Metaverso: tutti ne parlano, ma come si può usare nella formazione?

Metaverso: tutti ne parlano, ma come si può usare nella formazione?

Sabato 24.9 è terminato il corso 686 (Fornire consulenza tecnica ai clienti e formarli) nel percorso di preparazione all’esame federale in qualità di Cyber Security Specialist (CSS). Occasione perfetta per uscire dagli schemi, personalizzare una lezione sulla consapevolezza sulla sicurezza informatica e far fare esperienze nuove ai CSS alle prese con la formazione. Oggi, i formatori sono confrontati con richieste di lezioni con discenti in presenza e simultaneamente in remoto. Per questo ritengo che l’abilità dei formatori risieda non solo nella di capacità trasmettere i saperi con metodologie tradizionali e innovative allo stesso ma anche di gestire con efficacia i processi tecnologici e sociali che potenzialmente si potrebbero instaurare all’interno dell’aula (virtuale e/o reale) e di fornire ai corsisti la possibilità di apprendere attraverso il fare (learning by doing) all’interno di contesti quanto più simili alla realtà. Nell’ambiente simulato (metaverso), infatti, risulta di primaria importanza creare una infrastruttura che renda quanto più verosimile e realistico il contesto lavorativo di riferimento per far sì che il corsista possa sentirsi realmente a suo agio e sviluppare quelle competenze trasversali, le soft skills, necessarie per il buon funzionamento delle organizzazioni lavorative. Il metaverso si presta perfettamente a questi scenari, un mondo virtuale strettamente collegato a quello reale la cui fruizione nel corso degli anni è avanzata con il progredire della tecnologia. Spesso si parla di metaverso come un unico spazio digitale; in realtà si tratta di svariati progetti, differenti tra loro, messi a disposizione degli utenti da parte di privati, aziende centralizzate o entità decentralizzate che permettono l'interazione, lo sviluppo e la crescita tramite strumenti tecnologici. I dati e le informazioni sono la sua linfa vitale e al suo interno ritroviamo gli stessi parametri dell'universo fisico quindi le tre dimensioni lunghezza larghezza e profondità che insieme al tempo definiscono il cyberspazio. Ecco perché gli esperti definiscono il metaverso come il web 3.0. Un’ evoluzione tridimensionale del web a noi conosciuto. La formazione tramite realtà virtuale si è dimostrata altamente d’impatto: i discenti danno la piena attenzione alle esperienze in “mondi virtuali” e assorbono e mantengono le informazioni in modo più efficace, soprattutto grazie alla possibilità di essere in presenza virtuale o fisica. L’apprendimento nel metaverso porta il concetto di realtà virtuale un passo più in là, permettendo a formatori e discenti di collaborare in un ambiente 3D utilizzando qualsiasi strumento in loro possesso; cellulare, tablet, computer o visore. Inteso come estensione della realtà virtuale, il metaverso supporta ancora meglio l’interattività, l’apprendimento per casi reali e quello esperienziale. Cogliamo le opportunità che la tecnologia ci offre distaccandoci dai preconcetti.

Secondo uno studio condotto da pwc, i discenti che studiano in realtà virtuale:

• Si sono formati 4 volte più velocemente che in aula;

• Sono 275% più sicuri delle loro skills;

• Sono 3.75 volte più emotivamente connessi al contenuto della formazione;

• Sono 4 volte più concentrati dei loro compagni che studiano in modo tradizionale.

Inneschiamo un cambio di paradigma.

#apprendereinnovando

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