Nei bilanci Esg principi Ue più soft sulla materialità
L’Efrag ha presentato alla Commissione le bozze di 12 principi
Sole24Ore | 7 febbraio 2023

Nei bilanci Esg principi Ue più soft sulla materialità L’Efrag ha presentato alla Commissione le bozze di 12 principi

Nei bilanci Esg principi Ue più soft sulla materialità

L’EFRAG ha presentato alla Commissione le bozze di 12 principi

Il pacchetto è allineato con i dossier internazionali in attesa della convergenza

Il 22 novembre 2022 l’European financial reporting advisory group (Efrag) ha presentato alla Commissione Europea, in qualità di suo consulente tecnico sulla rendicontazione di sostenibilità, la prima serie degli European sustainability reporting standards (Esrs). Efrag ha consegnato le prime 12 bozze rielaborate dopo la fase di consultazione pubblica; le circa 750 risposte pervenute in consultazione hanno consentito di migliorare il contenuto e l’applicabilità degli standard.

Sono tre le principali linee di intervento di Efrag rispetto alla precedente bozza.

Allineamento agli standard internazionali

Efrag evidenzia come l’attuale bozza degli Esrs sia allineata con gli standard di rendicontazione internazionali finora emanati dall’International sustainability standards board (Issb), costola Esg della Ifrs Foundation. L’obiettivo è raggiungere la auspicata convergenza degli standard di reporting Esg su scala globale: la conformità agli Esrs dovrebbe quindi significare conformità agli standard Issb e viceversa.

Gli Esrs seguono oggi la medesima struttura proposta dall’Issb (governance; strategia; gestione del rischio; metriche e obiettivi), pur mantenendo la necessaria armonia con il principio della doppia materialità (d’impatto e finanziaria) e garantendo un’adeguata copertura delle tematiche previste dalla direttiva europea sulla rendicontazione di sostenibilità (Corporate sustainability reporting directive, Csrd).

Efrag ha innanzitutto allineato tutti i concetti e le definizioni chiave (ad esempio materialità finanziaria, catene del valore) e ha ripreso fedelmente i requisiti di rendicontazione proposti dall’Issb, con le sole modifiche e aggiunte necessarie per la conformità alle normative europee.

Le modifiche apportate incorporano anche il contenuto degli standard oggi più diffusi in ambito internazionale, quelli emanati da Global reporting initiative (Gri), e tengono conto dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e delle linee guida dell’Ocse per le imprese multinazionali nella misura più ampia possibile, così come richiesto dalla Csrd.

Centralità del processo di valutazione della materialità 

La centralità del processo di valutazione della materialità consente alle aziende di poter rendicontare solo sui punti salienti, senza dover indicare il motivo per cui certe informazioni non sono considerate rilevanti, diversamente dall’approccio iniziale della ipotesi confutabile (la rebuttable presumption, secondo cui tutti gli obblighi di disclosure sono da considerare rilevanti per tutte le imprese a prescindere dal settore di appartenenza, fino a prova contraria). 

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La maggior parte delle imprese riferirà solo su una parte degli Esrs rilevante per il proprio settore e modello di business. Con questo cambiamento risulta più semplice definire le materie rilevanti nell’attività di reporting, che in questo modo si discosta dalla rigida compliance che necessariamente scaturiva dall’adozione del principio della rebuttable presumption. Le imprese potranno soddisfare i requisiti Esrs mediante:

a) una rendicontazione con le informazioni generali e quelle relative all’impatto sul cambiamento climatico;

b) una rendicontazione basata sul processo di valutazione della materialità, che copra sia la materialità dell’impatto Esg che la materialità finanziaria e i relativi punti di intersezione;

c) l’eventuale divulgazione di ulteriori informazioni solo per le questioni di sostenibilità che le imprese stesse ritengono rilevanti.

