore di altri sistemi. D'altra parte è ragionevole pensare che le auto elettriche guadagneranno quote di mercato soprattutto nei grandi centri urbani e che la loro diffusione sarà strettamente connessa a innovazioni tecnologiche (capacità delle batterie) e infrastrutturali (creazione di una rete di punti di ricarica).
Connettività. Grazie allo sviluppo dell'Internet of Things, l'auto farà parte di un ecosistema integrato e interconnesso. Potrà collegarsi ad esempio allo smartphone del passeggero, creando automaticamente un itinerario che tenga conto degli impegni in agenda. Liberati poi dall'onere della guida potremo usare il tempo all'interno della vettura per lavorare o rilassarci. Ntt Data ha sviluppato un'app pensata specificamente per i rappresentati delle vendite, che sfrutta il sistema di Infotainment per visualizzare informazioni sui clienti o dettare messaggi da inviare loro. Questo nuovo contesto costringerà inevitabilmente i produttori tradizionali a competere su più fronti: l'auto, sempre più simile a un device tecnologico, richiederà costanti aggiornamenti software.
Fin qui abbiamo tratteggiato un quadro positivo e sicuramente attraente dei cambiamenti che investiranno la mobilità. Non vanno però dimenticate le sfide e i problemi che potremmo dover fronteggiare. Per affermarsi, le automobili autonome dovranno superare la naturale diffidenza del pubblico: pensiamo al tema della sicurezza. Attualmente muoiono sulle nostre strade più di 3.000 persone ogni anno (cfr. dati Istat degli ultimi anni), un dato che ci appare quasi fisiologico. Ma quale sarebbe il numero di vittime che riterremmo "accettabile" se i veicoli fossero autonomi? In termini pratici e meno drammatici un ostacolo che esiste oggi alla diffusione globale di veicoli automatici è costituito dalle regolamentazioni in tema di proprietà e responsabilità, che andranno certamente ripensate.
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