Perchè (oggi più che mai), non è il momento di 'abbassare i toni'.

A volte, piccoli fatti di vita quotidiana, mi inducono riflessioni macroscopiche ed eccomi lì, con una passione sconfinata per il mio impegno (modificare la condizione di 'tutte le donne'), a perdermi nei meandri dei pensieri sul perchè e sul per come, alcune cose che ci lambiscono senza all'apparenza provocare 'niente di grave', in me hanno spesso un effetto devastante.

La risposta ce l'ho, da sempre la stessa: perchè tendo a pensare che le azioni singole di ognuno di noi, possano in definitiva, determinare i cambiamenti, piuttosto che mantenere le cose come sono.

E vengo al nocciolo della questione.

Stamane, in una discussione con una amica, donna assai intelligente e capace, mi sento rispondere "si, tu hai perfettamente ragione, ma lo faccio per abbassare i toni", riferendosi all'ennesimo atto di sopruso da parte dell'ex marito.

Questa frase, purtroppo, ha infestato la mia testa nell'arco della prima parte della mattinata: quante volte avete sentito pronunciare ad una donna una frase del genere? Oppure il classico 'lo faccio per quieto vivere'.

Ma che cosa sarebbe questo 'quieto vivere'? Cosa c'è di 'quieto' in un qualcosa che non si desidera affatto, in qualcosa che viene 'subito' ma che, per cultura ed educazione (non c'è altra risposta!) non si riesce ad allontanare o rifiutare...con veemenza? Si, la veemenza di affermare le proprie ragioni, le proprie idee, i propri desideri, i propri bisogni.

Non c'è niente che una Donna non possa avere o ottenere, se davvero è disposta a combattere per ottenerla e la Storia lo ha dimostrato abbondantemente. Ma non sufficientemente. Perchè, di fatto, le donne non sono 'abituate' a combattere a viso scoperto.

Si, da sempre la donna combatte (anche per sopravvivere, talvolta), ma in silenzio, senza gridare o farlo vedere, come si 'conviene' da sempre ad una buona educazione...al femminile.

È difficile cancellare secoli di tradizione in un colpo solo.

Anche se abbiamo fatto molti progressi per quanto riguarda la parità di genere (più 'in superficie', che effettivamente), nell’inconscio collettivo e in profondità nella nostra mente sono tuttora radicate molte idee sessiste. Pertanto, i genitori continuano a educare i figli maschi a non aver paura e a 'combattere' ed assumersi dei rischi, mentre ancora oggi (sembrerebbe di no, ma c'è ancora tanto in giro!!!) le bambine sono educate a comportarsi con moderazione e ad attendere 'di essere salvate', perché la loro missione nella vita non è combattere, ma mantenersi perfette, nonostante la tempesta.

Così, nei secoli dei secoli, l'educazione limita la potenzialità delle bambine, le quali imparano presto che da loro ci si attende semplicemente di fare da 'spalla' e mai di essere le vere protagoniste della propria vita.

Oggi, che tutto sembra volgere ad un ammantamento superficiale di parità di genere e che tante difficoltà (sulla carta) appaiono superate ed obsolete, io invece dico che dobbiamo stare ancora più attente. Che proprio adesso non è il momento di 'abbassare i toni' o del 'quieto vivere' per noi donne.

Adesso, è il momento invece di prendere davvero consapevolezza, tutte nessuna esclusa, che al di là delle leggi che sono state fatte (di fatto, sulle spalle proprio di quelle che hanno combattuto, che hanno gridato e che non hanno affatto 'abbassato i toni') bisogna quotidianamente assumersi personalmente l'impegno di questo cambiamento.

Che parte proprio dalle piccole cose quotidiane: da un 'no' deciso gridato in faccia a qualcuno che, in qualche modo, ci vuole imbrigliare, che sia un figlio, un amico, un marito, un capo al lavoro.

Per cominciare, ogni giorno, a mettere un tassello in più di dignità (reale) e diritti.

Perchè ogni Donna, abbia sempre la possibilità di scegliere quello che la fa star bene.

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