Snellimento degli obblighi di informativa

Efrag ha ridotto di quasi la metà i requisiti di divulgazione rispetto alla bozza precedente. Queste le modifiche principali:

a) eliminazione di un numero significativo di obblighi di informativa; 

b) molti obblighi di informativa saranno soggetti a un periodo di introduzione graduale, pertanto dovranno essere rendicontati solo uno-tre anni dopo l’entrata in vigore del particolare Esrs per quel particolare settore/business;

c) la rendicontazione che richiede dati dai partner strategici della catena del valore non sarà richiesta per i primi tre anni, nel corso dei quali le imprese utilizzeranno solamente propri dati per fornire approfondimenti sulla catena del valore.

Le modifiche agli Esrs rappresentano una risposta ai legittimi dubbi sollevati durante la fase di consultazione pubblica. Gli standard proposti per l’adozione alla Commissione Europea appaiono oggi più chiari e fruibili da parte degli operatori del settore e già allineati con gli altri standard internazionali.

IL QUADRO DEI REQUISITI SU AMBIENTE, SOCIALE E GOVERNANCE 

Nel novembre 2022 il Sustainability reporting board dell’Efrag ha approvato le bozze dei primi 12 standard sulla rendicontazione di sostenibilità. 

Questo primo set è composto da principi trasversali (Esrs 1 e Esrs 2) e da standard specifici per le tematiche dell’ambiente (Esrs E), del sociale (Esrs S) e della governance (Esrs G). Una seconda serie di standard specifici per settore di attività seguirà nei prossimi mesi.

COMPONENTE AMBIENTE

Esrs E1 – Cambiamento climatico

La bozza di standard Esrs E1 specifica i requisiti di informativa delle imprese sul tema climate change nella rendicontazione non finanziaria, nell’ottica di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, in linea con l’Accordo di Parigi, e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. 

I requisiti di informativa comprendono, in sintesi:

1 Il piano di transizione per la mitigazione del cambiamento climatico adottato dall’impresa, fornendo, tra l’altro, dimostrazione di come gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (Greenhouse Gas, GHG) siano compatibili con l’obiettivo di contenimento del riscaldamento globale a 1.5°C;

2  Informazioni sulla resilienza della strategia e del modello di business dell’impresa rispetto al cambiamento climatico;

3 Descrizione dei processi impiegati per identificare e misurare gi impatti, rischi ed opportunità relativi al clima;

4 Descrizione dei criteri adottati per gestire gli impatti, rischi ed opportunità relativi alla mitigazione ed all’adattamento al cambiamento climatico;

5 Descrizione delle azioni adottate per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico e delle risorse destinate alla loro realizzazione;

6 Gli obiettivi fissati dall’impresa in materia di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico (ivi compresi gli obiettivi di riduzione di emissioni di GHG Scope 1, 2 e 3);

7 Informazioni sui consumi di energia e sulla composizione del mix energetico utilizzato, ivi compresa la quota di energie rinnovabili;

8 Le emissioni totali di GHG, con il dettaglio delle emissioni Scope 1, Scope 2 e Scope 3;

9 Informazioni sui progetti di rimozione e stoccaggio dei GHG nella propria attività e nelle proprie catene di valore, nonché le attività analoghe finanziate attraverso l’acquisto di carbon credits;

10 Informazioni sull’esistenza di sistemi di carbon pricing interni all’impresa e sulle modalità in cui questi vengono utilizzati nei processi decisionali ed incentivano l’implementazione di politiche climatiche;

11 Informazioni sui potenziali effetti finanziari dei rischi significativi di natura fisica e legati alla transizione, nonché sulle potenziali opportunità legate al cambiamento climatico.

Lo standard fornisce, oltre al glossario per una chiara fruizione della norma, anche le metriche e gli obiettivi da adottare per la gestione dei gas serra emessi. 

Esrs E2 – Inquinamento 

La bozza di standard Esrs E2 specifica i requisiti di informativa previsti per le imprese sul tema inquinamento, in accordo con il Piano d’azione dell’UE «Verso un inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo», al fine di raggiungere l’obiettivo di un ambiente a inquinamento zero, privo di immissioni di sostanze tossiche atte a generare un impatto negativo.

