Pensieri e opinioni, di alcuni protagonisti del nostro calcio, riguardo l'attuale situazione
Ho il piacere di proporvi una serie di interviste, che coinvolgeranno diverse figure del nostro pallone. L'obiettivo, è quello di avere un'ampia visione, delle conseguenze e delle problematiche derivanti lo stop imposto per arginare il Covid. Ci sarà anche spazio per idee e proposte degli intervistati, che possano essere utili a far ripartire al meglio il settore calcistico e tutto lo sport in generale.
Oggi siamo con Filippo Motzo
33 anni, giocatore da ormai 11 stagioni del Sant'Elena e da 3 anni responsabile della scuola calcio della stessa società: Sant'Elena - Academy FP14. Grande appassionato di calcio e specializzato nella gestione del settore giovanile e della scuola calcio.
Visto il periodo che attraversiamo, quali immagini possano essere le ripercussioni sull'attività che svolgi?
Purtroppo la situazione attuale avrà grossi strascichi nel mondo dello sport, per mesi non sarà più la stessa cosa. Fra i dilettanti poi, si farà un enorme fatica a ripartire poiché noi appassionati al momento abbiamo cose più importanti nelle gerarchie a cui pensare. Vedo utopistico reperire degli sponsor che supportano la nostra attività, ma ci sarà anche un po’ di timore da parte di un genitore nel far partecipare il proprio figlio ad uno sport di squadra. Questo almeno finché non verrà trovato un vaccino o comunque una soluzione a questo mostro invisibile. Purtroppo prima della prossima stagione, come mi auguro, dovremo solamente pensare a come far ripartire questa macchina che si è inceppata. Voglia ed entusiasmo personalmente parlando, non mancheranno.
In che modo e con quali strumenti economici aiuteresti il mondo dello sport – di conseguenza anche le attività commerciali che basano il proprio business sulla pratica sportiva - per aiutare a ripartire?
Partirei da un problema ben noto già prima della pandemia: le strutture sportive. Mi auguro che il governo e le istituzioni locali possano pensare ad un piano che faciliti la concessione alle società delle strutture sportive, che al momento sono per il 90% in stato di totale abbandono o in decadenza. Un'altro punto da poter affrontare sarebbe quello - come già il decreto Cura Italia ha fatto almeno in parte - di equiparare i collaboratori sportivi e amministrativi delle società, agli altri lavori, riconoscendo lo stesso status.
Come sappiamo, il sistema calcio è un importante fattore di crescita nell'economia del nostro paese. Sei favorevole o contrario alla conclusione dei campionati?
L'industria del calcio è importante nel nostro paese, da la possibilità di lavoro a migliaia di persone. Non penso e non ho la presunzione di poter dare suggerimenti o idee, ma posso solo auspicarmi che si dia sempre maggiore rilievo al mondo del dilettantismo, che è il cuore di questo sport e che si investa sempre più nelle attività di base e nei settori giovanili per poter tornare ai massimi livelli, sfornando i campioni di 20/25 anni fa, oltre che ragazzi in gamba a prescindere dal calcio. In quest'ottica nell'annata in corso mi sono battuto personalmente per intraprendere un percorso di questo tipo, lavorando assiduamente in alcuni progetti in cui credo fermamente e portando la nostra società al titolo di scuola calcio élite.
Per quanto riguarda la chiusura dei campionati e per quanto mi manca il campo, io tornerei già da domani. Anche perché solo il campo può determinare i titoli sportivi, a tavolino si perde l'essenza dello sport.Vorrei già da subito vivere la settimana dello spogliatoio di quando gioco o a sorridere quando arrivo al centro sportivo vedendo centinaia di bambini/ragazzi che si divertono. Mi rendo però conto che organizzativamente parlando non sarà semplice, fino a quando il rischio sulla salute non è sarà pari a zero, non sarà possibile tornare a giocare.
Possiamo solo sperare di uscirne quanto prima e una volta che avremo delineato il futuro a breve termine, partire con la programmazione della nuova stagione con il massimo dell'entusiasmo.
Concentrando l’attenzione sempre sul calcio che cosa ne pensi del rischio di fallimento di oltre 3000 società dilettantistiche? Vista la prospettiva di difficoltà, si potrebbe approfittare ora per un riassetto di tutto il settore calcistico?
Purtroppo questo rischio è reale, le nostre società vanno avanti grazie a sponsorizzazioni, autofinanziamento e quote mensili per l'attività. Essendo ferme aziende e attività, queste 3 componenti vengono a mancare. E' il momento giusto per pensare ad un rinnovamento e un riassetto del calcio giovanile e dei dilettanti, a costo di ripartire a Settembre.
Come vedi il futuro da qui a un anno?
Dirlo oggi mi viene difficile, visto che viviamo alla giornata e non sappiamo quando vinceremo definitivamente questa battaglia. Ma mi piace pensare che tra un anno, lo sport sarà ancor di più importante nella vita di tutti noi, che possa portare alle persone benefici nello stile di vita e anche nel lavoro.
Avere a che fare con i bambini/ragazzi è una delle cose che adoro di più, spero di poter rincominciare presto.