Noccioline di resilienza n.6: Affrontare la realtà

I bambini, per nascondersi, si coprono gli occhi con le mani; se loro non vedono te, tu non puoi vedere loro. Qualcosa di molto simile vale anche per gli adulti; a un livello di rielaborazione concettuale molto più complesso, agisce però lo stesso criterio.

“Alcune persone credono che dimenticare qualcosa significhi farlo cessare di esistere” (Abraham J. Twerski).

Esploriamo questo concetto: io personalmente lo trovo di livello “strategico”; devo ammettere che la mia vita è piena d’illusioni basate su questo criterio. Non so la vostra.

Per certi aspetti non siamo mai davvero diventati adulti: la logica infantile continua ad agire in noi con grande potenza; per questa ragione trovo i personaggi dei Peanuts di Schulz uno specchio fedele del nostro modo di concepire noi stessi e la realtà intorno a noi.

Perché restare lì, in quel punto scomodo che è il problema, la preoccupazione? Perché rovinarsi la vita con questi fastidiosi problemi? Meglio dimenticarli e cercare di vivere in un qualche equilibrio la vita, rimuovendone gli aspetti critici. Questo andrebbe anche bene, se superiamo un certo livello di giudizio moralista, o quantomeno è un modo per non essere schiacciati dai problemi, ma purtroppo è anche il modo per non risolverli, e la vita raramente non ci presenta il conto.

Ritroviamo qui un concetto importante, parlando di resilienza: la differenza tra “pensare positivo” e atteggiamento cognitivo resiliente.

Il pensare positivo, se non ben fondato nella consapevolezza della realtà, è un modo per non vedere il problema. L’interpretazione cognitiva che fonda la resilienza individuale, al contrario, costruisce su una concreta e consapevole visione della realtà un atteggiamento mentale costruttivo, di possibilità.

Quindi: non fare lo struzzo davanti al problema, ma vederlo e costruire la risposta più funzionale, sapendo che qualunque problema ha una sua possibile soluzione e che noi possiamo sempre scegliere come agire; essere certi di questo ci permette di affrontare le criticità nella piena disponibilità di energie e di risorse per risolverle.

“Non concederti un falso senso di benessere dimenticando la realtà. Se accetti il mondo reale per quello che è, puoi o cambiarlo o adeguarti a esso. Ma non puoi fare né l’una né l’altra cosa se non sei consapevole della realtà” (sempre Twerski: Su con la vita Charlie Brown! – Mondadori).

Barbara Redaelli

Head of Sustainability; QHSE e Integrated Management System Manager; RSPP; Lead Auditor ISO 14001, ISO 45001 e ISO 14067; Executive Master in Innovation, Strategy e Governance; Master in CSR; Mentor.

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