I requisiti sui quali l’impresa è tenuta a rendicontare sono, in sintesi: 

1 Descrizione dei processi per l’identificazione e la valutazione di impatti, rischi ed opportunità significativi relativi all’inquinamento; 

2 I criteri posti in atto per gestire impatti, rischi ed opportunità significativi relativi alla prevenzione ed al controllo dell’inquinamento; 

3 Le azioni adottate per prevenire o mitigare gli impatti negativi, e le risorse allocate per la loro implementazione;

4 Gli obiettivi adottati in relazione all’inquinamento (aria, acqua, suolo, sostanze nocive);

5  Le sostanze inquinanti prodotte, utilizzate o causate durante i processi di produzione e che escono dai propri impianti nella forma di emissioni, prodotti, o parti di prodotti o servizi (con dettaglio separato di inquinanti dell’aria, inquinanti dell’acqua, inquinanti inorganici, sostanze dannose per l’ozono, microplastiche);

6 Informazioni sulla produzione, uso, distribuzione, commercializzazione, importazione ed esportazione di sostanze nocive, a sé stanti, miscelate o contenute in altri prodotti;

7 I potenziali effetti finanziari dei rischi e delle opportunità significative derivanti dall’impatto in termini di inquinamento.

Le sostanze nocive, ai fini di questo standard, sono suddivise in due categorie: 

a) sostanze che destano preoccupazione; 

b) sostanze che destano massima preoccupazione. Ciascuna categoria è definita attraverso precisi riferimenti normativi nell’Appendice A – Definizioni di Esrs E2.

Esrs E3 – Acqua e risorse marine

La bozza di standard Esrs E3 indica i requisiti di informativa per le imprese sul tema Risorse idriche e marine, nel quadro delle ambizioni del Green deal europeo, ed al fine di garantire la sostenibilità della blue economy e della pesca.

I requisiti di informativa sui quali l’impresa è tenuta a rendicontare sono: 

1 Descrizione dei processi impiegati per identificare e valutare gli impatti, rischi ed opportunità significativi sulle risorse idriche e marine (con riferimento alle attività proprie ed alla catena di valore);

2 Informazione sui criteri adottati per la gestione degli impatti, rischi ed opportunità significativi sulle risorse idriche e marine;

3 Informazioni sulle azioni adottate in materia di risorse idriche e marine e risorse allocate per la loro implementazione;

4 Informazione sugli obiettivi adottati in materia di risorse idriche e marine;

5 Informazioni sui risultati ottenuti in tema di consumo di acqua in relazione a impatti, rischi ed opportunità significativi (in relazione alle attività proprie dell’impresa e comprendenti: consumo totale, consumo totale in aree soggette a significativo rischio idrico, metodologie utilizzate per il calcolo dei dati, quantità di acqua riciclata e riutilizzata, quantità di acqua in stoccaggio);

6 Informazioni sui potenziali effetti finanziari dei rischi ed opportunità significativi correlati all’impatto sulle risorse idriche e marine.

L’aspetto della sostenibilità acqua e risorse marine riguarda il rapporto dell’impresa con l’acqua e le risorse marine nelle proprie operazioni, nella catena del valore in termini di impatti, rischi e opportunità e il modo in cui affronta efficacemente tali questioni. 

Esrs E4 – Biodiversità ed ecosistemi 

La bozza di standard Esrs E4 specifica i requisiti di informativa delle imprese sul tema Biodiversità ed ecosistemi nel report di sostenibilità. Lo standard è modellato sulla base degli obiettivi:

1 dei Nove confini planetari, relativi all’integrità della biosfera e del cambiamento del sistema terra, elaborati dallo Stockholm Resilience Centre dell’Università di Stoccolma;

2 degli obiettivi delineati nel Post 2020 Global biodiversity framework della UN Convention on biological diversity (nessuna perdita netta entro il 2030, guadagno netto a partire dal 2030 e recupero completo entro il 2050);

3 della Strategia dell’UE per la Biodiversità per il 2030 con gli obiettivi fissati dall’EU Nature restoration plan e dall’Enabling transformative change.

