L’impatto della crisi su un cluster di 180 aziende industriali della provincia di Ferrara. Analisi dei bilanci d’esercizio del 2020. Tendenze 2021.
Nel 2020 la diffusione della pandemia ha creato una profonda recessione economica internazionale, addirittura peggiore di quella avvenuta dopo la seconda guerra mondiale, la crisi petrolifera del 1973 e quella del 2008-2009. Effetti pesantissimi sono stati registrati sul pil - in Italia nel 2020 è stata registrata una contrazione del 9% - e sulla produzione industriale: a livello nazionale nel 2020 rispetto all’anno precedente ha registrato un calo (sia tendenziale che congiunturale) di oltre dieci punti percentuali. Questo shock si è innestato su andamento del 2019 che già aveva segnato un rallentamento del ciclo economico internazionale. Nel 2021 comunque, anche grazie alle politiche adottate dai governi e dalle istituzioni europee, è stata registrata, almeno nel primo semestre dell’anno e nei mesi successivi, una sostanziale e robusta ripresa dell'economia. Le stime dei più accreditati centri studi stimano per l’anno in corso una crescita del 6% e, come riportato recentemente al forum di Cernobbio della Fondazione Ambrosetti, il livello di fiducia delle imprese è al massimo livello dai primi anni duemila. Una forte ripresa ha anche riguardato la produzione industriale. La domanda interna è in accelerazione (sostenuta anche dai consumi), così come l’export. A livello nazionale l’impatto della crisi non è stato uniforme tra i settori produttivi, e ha determinato effetti differenziati e diversificati, anche tra le unità di uno stesso comparto. Con riferimento alle imprese manifatturiere con almeno 20 addetti (che nel 2018 spiegavano più dell’80 per cento del fatturato della manifattura e oltre il 90 per cento delle esportazioni), gli effetti sono stati diffusi e severi: nel corso del 2020 un’impresa su due ha subìto riduzioni di fatturato pari ad almeno il 10 per cento, e una su quattro ha registrato cadute non inferiori al 25 per cento. Per metà delle imprese le perdite sono state di entità simile sul mercato interno ed estero, a riflesso della natura esogena e globale della crisi, che ha causato un forte ridimensionamento degli scambi internazionali soprattutto nella prima parte dell’anno (Istat, 2021). Vi è, tuttavia, un quarto di imprese che è riuscito a non soffrire riduzioni di fatturato, sostanzialmente grazie alla capacità di tenuta sui mercati esteri. Le aziende hanno registrato una significativa diminuzione dei volumi di vendita e dell’utilizzo della capacità produttiva. In questo contesto, caratterizzato da un andamento a V, prima (nel 2020) rapida caduta dell’economia, poi nel 2021 veloce ripresa, è risultato importante per capire che effetti ha determinato la recessione sulla struttura industriale della provincia di Ferrara realizzare un approfondimento sui bilanci relativi all’esercizio 2020 delle prime 180 aziende industriali manifatturiere (7% dell’industria) con sede legale in provincia. In questo cluster al 2020 risultavano occupati 5667 addetti, pari al 15% del totale degli occupati nell’industria in senso stretto. A consuntivo del 2020 il gruppo di aziende ha maturato un valore della produzione aggregato di 1 miliardo e 32 milioni di euro, in calo del 21% rispetto al 2019 e del 18% rispetto al 2018. Nel 2019 rispetto al 2018 invece era stata registrata una lieve crescita: +3% (pari a 36 milioni di euro). La perdita di fatturato è stata pari, nel 2020 rispetto all’esercizio precedente, a 270 milioni di euro. A livello di classe dimensionale la diminuzione del valore della produzione nel 2020 rispetto al 2019 è distribuita fra tutte le classi dimensionali, solo che le aziende di grandi dimensioni sono quelle che hanno sofferto maggiormente registrando un calo del 39%, seguito dalle medie (-13%), dalle piccole (-7%) e dalle micro (-3%), che sono quelle che hanno sofferto meno. Le aziende hanno registrato una contrazione delle marginali operative e del risultato operativo, nonché del valore aggiunto. Il dato positivo è invece individuabile nel fatto che un numero molto limitato ha chiuso il bilancio von perdite significative. Per quanto riguarda gli indicatori di bilancio sono risultati in peggioramento gli indici di redditività (Roi, Ros e Roe) e quelli di produttività. Segnali positivi invece derivano dall’occupazione, che nel 2020 rispetto al 2019 è risultata sostanzialmente stabile: gli occupati al 2020 ammontano complessivamente a 5667 unità, in calo di 142 unità rispetto al 2019 e di 95 rispetto al 2018.A livello di classe dimensionale la contrazione dell’occupazione si concentra in prevalenza nella grande impresa, mentre la piccola impresa è addirittura cresciuta di 9 unità. In conclusione di questa sintetica analisi è possibile affermare che la crisi derivante dalla pandemia ha impattato sulle aziende industriali ferraresi, anche se nel complesso in forma contenuta e non si segnalano casi di crisi aziendali gravi. Questo quindi è il core di industrie da cui ripartire per lo sviluppo del territorio, anche grazie agli ingenti finanziamenti previsti dal Pnrr.