Malattie mentali estinte e nuovi malanni
Nella storia della malattia mentale si sono succedute molte patologie che attualmente non sono più credibili, basti pensare alle possessioni demoniache. Sembra che quest’affascinante spiegazione della malattia mentale che fa leva sulle nostre paure primordiali stia diventando obsoleta, ma alla fine dei conti si dimostra essere sempre li, in un angolo, pronta a riaffiorare sospinta dalle nostre paure e insicurezze. Anche se oramai sappiamo che è una teoria falsa, il bisogno di credere all’esistenza di un potere sovra naturale maligno è troppo seducente perché sia rigettata del tutto. Bisogna ammettere che poche teorie nella storia malattia mentale, hanno in se una spiegazione così chiara delle cause e della relativa terapia. Il diavolo nei secoli ha cambiato nome ma si può manifestare ancora in tanti nuovi modi, e la nostra mente razionale vacilla ancora di fronte a certe paure e certe sicurezze conquistate nei secoli possono venire cancellate ancora in un lampo.
Sono quasi scadute le diagnosi di personalità multipla, che tanto hanno inspirato e ancor oggi danno una trama affascinante a film e romanzi, ricordiamo: “La donna dai tre volti”, “Psycho”, “Schegge di Paura”, “Fight Club”, “Io, me e Irene”, “Mullholland Drive”, “ Mr Beaver”.
Com’è superata la nevrastenia o debolezza dei nervi, sono sempre meno i casi diagnosticati come isteria e/o disturbi di conversione. Nell’antica Grecia la causa d’isteria era rintracciata nella migrazione dell’utero e la terapia era di riportare in sede manualmente l’utero che si era spostato. Nel medioevo abbiamo la solita diagnosi passepartout di possessione demoniaca, nell’ottocento invece nacquero insolite terapie come le docce pelviche e il massaggio pelvico. Il medico cercava di produrre attraverso una stimolazione manuale il “parossismo isterico” cioè l’orgasmo, e alcuni maliziosi arrivarono a ipotizzare che molte donne fingessero la malattia per godere finalmente di un orgasmo, grazie a un’efficace stimolazione clitoridea.
Oggi l’ombra del diavolo si proietta sull’economia e aumentano vertiginosamente le diagnosi di malattie per le quali sono disponibili poi cure farmacologiche. La normale timidezza non è più accettabile, e nemmeno mostrarsi ansiosi, nasce la diagnosi di fobia sociale, ed è ovviamente presente una terapia farmacologica, che è molto pericolosa perché funziona come placebo, quindi con pochi effetti collaterali e con grande rischio che diventi una terapia portafortuna contro le disavventure, e quindi stabile.
La cura per la diagnosi di disfunzione erettile è diventata una terapia per aumentare le prestazioni sessuali di tutti gli uomini, anziani e giovani.
La depressione lieve è spesso vista, nel poco tempo dedicato alla visita del paziente dal medico di base (si stima sette, dieci minuti) come un’urgenza da trattare con farmaci. Case farmaceutiche, medici, pazienti premono per una risposta veloce e risolutiva. Dolorosi eventi di vita come lutti, divorzi, perdita del lavoro, che normalmente comportano scoraggiamento e tristezza, e che richiedono tempo per essere metabolizzati sono curati immediatamente con una pastiglia.
Nel disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), si prescrivono pastiglie per tenere calmi e concentrati bambini agitati. Senza dubbio l’aumento della diagnosi è stato di aiuto a molti, ma sono numerosi anche i falsi positivi cioè i piccoli pazienti con sintomi vaghi e ambigui che hanno ricevuto una prescrizione di farmaci.
“Uno studio dimostra che la data di nascita di un bambino ha un notevole valore predittivo per stabilire se gli verrà diagnosticato o meno un ADHD. I maschi nati in gennaio erano per un 70 per cento più a rischio di quelli nati in dicembre, semplicemente perché il primo gennaio era la data limite per l’assegnazione della classe” (Frances A. 2013)
La politica sanitaria segue la moda delle nuove patologie, istituendo servizi specialistici dedicati a malattie specifiche, mentre s’impoveriscono sempre di più centri di salute mentale (CSM) e unità multidisciplinari di età evolutiva ed età adulta (UMEE, UMEA) dove in alcuni casi rimane solo un professionista e quindi sarebbe almeno doveroso rivedere l’acronimo.
Il paziente che non troverà assistenza nei centri pubblici svuotati dall’attuale politica sanitaria molta probabilmente cercherà aiuto altrove anche nei centri specialistici creati per i disturbi specifici, magari accentuando qualche caratteristica della malattia che gli consente di collocarsi nel target d’interessamento del servizio, e andando così ad aumentare il numero delle persone diagnosticate con quel disturbo. Una moderna epidemia di malattie mentali specifiche dove il modello di cura adottato confermerà le influenze culturali che l’hanno prodotto, fino a che moderni sintomi ci porteranno a studiare nuove malattie e proporre cure sempre più specialistiche ed economicamente influenzate.
Il diavolo dove non può mettere il capo vi mette la coda.
“Sessant’anni di ricerca condotta dalle case farmaceutiche non sono riusciti,
nemmeno una volta, a produrre un nuovo farmaco che superasse in efficacia i primi,
scoperti per puro caso”(Lieberman et al. 2005)
Mergo 03/01/2020 Roberto Petrini
Per approfondire: “Primo, non curare chi è normale” di Allen Frances