I requisiti informativi sui quali l’impresa è tenuta a rendicontare sono: 

1 Informazioni sul piano di transizione adottato per garantire che il modello di business e la strategia siano compatibili con il rispetto dell’integrità della biosfera e con gli obiettivi indicati nel Post 2020 Global biodiversity framework e nella Strategia dell’UE per la Biodiversità per il 2030;

2 Impatti, rischi ed opportunità significative sulla biodiversità e sugli ecosistemi e loro interazioni con il modello di business e la strategia; 

3 Descrizione dei processi impiegati per indentificare e valutare gli impatti, rischi ed opportunità significativi correlati alla biodiversità ed agli ecosistemi; 

4 Criteri adottati in materia di biodiversità ed ecosistemi;

5 Azioni adottate in materia di biodiversità ed ecosistemi e risorse allocate per la loro implementazione;

6 Obiettivi adottati in materia di biodiversità ed al cambiamento degli ecosistemi;

7 Metriche di impatto relative alla biodiversità ed agli ecosistemi;

8 Potenziali effetti finanziari derivanti da rischi ed opportunità originati da impatti sulla biodiversità e sugli ecosistemi;

L’aspetto della sostenibilità biodiversità ed ecosistemi riguarda il rapporto dell’impresa con gli habitat terrestri, d’acqua dolce e marini, gli ecosistemi e le correlate fauna e flora; riguarda altresì gli equilibri tra gli organismi viventi di qualsiasi origine e i complessi ecologici di cui fanno parte. 

Il concetto di limite ambientale o confine planetario espresso nello standard è inteso come il punto oltre il quale esiste un rischio significativo di cambiamenti irreversibili, o difficili da invertire, dei benefici derivanti dai sistemi di risorse naturali, con impatti sul benessere umano.

Esrs E5 – Uso delle risorse ed economia circolare 

La bozza di Standard Esrs E5 specifica i requisiti di informativa per le imprese sul tema Uso delle risorse ed economia circolare nei bilanci di sostenibilità. 

L’economia circolare è un sistema economico in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle altre risorse dell’economia viene mantenuto il più a lungo possibile, migliorando il loro uso efficiente nella produzione e nel consumo, riducendo così l’impatto ambientale del loro utilizzo, minimizzando i rifiuti e il rilascio di sostanze pericolose in tutte le fasi del loro ciclo di vita. 

I requisiti informativi sui quali l’impresa è tenuta a rendicontare sono:

1 Descrizione dei processi adottati per identificare e valutare gli impatti, rischi e opportunità significativi correlati all’uso delle risorse e all’economia circolare; 

2 Criteri adottati per gestire i propri impatti, rischi ed opportunità correlati all’uso delle risorse ed all’economia circolare (ivi compreso l’utilizzo di risorse non-vergini e il contributo alla produzione rigenerativa di risorse rinnovabili ed alla rigenerazione degli ecosistemi);

3 Azioni adottate in materia di uso delle risorse ed economia circolare e risorse allocate per la loro implementazione;

4 Obiettivi adottati in materia di uso delle risorse ed economia circolare;

5 Informazioni relative ai flussi significativi di risorse in entrata (tra cui: peso complessivo dei prodotti e materiali impiegati, peso dei materiali rinnovabili provenienti da fonti rigenerabili, peso dei prodotti e materiali riutilizzati o riciclati);

6 Informazioni relative ai flussi significativi di risorse in uscita, compresi i rifiuti (tra cui: peso complessivo dei materiali derivanti dai prodotti e servizi che sono stati progettati con principi di circolarità o che possono consentire un utilizzo circolare in altri stadi della catena del valore, totale complessivo dei rifiuti generati distinto in base alle possibilità di riuso e riciclaggio, peso e tipologia di ogni rifiuto pericoloso o non pericoloso , distinto per tipologia di trattamento);

7 Potenziali effetti finanziari derivanti da impatti, rischi ed opportunità correlati all’uso delle risorse e all’economia circolare.

