L'inclusione digitale come spinta economica e sociale

L'inclusione digitale come spinta economica e sociale

Come abbiamo visto nei miei post precedenti, il tema dell'inclusione digitale abbraccia tanti ambiti della nostra quotidianità. Se proviamo ad ampliare la prospettiva, possiamo vedere che le opportunità offerte da questa evoluzione riguardano tutti noi. Questo significa che se mettiamo insieme tecnologia, innovazione e persone possiamo davvero trasformare la vita sociale ed economica delle nostre comunità. Ci sono infatti sicuramente delle aree in cui si può e si deve intervenire per accelerare un processo inclusivo che può portare benefici concreti.

Oggi si parla molto di smart working, anche se in realtà poche aziende stanno sperimentando con i propri dipendenti una nuova modalità di produttività. Una delle spinte propulsive dell’innovazione porta proprio al superamento del concetto di lavoro così come è strutturato oggi, con la stessa organizzazione basata sul modello dell’esercito realizzata con la prima rivoluzione industriale. Il lavoro da remoto ribalta il paradigma che vede l’obbligo dell’orario fisso, della presenza fisica sul luogo di lavoro, e richiede nuovi modelli di lavoro, collaborativi, flessibili per il lavoratore e incentrati sulla condivisione. La fabbrica tradizionale non è morta, ma gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione ci consentono di lavorare ovunque.

Uno degli aspetti meno considerati, per non dire ignorati, dalla politica e dall’economia è il legame stretto fra la riduzione del gender gap e l’aumento del Pil. Parlare di diversity management vuol dire mettere le lavoratrici nelle condizioni di dare il proprio contributo produttivo nel paese. Più c’è un equilibrio fra uomini e donne, anche nei ruoli manageriali e imprenditoriali, e più l’economia cresce. E questo è un dato di fatto.

Ma come possiamo utilizzare gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione per migliorare la nostra quotidianità? Ecco alcuni esempi sparsi:

  • I social network sono reti di persone che conversano fra loro ma possono essere degli strumenti di lavoro formidabili per collaborare e condividere documenti e informazioni.
  • Il networking sociale e professionale che transita online e offline consente di allacciare e mantenere relazioni non solo con la nostra rete ma di ampliare i nostri contatti e quindi di conseguenza di lavorare a distanza.
  • Le nuove professioni che nascono grazie alle tecnologie e al web aprono delle prospettive di occupazione per le nuove generazioni, se sapranno coglierle.
  • Il recruitment ormai si avvale del web per conoscere meglio e valutare i candidati.
  • La brand reputation sta diventando sempre più un asset fondamentale per le aziende, che hanno la necessità di costruire e mantenere relazioni con i propri consumatori, perché tutti quanti noi contribuiamo anche alla reputazione di altre organizzazioni - personalmente o professionalmente – attraverso le conversazioni e le nostre decisioni di acquisto. Parallelamente occorre curare il proprio personal branding, perché anche noi abbiamo bisogno di costruirci la nostra identità professionale online.
  • Il social media emergency management utilizza i social media come strumenti di informazione e comunicazione per la gestione delle emergenze da parte delle istituzioni preposte.
  • La partecipazione dei cittadini diventa fondamentale anche per la ricerca scientifica e al monitoraggio del territorio. Tramite la citizen science la raccolta di dati per importanti ricerche scientifiche diventa possibile grazie al coinvolgimento di volontari in tutto il mondo con risultati assolutamente di valore.
  • La formazione continua è ormai assolutamente indispensabile per aggiornarsi e acquisire nuove competenze professionali e a questo proposito le piattaforme online di elearning diventano uno strumento indispensabile a disposizione di tutti per accedere a formazione universitaria o parauniversitaria a costi minimi e con modalità flessibili.

In conclusione c'è un mondo là fuori che aspetta solo di essere esplorato. Occorre sicuramente maggiore consapevolezza delle opportunità e delle modalità di utilizzo. Ma se non iniziamo noi adulti ad uscire dalla bolla che vede il web e i social network solo come un passatempo, non possiamo pensare che le nuove generazioni possano cogliere e sfruttare al meglio le possibilità infinite a disposizione.

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