Ogni lavoro mi parla di me
Spesso, ci ritroviamo a voler essere diversi da chi siamo.
Non vogliamo accontentarci di essere noi, sempre gli stessi, di reagire alle situazioni in modo prevedibile, di essere prigionieri delle nostre abitudini.
C'è una versione ideale di noi stessi che vorremmo di incarnare, un io potenziale che brilla nella nostra immaginazione e che vorremmo trasformare in realtà. Ed è questo desiderio di cambiarci che ci spinge ad esplorare nuove strade, nuove sfide, nuovi progetti, alla ricerca di un'identità più appagante.
Ma.
Ma a un certo punto, ci rendiamo conto che dentro ogni nuova esperienza, ogni nuova relazione o attività c’è nascosto uno specchio che, semplicemente, riflette chi siamo. Ci parla di noi, ci svela i dettagli più nascosti del nostro essere. Ci rivela le nostre paure più profonde, i nostri desideri inespressi e i nostri limiti che, a dire la verità, speravamo di superare.
E ci accorgiamo che nonostante le avventure, siamo ancora fermi.
Che nonostante le nuove esperienze e le diverse circostanze, siamo ancora inseguiti dagli stessi ostacoli e dalle stesse insoddisfazioni.
Che il cambiamento esterno non è bastato e che, visto che siamo noi il comune denominatore in queste esperienze, semplicemente significa che il problema è dentro di noi. È una rivelazione ruvida e asciutta, lo so.
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Ma è vera.
Possiamo cambiare mille luoghi, lavori o relazioni, ma se non ci comprendiamo veramente, continueremo a ritrovarci di fronte agli stessi ostacoli, alle stesse insoddisfazioni..
Possiamo anche fare il giro del mondo, ma staremo solo ruotando attorno al nostro asse.
Non possiamo scappare da chi siamo.
Impariamo a riconoscere che alcune parti di noi sono profondamente radicate nella nostra identità e non cambiano così, d'emblée; possono modificarsi, sì, ma lo faranno molto lentamente, molto più lentamente di quanto ci aspettiamo.
Lottare contro di loro è una lotta vana oltre che essere dolorosamente inutile, allearsi con loro, invece, è la scelta giusta.
Celebrare tutte le parti e anzi, innamorarsene proprio.
Questa challenge mi ha resa adulta, finalmente.