L’obiettivo dello standard è massimizzare e mantenere il valore delle risorse, dei prodotti e dei materiali creando un sistema che consenta la rinnovabilità, l’uso ottimale a lungo termine o il riutilizzo, la ristrutturazione, la rigenerazione, il riciclaggio e la biodegradazione.

COMPONENTE SOCIALE

Esrs S1 – Forza lavoro propria

La componente «sociale» consta di quattro principi, di cui il primo (Esrs S1), riguarda la forza lavoro.

L’obiettivo principale di Esrs 1 è quello di individuare i requisiti di informativa che il bilancio di sostenibilità deve necessariamente contenere al fine di permettere agli utilizzatori di tale reportistica di comprendere appieno gli impatti dell’impresa sul proprio personale dipendente. 

In particolare, Esrs 1 prevede che debbano essere fornite le seguenti informazioni:

come l’impresa influisce sulla propria forza lavoro (impatti positivi e negativi, impatti effettivi od anche solo potenziali); 

descrizione delle azioni intraprese per prevenire, mitigare o risolvere gli impatti negativi;

come tali impatti possono tradursi in rischi e opportunità di carattere materiale per l’impresa, con particolare riferimento anche agli effetti finanziari di breve, medio e lungo periodo. 

Esrs S1 ritiene indispensabile che l’impresa fornisca anche talune informazioni di carattere generale circa l’approccio adottato in relazione a rilevanti questioni sociali quali le condizioni di lavoro presenti in azienda (orario, salario adeguato, contrattazione collettiva, work-life balance, tutela della salute e della sicurezza), la tutela della parità di trattamento e di opportunità (garanzia della parità di genere e della parità di retribuzione, occupazione ed inclusione delle persone con disabilità, prevenzione di comportamenti violenti e molestie) la garanzia della tutela di altri diritti fondamentali quale, ad esempio, la privacy.

Esrs S2 – Lavoratori nella catena del valore

Il secondo principio della componente social, lo standard Esrs S2, definisce i requisiti di informativa che la reportistica di sostenibilità deve contenere al fine di consentire agli utilizzatori della stessa di poter individuare gli impatti materiali che l’attività d’impresa, le operazioni poste in essere (che si traducono, principalmente, in prodotti e servizi) e, più in generale, l’organizzazione d’impresa stessa possono provocare su tutti quei lavoratori che operano lungo le catene del valore e che contribuiscono ad alimentarle.

La definizione che Esrs S2 fornisce di lavoratori che fanno parte della catena del valore abbraccia tutte quelle risorse umane che non rientrano nella definizione di forza lavoro (che, ricordiamo, ricomprende i dipendenti, gli appaltatori, i lavoratori autonomi e i lavoratori forniti da imprese terze per attività prettamente operative) ma che svolgono un compito o ruolo nella catena del valore, a prescindere dalla natura del rapporto contrattuale in essere con l’impresa e dall’esistenza del rapporto stesso. 

In sintesi, il principio Esrs 2 si riferisce a quel gruppo di stakeholders impegnati a

monte e/o a valle della catena del valore.

Il principio Esrs S2 impone di evidenziare tanto gli impatti negativi quanto quelli positivi e di non limitarsi a descrivere solamente quelli effettivi ma anche di dar conto di quelli che hanno natura potenziale. La società dovrà essere in grado, in particolare, di rimarcare come le operazioni poste in essere possano impattare sui lavoratori posizionati nella catena del valore e quali sono le azioni e le policy messe in atto per cercare di prevenire, ridurre o addirittura eliminare gli impatti negativi.

Inoltre, in caso di impatti negativi rilevanti, l’impresa dovrà distinguere quelli che hanno natura sistemica o sono diffusi nei contesti in cui opera l’impresa da quelli che sono legati a singoli eventi (ad es. un incidente industriale). 

