Pensieri e opinioni, di alcuni protagonisti del nostro calcio, riguardo l'attuale situazione
Ho il piacere di proporvi una serie di interviste, che coinvolgeranno diverse figure del nostro pallone. L'obiettivo, è quello di avere un'ampia visione, delle conseguenze e delle problematiche derivanti lo stop imposto per arginare il Covid. Ci sarà anche spazio per idee e proposte degli intervistati, che possano essere utili a far ripartire al meglio il settore calcistico e tutto lo sport in generale.
Oggi abbiamo il piacere di sentire Guglielmo Falciani
classe 1984, ha iniziato la sua carriera calcistica nel settore giovanile della Juventus, per poi passare la maggior parte delle stagioni di attività tra serie D ed Eccellenza e Promozione. Difensore con il vizio del gol, gioca attualmente per il Città di Selargius.
Visto il periodo che attraversiamo, quali immagini possano essere le ripercussioni sull'attività che svolgi?
Il periodo che stiamo attraversando è sicuramente un problema a livello regionale, nazionale e mondiale, ciò non farà altro che rendere la ripresa ancora più difficile. Secondo me ci sarà un ridimensionamento generale sotto diversi punti di vista.
La crisi economica che affronteremo nei prossimi mesi andrà sicuramente ad intaccare il mondo del calcio e in particolare quello dilettantistico. Entrando nello specifico, credo che i rimborsi spesa, che noi “calciatori” andiamo a percepire dovranno essere rivisti. Meno capitale da investire e di conseguenza meno soldi. Ci sarà diciamo un ritorno al passato dove il calcio era trainato da molta passione e meno denaro.
In che modo e con quali strumenti economici aiuteresti il mondo dello sport – di conseguenza anche le attività commerciali che basano il proprio business sulla pratica sportiva - per aiutare a ripartire?
Aiutare il mondo dello sport in generale non è semplice. Il calcio subirà sicuramente un duro colpo, prima di ripartire a gonfie vele, lo sport dovrà aspettare un assestamento generale. Le grandi manovre europee, penso che alla fine faranno la differenza, nel senso che una volta sistemata la sanità, l'industria e il turismo, toccherà poi parlare del mondo sportivo.
Purtroppo a volte, non dipende solo da noi o perlomeno non tutto succede per colpa nostra, quindi adesso più che mai dobbiamo pensare alle cose primarie e poi sicuramente lo sport avrà modo di ripartire.
Come sappiamo, il sistema calcio è un importante fattore di crescita nell’economia del nostro paese. Quali idee suggeriresti ai vertici della FIGC? Sei favorevole o contrario alla conclusione dei campionati?
Il calcio è sicuramente importantissimo nell'economia italiana, ma bisogna essere realisti dicendo che non è l'elemento che deve ripartire con assoluta priorità. Quindi ora più che mai bisogna mettere davanti a tutto la salute e ciò che realmente crea risorse per far sì che il calcio e lo sport in generale riprendano l'importanza che avevano nella nostra nazione.
Riguardo alla sospensione o la conclusione è una decisione MOLTO difficile, per quanto riguarda il professionismo penso che alla fine si andrà verso la conclusione. Magari anche durante il periodo estivo, mentre per quanto riguarda il mondo dilettantistico è tutto più complicato.
Io sono del parere di far finire l'attuale stagione, poi per quanto concerne promozioni e retrocessioni, sono aspetti che vanno esaminati con molta attenzione. Penso che dopo questa crisi economica che ci sta assalendo, la prossima stagione ci sarà una scrematura naturale di molte società e di conseguenza squadre che falliranno e squadre che chiederanno ripescaggio, uno scenario comunque nuovo.
Concentrando l’attenzione sempre sul calcio, che cosa ne pensi del rischio di fallimento di oltre 3000 società dilettantistiche? Vista la prospettiva di difficoltà, si potrebbe approfittare ora per un riassetto di tutto il settore, magari dando ulteriore risalto alla LND e ai settori giovanili?
L’aspetto fallimento è il pericolo più grande da valutare.
Purtroppo nel campo dilettantistico la maggior parte delle società vive di una serie di sponsor che consentono di sostenere economicamente una stagione sportiva. Sono poche le società dove a capo vi è un main sponsor o un presidente, che si sobbarca da solo tutte le spese. Credo che si arriverà inesorabilmente ad un crollo di molte società e purtroppo non vedo come la federazione possa aiutare. C'è da dire poi, che la maggior parte di queste società non ha neanche un settore giovanile, che avrebbe consentito forse. la generazione di qualche ricavo anche dopo questa crisi.
Il settore giovanile è un altro problema, perché bisogna vedere se ci saranno più restrizioni riguardo ai giovani una volta usciti da questa pandemia. Ricordiamoci che i medici hanno detto che i bambini e ragazzi sono il veicolo più pericoloso per questo virus. Quindi chissà se il settore giovanile partirà insieme alle attività della prima squadra. Se ciò non dovesse essere, si creerebbero ulteriori problemi per chi ha come punto di forza la struttura giovanile.
Come vedi il futuro da qui a un anno?
Il futuro nel calcio come nella nazione in generale bisognerà valutarlo una volta che l' economia ripartirà. Sicuramente ci saranno le aziende più grandi in ogni settore che riprenderanno a correre, forse anche più forte di prima, il problema saranno le piccole realtà, nell'economia, così come nel calcio.
Il “piccolo” dovrà stringere i denti e combattere contro i “grandi” con tutte le sue forze per colmare il gap, sicuramente ci sarà un ridimensionamento generale sotto molteplici punti di vista.
L'importante per adesso è non perdere il focus, ossia stare a casa e mettere la salute al primo posto. Poi per tutto il resto riusciremo, con forza e determinazione da veri ITALIANI, a tornare dove ci compete: “ad alti livelli!”