Minsait News Italia | 8 marzo 2024

Minsait News Italia | 8 marzo 2024

Una settimana molto, molto impegnativa per le Big Tech in Europa. Il 6 marzo è entrato pienamente in vigore il Digital Markets Act (DMA), il nuovo quadro normativo europeo per regolare i mercati nel settore digitale, e il giorno seguente è scaduta la deadline imposta dall’Unione europea per conformarsi al nuovo regolamento per le 6 aziende identificate come “gatekeeper” (Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft). Lo scopo del DMA è far sì che le grandi società tecnologiche non privilegino i propri servizi a scapito di quelli della concorrenza. Questo regolamento, però, rischia di scontentare tutti: le Big Tech sono preoccupate dalla perdita dei propri ricavi; le aziende più piccole non ritengono sufficienti le misure imposte dal nuovo regolamento.

Ancora più complicata la settimana di Apple che, oltre all’entrata in vigore del DMA, ha ricevuto una multa record di 1,8 miliardi di dollari da parte della Commissione europea per aver violato le regole sulla concorrenza nel settore dello streaming musicale. In particolare, le indagini della Commissione erano state avviate nel 2019 in seguito alla denuncia da parte di Spotify per concorrenza sleale. L’accusa della società svedese ad Apple era duplice: da un lato, Apple era imputata di non informare a dovere i propri utenti sulle alternative ad Apple Music presenti nell’App Store; su un altro fronte, Spotify lamentava l’obbligo di dover sottostare al sistema di pagamento di Apple, con cui veniva addebitata una commissione del 30%. Apple, con una nota, ha annunciato che farà ricorso.

Anche oltreoceano non ci si annoia: Elon Musk ha fatto causa a OpenAI e Sam Altman per aver violato il contratto che fondò la startup. Nello specifico, Musk (che nel 2015 fondò OpenAI insieme a Sam Altman e Greg Brockman) critica la scelta di OpenAI di non rendere open source il proprio modello GPT-4, e ritiene che OpenAI abbia già ottenuto la cosiddetta “intelligenza artificiale generale” e ne abbia concesso l’uso in licenza a Microsoft. Però, secondo esperti e accademici statunitensi, le tesi di Musk non reggono su basi solide. Dichiara Mark Lemley, professore alla Stanford Law School: “la denuncia non cita alcun contratto tra Musk e l'azienda, né quali diritti avrebbe per far valere tali principi o per ottenere il rimborso dei suoi soldi”, riferendosi all’unico documento citato nella causa, ovvero uno scambio di email avvenuto tra Musk e Altman.


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Gli italiani continuano ad utilizzare maggiormente il contante rispetto ai mezzi di pagamento elettronici, secondo un rapporto di minsait payments.

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In occasione dell'8 marzo, abbiamo intervistato la Country Procurement Director di L'oreal Italia S.p.A. Carmen Carulli nella rubrica del nostro podcast Donne che Ispirano:

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