Nel caso di effetti positivi, dovrà essere fornita una sintetica descrizione delle attività che li hanno provocati e si dovrà dar conto delle categorie di lavoratori che ne hanno beneficiato.

Esrs S3 – Comunità interessate

Obiettivo fondamentale dell’Esrs S3 (il terzo principio della componente social) è quello di individuare tutti i requisiti di informativa che la reportistica di sostenibilità deve necessariamente contenere al fine di rendere sufficientemente edotti gli utilizzatori circa gli impatti di natura materiale che l’attività della società e i suoi specifici comportamenti hanno sulle cosiddette «comunità interessate», ovvero su tutte quelle persone (o gruppi di persone) che risiedono in un’area geografica prossima a quella in cui opera l’impresa.

Le quattro direttrici fondamentali, tra loro strettamente correlate, in cui si articola l’Esrs S3 e che devono trovare adeguata informativa sono:

le politiche formalizzate per identificare i rischi e gestire gli impatti dell’attività d’impresa sulle comunità; 

i processi adottati per garantire il coinvolgimento delle comunità interessate; 

le guidelines messe in campo per porre rimedio agli impatti negativi e implementazione di processi idonei a garantire il coinvolgimento delle comunità; 

le iniziative poste in essere per porre rimedio alle minacce ed ai rischi di impatto negativo e per amplificare gli impatti positivi. 

Il primo dei disclosure requirements prevede la necessità di dare conto dell’eventuale presenza di comunità significativamente impattate dall’attività d’impresa e di tutte le politiche adottate per la gestione di tali impatti; il principio raccomanda, ad esempio, di trattare adeguatamente la tematica dell’impegno in materia di tutela dei diritti umani.

Con riguardo al secondo requisito di informativa, l’impresa dovrà illustrare i canali attraverso i quali interagisce e dialoga con le comunità locali al fine di renderle adeguatamente informate circa i riflessi e gli impatti dell’attività d’impresa; lo standard, tra gli esempi portati in risalto, raccomanda di illustrare adeguatamente gli effetti dell’attività sul territorio e il livello di compliance della tipologia di business con il contesto normativo ed amministrativo.

Per assolvere al terzo disclosure requirement sarà fondamentale indicare l’approccio adottato per porre rimedio agli impatti negativi identificati e le azioni concretamente poste in essere per dare alle comunità la possibilità di sollevare questioni ed esporre opinioni.

Infine, nell’ultimo dei requisiti di informativa, l’impresa dovrà spiegare il lavoro già svolto ed in corso di svolgimento per prevenire, ridurre e, ove possibile, eliminare gli impatti negativi dell’impresa sulle comunità e per accrescere ancora di più gli impatti positivi. Si dovrà dare conto dell’effettività di tali azioni.

Esrs S4 – Consumatori ed utilizzatori finali

L’ultimo degli standard della componente social è l’Esrs S4 che si occupa di disciplinare i requisiti di informativa che il bilancio di sostenibilità dovrà contenere al fine di circoscrivere ed evidenziare debitamente i rischi e gli impatti di natura materiale che l’attività della società, i prodotti realizzati e i servizi offerti hanno sui consumatori e sugli utilizzatori finali, intesi come quei soggetti che si trovano a valle della catena del valore e da cui, più di tutti, dipende, in ultima istanza, la generazione del valore.

Anche l’Esrs S4, coerentemente con gli altri principi che regolano le tematiche sociali, si articola in quattro direttrici fondamentali che devono trovare adeguata informativa nella reportistica di sostenibilità:

le politiche formalizzate per identificare i rischi e gestire gli impatti dell’attività d’impresa sui consumatori finali; 

i processi adottati per assicurare il coinvolgimento dei consumatori; 

l’approccio adottato per limitare gli impatti negativi e i canali di cui si serve l’impresa per dare voce alle specifiche esigenze dei consumatori finali; 

le iniziative poste in essere per porre rimedio alle minacce ed ai rischi di impatto negativo e per amplificare gli impatti positivi. 

