Le notizie della settimana
Ben ritrovati anche in questo venerdì, Santo per molti, nel quale spero di non offendere nessuno occupandomi, come di consueto, di argomenti profani.
A partire dalla scoperta che anche i ricchi piangono, come titolava una telenovela dei tempi che furono e come ci spiega Entrepreneur a proposito del fatto che chi lavora nel settore delle securities a New York ha visto il proprio bonus flettere del 26%, dagli oltre 240.000 dollari del 2021 ai quasi 177.000 del 2022. Una doccia fredda dopo che dal 2008 al 2021 erano cresciuti del 75,2%. E non ridono nemmeno gli imprenditori delle start-up indiane, quali sono per esempio Byju’s e Swiggy, molte delle quali sono oggi valutate dagli investitori parecchio meno rispetto solo a un paio d’anni fa. In qualche caso si parla addirittura del 50%. Molte, così, per non vedere crollare il loro valore, stanno rinunciando a nuovi round di finanziamenti. Ne parla TechCrunch.
Dopo un paio di notizie negative, è allora consolante sapere, come ci spiega Inside Retail Asia, che il 92% dei cinesi più abbienti ha l’intenzione di tornare a viaggiare in giro per il mondo, con il 90% che prevede di spendere in articoli di lusso quanto o più del periodo pre-pandemico. Stando a Bain, con la pandemia nel solo 2021 gli acquisti di articoli di lusso da parte dei cinesi ha registrato un crollo quantificabile in circa 30,7 miliardi di dollari, rispetto agli anni precedenti il 2020. Mentre nel 2022 il mercato ha subito una flessione del 10% circa che ha interessato un po’ tutte le categorie e i principali gruppi.
Una tendenza che spiega forse le voci riportate da BNN Bloomberg di fusioni e acquisizioni nel settore da parte di marche di primo piano. Si parla, tra l’altro, di Burberry’s e Boss. Benché poi l’attività di M&A in Europa nel primo trimestre dell’anno abbia movimentato ‘solo’ 137 miliardi di dollari, ovvero il 60% in meno rispetto allo stesso periodo all’anno passato, guadagnandosi il titolo di uno dei peggiori quarter degli ultimi 20 anni.
Se queste sono solo voci, la stessa fonte ci assicura che è concreto l’acquisto da parte di L’Oreal di Aesop, marca del lusso nel settore dei cosmetici di origine australiana, comprata anni fa dal gruppo brasiliano Natura. Lo stesso che controlla Body Shop e Avon.
Siccome il settore nel suo complesso vive alterne fortune nel mondo reale, chi ha organizzato l’edizione 2023 della Metaverse Fashion Week forse avrà sperato che andasse meglio in quello virtuale. Charged Retail, tuttavia, ci spiega come a fronte di un programma ricco e funzionalità interessanti non siano mancati diversi inconvenienti di natura tecnica che ne hanno pregiudicato la piena riuscita.
Rimanendo nell’ambito della tecnologia, mi è piaciuto e ve lo segnalo l’articolo di Wired che spiega da un punto di vista internazionale perché l’Italia ha bloccato temporaneamente ChatGPT per diversi dubbi più che leciti, e per i quali non ha ancora avuto risposta, a proposito del rispetto delle norme relative alla privacy del GDPR europeo. Smentendo così un’impressione, che avevo avuto io per primo, che si trattasse di una delle tante iniziative in auge di questi tempi volte a difendere interessi e lobby del passato. D’altra parte, il fatto che sia stato il Garante della Privacy ad attivarsi avrebbe dovuto rappresentare una garanzia più che sufficiente.
Se il metaverso ha ancora aree di miglioramento e l’intelligenza artificiale generativa è sotto osservazione per molti aspetti, non ultimo quello dei diritti d’autore, VentureBeat ci spiega come l’AI applicata alla lotta contro le frodi nel commercio sia stata sdoganata in modo definitivo. Solo le autorizzazioni negate in fase di pagamento, gestite ‘a mano' e in modalità prudenziale dal personale preposto si stima che abbiano provocato lo scorso anno 600 miliardi di dollari di mancate vendite e un’elevata percentuale di potenziali clienti insoddisfatti che, alla fine, hanno comprato altrove. Mentre le perdite attribuibili alle frodi si prevede che nel 2027 potrebbero ammontare a livello globale a 343 miliardi di dollari. Ecco che allora le potenzialità dell’intelligenza artificiale in termini di capacità di raccolta ed elaborazione delle informazioni sembrano ideali per aumentare le vendite ed accrescere il livello di soddisfazione della clientela riducendo il livello di rischio.
