LEZIONI DI UMILTA'
LEZIONI DI UMILTA'
Dentro i boschi i grandi alberi amano giocare a nascondino. Malgrado siano cattedrali non si fanno trovare e un cercatore di alberi lo sa.
Il gioco che propongo spesso a chi accompagno in camminata è mettere un gruppo di persone a 50 metri da un gigante e attendere che qualcuno lo veda. Pochi ci riescono.
Perché?
In genere l'attenzione è concentrata in ciò che il bosco evidenzia, l'occhio cade sulla manifestazione più esposta, magari fortemente dominante.
Tuttavia dietro la stratificazione di rami, oltre le chiome, sopra il cielo, a livelli diversi c'è la sagoma gigantesca che, se ricomposta, come in quei giochi enigmistici in cui i disegni sono evidenti solo dopo aver unito i punti numerati, si palesa.
Ecco, in un bosco è necessario unire i punti.
Il bravo cercatore si ferma spesso e osserva oltre il sano disordine della foresta.
Mi piace pensare che l'albero non desidera farsi trovare proprio da tutti, non è nascosto per diletto, tuttavia ama svelarsi a chi è in grado di vedere la sua reale grandezza, quella non evidente.
Non si fregia di essere maestoso oltre ogni confronto, anzi è parzialmente coperto da chi è più piccolo e la verità arriva a un passo dalle sue radici, illuminandosi d'immenso.
Quanti alberi mi hanno fatto penare, così introversi da diventare invisibili.
Come certe persone che in silenzio stanno, talmente comuni che quasi si confondono nella folla.
Vestite di niente con la voce bassa, lenta, tendono solo ad ascoltare.
Sono la sfumatura di un tramonto, quelli dell'ultima fila, il fiore piccolissimo, ma ricco di dettagli quasi impercettibili.
Raramente ho incontrato certe anime antiche.
Allora mi fermo, le guardo e comincio a unire i puntini.
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Il capolavoro non tarda a manifestarsi.
Diffido da chi dice di essere umile. Contraddice se stesso e quello che crede di essere.
Chi lo è veramente profuma di bosco, emana un solo alito di vento, è la brezza di mare che coglie all'improvviso, così sottili da sembrare trasparenti consentendo di vedere attraverso.
Hanno un cuore pulito riflesso nelle iridi, grande, enorme per chi sa osservare.
Incuriosita inizio a fare domande consapevole che non sempre otterrò risposte.
Ho imparato a farmi bastare poco, ciò che serve arriva da altri canali.
Un po' come gli alberi che per trovarli devi alzare il naso al cielo, oppure aspettare che arrivi l'inverno per non lasciarsi confondere dalle sfarzose e fitte chiome verdi, spesso così grasse da trarre in inganno, grossi culi verdi sotto i quali spuntano due zampette sottili di corteccia.
Gli immensi alberi e le persone umili hanno qualcosa in comune, la grandezza diversa che niente ha a che fare con le dimensioni.
Posseggono centinaia di anelli concentrici su cui è possibile leggere la storia infinita di esistenze centenarie dense di saggezza e bellezza.
La rotella metrica, in questi casi, va dimenticata a casa.
L' incontro è un dono, di una portata tale da decidere di restare.
Mi siedo e aspetto che uno dei due dice qualcosa e se il silenzio domina, mi godo lo spazio ricco di sguardi.
Respiro con lui, che sia albero o essere umano.
Esiste una comunicazione potente dove la voce non domina e l'umiltà prende posto quieta; nessuno la insegna, dovrete scoprirla dentro una foresta...
o tra moltitudini di persone.
Susanna Vecchioni