Il primo dei disclosure requirements raccomanda di rendere edotti i lettori in merito al tipo di politiche adottate dalla società per la gestione dei rischi e degli impatti sugli utilizzatori finali; il principio raccomanda espressamente di fornire specifiche informazioni nel caso in cui, nel corso dell’anno, vi fossero significativi cambiamenti nelle policies ascrivibili, ad esempio, alle nuove esigenze ed  aspettative mostrate dai consumatori in relazione ad uno o più prodotti o a mutati approcci alle tematiche di sostenibilità.

Con riguardo al secondo requisito di informativa, l’impresa dovrà illustrare, in particolare, in che maniera i processi aziendali sono in grado di individuare e di tener conto, nell’offerta di prodotti e servizi, degli interessi, delle esperienze e delle aspettative esplicitate dai clienti.

Si riterrà, invece, assolta l’informativa da fornire in merito al terzo requisito di informativa se la società darà adeguata indicazione dell’approccio adottato per porre rimedio agli impatti negativi identificati e delle azioni concretamente poste in esse re per dare agli utenti la possibilità di esplicitare le proprie esigenze e esporre le proprie opinioni; è importate spiegare come il consumatore valuta l’efficacia di tali azioni.

Con riferimento all’ultimo disclosure requirement, va rilevato che la società dovrà dare conto, in particolare, dell’effettività delle azioni adottate.

COMPONENTE GOVERNANCE

Esrs G1 – Condotta aziendale

La componente «governance» viene disciplinata da un unico standard, l’Esrs G1 – Business conduct, che si pone come obiettivo generale quello di evidenziare in che modo e in quale misura il modus agendi dell’organizzazione è guidato, ispirato e costantemente soggetto al rispetto del codice di condotta aziendale. Ciò viene reputato fondamentale per assicurare l’adozione di un modello di business trasparente e sostenibile, con chiaro beneficio per tutti gli stakeholders

Il principio in oggetto contiene sei requisiti di informativa, che devono essere sviluppati nel bilancio di sostenibilità.

Il primo dei disclosure requirement si sofferma sulla necessità di dare conto delle iniziative poste in essere dall’organizzazione per definire, sviluppare e sostenere continuamente una cultura aziendale in grado di integrarsi armoniosamente con il codice di condotta. 

Di particolare importanza risulta essere il ruolo degli organi direzionali e di controllo, che devono, ciascuno nel rispetto dei propri ruoli, promuovere e controllare il rispetto della cultura aziendale. Nel caso il codice di condotta aziendale abbia significative carenze a livello di policies, l’informativa dovrà dare menzione delle azioni da porre in essere per sanarle.

Il secondo requisito di informativa pone l’attenzione sulla necessità che il management della società adotti comportamenti corretti nei confronti dei propri fornitori, con l’obiettivo primario di salvaguardare la filiera di approvvigionamento. 

La società dovrà rendere edotti gli stakeholders circa i criteri di carattere sociale ed ambientale utilizzati nella selezione dei fornitori e le azioni messe in atto per supportare quelli più deboli, con l’intento di guidarli verso comportamenti improntati al rispetto dell’ambiente e del contesto sociale.

Il terzo e il quarto disclosure requirement risultano essere strettamente collegati tra loro: il terzo impone all’organizzazione di descrivere le politiche adottate per prevenire adeguatamente episodi di frode e/o corruzione mentre il quarto impone di darne adeguata informativa nel caso in cui tali episodi si verifichino.

Nel quinto requisito di informativa sono indicate le informazioni da fornire nel caso in cui la società eserciti un’influenza politica non trascurabile (oppure ne tragga beneficio per effetto di talune iniziative quali le attività di lobby) mentre l’ultimo dei disclosure requirement ha come scopo quello di evidenziare il rispetto delle tempistiche di pagamento nei confronti dei propri fornitori, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese. L’impresa dovrà, in particolare, indicare le tempistiche medie di pagamento per le principali categorie di fornitori e la presenza di eventuali contenziosi in caso di pagamenti effettuati in ritardo.