Ancora per quanto riguarda le applicazioni in ambito front-end, come sappiamo le aziende adottano soluzioni tecnologiche sempre più innovative per migliorare l’esperienza dei clienti anche sul fronte dei pagamenti. Supermarket News riprende tuttavia i risultati dello studio 2023 Digital Shopping Index condotto da PYMNTS dal quale emerge, tra l’altro, che la clientela spesso ignora molte delle funzionalità messe a disposizione. Il che confermerebbe una convinzione maturata da tempo a proposito del fatto che i retailer spesso sono più bravi a fare che non a comunicare quello che hanno fatto, inficiando così gli effetti positivi di investimenti talvolta anche ingenti. Attitudine complementare a quella del fare senza prima aver ascoltato la voce dei clienti per comprenderne bene le cause dei comportamenti, le reali esigenze e i desideri.
Tra gli aspetti più spinosi della relazione tra il pubblico e le marche (o le insegne) troviamo ancora il costo dei resi. Il rapporto 2022 Consumer Returns in the Retail Industry della National Retail Federation parla di 816 miliardi di dollari di vendite perse solo negli Stati Uniti. Con un’incidenza sul fatturato del 17% stabile nel corso degli ultimi due anni, benché nel 2020 fosse solo dell’11%. Circa 84 miliardi di dollari, oltre il 10%, è la stima dei resi in odore di frode. Il riconoscimento delle quali è tra i temi più critici indicati, insieme alla necessità di gestire la logistica per garantire la circolarità degli articoli ritirati, la sostenibilità dell’intero processo e la possibilità di trasformare questo in un’occasione di fidelizzazione.
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Per chi l’avesse persa, tra le notizie relative alle aziende segnalo quella riportata da CNN Business a proposito della nuova struttura del gruppo Alibaba che viene diviso in sei unità indipendenti tra di loro e dove il fondatore Jack Ma vede ridursi ulteriormente il proprio ruolo.
Charged Retail ci anticipa, invece, la chiusura definitiva da parte di Amazon di Book Depository, e-commerce di libri acquistato nel 2011, quando aveva un fatturato di 69 milioni di sterline e un margine operativo di 2,3. Intanto i suoi sistemi di spesa e pagamento contactless Just Walk Out e Amazon One sono adottati in modo sempre più ampio nel mondo della ristorazione. Questa volta parliamo degli Express Grill all’interno dell’arena del Globe Life Field, come ci racconta Retail Customer Experience. Soluzioni, quindi, che paiono avere per ora la vocazione di portare reali vantaggi soprattutto in strutture piccole dove l’atto d’acquisto coinvolge in media un basso numero di articoli.
Per quanto riguarda il back-office, invece, è Walmart a far parlare di sé, grazie all’obiettivo dichiarato di arrivare entro il 2026 ad avere il 65% dei negozi attrezzati per il confezionamento automatizzato degli ordini online. In parallelo sarà automatizzata anche il 55% circa della preparazione degli ordini gestiti dai centri di confezionamento, abbattendo i costi di circa il 20% per ciascuno, come ci spiega Reuters.
Sono ovviamente altre le leve sulle quali sta lavorando Whole Foods per mantenere il proprio carattere distintivo. Infatti, come sottolinea Progressive Grocer, pur non rinunciando alle sinergie con gli Amazon Fresh e le tecnologie sottostanti, la catena di prodotti biologici per eccellenza punta a mantenere alta la qualità della propria offerta, esplicitando alla clientela i prodotti alimentari e per la cura della persona che non entreranno mai nel suo assortimento, in quanto incompatibili con la missione. Sul fronte della sostenibilità, poi, prosegue l’impegno a sostegno dell’agricoltura rigenerativa e per la riduzione del 50% degli spechi alimentari entro il 2030.
In Gran Bretagna, invece, pare prosegua la dieta di Mark & Spencer costretta, dopo i circa 7.000 esuberi dell’anno passato, a nuovi tagli del personale presso il suo quartier generale. Sulla Retail Gazette i risultati dell’ultimo trimestre, con 205,5 milioni di sterline di margine pre-tasse.
Sulla medesima rivista appare infine la notizia dell’offerta da parte di Authentic Brands per l’acquisto di Boardriders, di cui fanno parte marchi come Quicksilver, Billabong, Roxy e Surf Dive ‘n Ski, che andrebbero così ad aggiungersi a Ted Baker e Juicy Couture. La società, fondata oltre cinquant’anni fa, fattura circa 2,3 miliardi di sterline, gestisce oltre 500 negozi di proprietà e i suoi prodotti sono distribuiti in altri 7.000, che garantiscono una presenza in 35 paesi.
E con questo è tutto. Buona pausa e alla prossima settimana.
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