Trasparenza su controllo interno e gestione rischi

Nell’Esrs 2 definiti i requisiti dell’informativa di sostenibilità

L’Esrs 1 e l’Esrs 2 sono principi cross-cutting che definiscono l’architettura di base della rendicontazione sulla sostenibilità nella Ue, nonché i requisiti generali di rendicontazione e di informativa che devono essere forniti da tutte le imprese nell’ambito della direttiva Csrd. L’Esrs 2 - General disclosures stabilisce i requisiti dell’informativa di sostenibilità di carattere trasversale da cui l’informativa stessa non può prescindere. 

Il primo capitolo si prefigge di esplicare i principi che regolano la predisposizione dell’informativa di sostenibilità e le informazioni da fornire al verificarsi di specifiche circostanze (quando si devia dall’orizzonte temporale definito nell’Esrs 1, quando vi è un particolare livello di incertezza nelle stime, quando si sono verificati cambiamenti nelle metodologie di presentazione, quando si riscontrano errori nei precedenti periodi ecc.)

Oggetto del secondo capitolo (governance) è l’informativa da rendere con riguardo a processi, procedure e controlli posti in essere dalla società per monitorare e gestire le tematiche di sostenibilità. Vengono individuati cinque disclosure requirements:

  • ruoli, responsabilità e competenze degli organi di amministrazione, direzione e controllo in materia di sostenibilità; 
  • processi, procedure e politiche adottate al fine di rendere edotti gli organi di governance sulle principali tematiche di sostenibilità e relativi impatti, rischi ed opportunità sull’organizzazione aziendale; 
  • interconnessioni tra sistemi di incentivazione e politiche di sostenibilità; 
  • processi di due diligence in tema di sostenibilità; 
  • caratteristiche del sistema di gestione dei rischi e di controllo interno in relazione al processo di rendicontazione di sostenibilità. 

Il terzo capitolo (strategia) tratta delle informazioni da fornire relativamente alla posizione di mercato della società (principali prodotti, servizi, tipologia di clienti, segmenti significativi in cui opera, descrizione del business model e delle proprie value chains). Il capitolo prevede anche come la società debba evidenziare:

  • in che modo ha adattato strategia e modello di business per tutelare gli interessi degli stakeholders; 
  • la descrizione dettagliata del risultato dell’analisi di materialità, con elenco e descrizione dei rischi, delle opportunità e degli impatti individuati e di come essi interagiscono con il modello di business. 

Il quarto capitolo si concentra sul processo attraverso il quale l’impresa identifica impatti, rischi e opportunità e ne valuta la rilevanza, come base per determinare le informazioni da fornire nel suo bilancio di sostenibilità. La società, inoltre, deve dare conto delle motivazioni che hanno portato a considerare taluni argomenti come non materiali e dei disclosure requirements presentati per gli argomenti che sono risultati materiali.

L’Esrs 2 contiene poi alcune linee guida obbligatorie per illustrare tutte le informazioni che devono essere rese quando la società descrive le proprie politiche, azioni, target in risposta a un determinato principio e quando è necessario integrare le richieste dei principi con ulteriori dettagli «entity specific» per migliorare la chiarezza dell’informativa.



Benigno Pizzuto

Founder/Research Fellow

1 anno

Complimenti, ottimo articolo!

Marco, la tua Visione va oltre, tutti i sognatori hanno una bella visione. La SRG 88088, è una straordinaria opportunità per le Aziende Italiane e non solo. Gli ESRS trovano piena soddisfazione negli esiti di un Sistema di gestione SRG88088. I Facility Point SRG, la più grande rete italiana di professionisti per la Sostenibilità saranno i protagonisti assoluti del futuro delle nostre aziende. Ci siamo, siamo tutti pronti a trasformare una Visione in una brillante Missione. Grazie Marco

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