PESTILENZE, CARESTIE E GUERRE…
Lungamente sollecitato da molti, ho meditato parecchio su questo post e sul taglio da dargli: semplicemente provare a fare sintesi in un momento buio della storia d’Europa e rimanere obiettivi e freddi è compito che nessuno dotato di sensibilità e raziocinio potrebbe affrontare con leggerezza.
La violenza degli stati onnipotenti torna dunque dopo decenni a far capolino sul continente che ha dato i natali all’idea di libertà e d’improvviso ci sentiamo proiettati – inconsapevolmente attori o comparse – su pagine di storia che credevamo non ci appartenessero più, illudendoci che gli eventi del tipo che danno il titolo a questo articolo non costituissero il succo dei manuali studiati a scuola.
È quindi certamente comprensibile che un’incommensurabilmente grande maggioranza di persone - in questi giorni dal forte carico emotivo in cui i media mandano diligentemente in onda il loro carosello artefatto di immagini di distruzione e sangue – fatichi a non cedere all’istinto primordiale, manicheo e tribale di schierarsi con un contendente o con l’altro.
Senza contare l’irresistibile impulso ad improvvisarsi commentatori e sciorinare il proprio elenco di giustificazioni naif per l’una o l’altra parte: come se il potere di dare la ragione a chi incontra la nostra preferenza avesse un qualche peso e ci consentisse di redimerci dalla nostra inazione.
Il mio pensiero al riguardo è che i fatti sono sempre liberamente interpretabili e interpretati – e quasi sempre la traduzione dei fatti è finalizzata a giustificare la condotta dell’interprete stesso.
Nel limite dell’umanamente possibile cercherò dunque di evitare cadere in questa trappola mentale e mi atterrò alla cruda interpretazione che i mercati sembrano voler dare a quanto accade in queste settimane.
Negli ultimissimi mesi prima dell’invasione, le piazze finanziarie del mondo sembravano via via sempre meno preoccupate dell’andamento della pandemia e cominciavano a mostrare un’inquietudine più o meno crescente a seconda dell’area geografica per i timori legati all’inflazione, ai debiti, all’interruzione nelle catene di fornitura globali, al conseguente rischio di rallentamento del ritmo di crescita economica e allo spauracchio di una fase di rialzo dei tassi delle banche centrali più rapida del previsto.
Era dunque inevitabile che l’aggressione della Russia all’Ucraina finisse per aggiungere carne al fuoco e da un lato imprimesse un’accelerazione alla fase correttiva già in essere sui mercati azionari in particolare europei – notoriamente più sensibili alla percezione del rischio – e dall’altro lato premiasse la preferenza per le classi d’investimento più conservative come le obbligazioni globali in particolare governative e le materie prime soprattutto energetiche.
In questo scenario in rapido sviluppo, il portafoglio dell’investitore medio che avesse adottato e mantenuto nel tempo un sano principio di diversificazione intelligente tra le varie classi di investimenti non avrebbe sofferto grandi sconquassi e si ritroverebbe ora con una penalizzazione appena percepibile o comunque contenuta rispetto ai massimi dell’anno scorso.
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Ma che potrà succedere ora? Evidentemente il buon fine dei negoziati in corso più o meno sottotraccia non è solo un auspicio che tutti nutriamo, ma è anche ciò che i mercati paiono ora aver desiderio di prezzare.
In effetti, sotto il profilo meramente economico, nessuno degli attori in gioco può avere benefici da una guerra prolungata o su scala più allargata: gli ingenti costi (non solo economici beninteso!) di un tale conflitto semplicemente non sarebbero politicamente giustificabili né in Russia né in Occidente e di conseguenza, la mia opinione è che gli obiettivi geopolitici dei contendenti finiranno presto o tardi per scendere a patti con questo dato di fatto allineandosi alle forze che spingono per un compromesso e per la pace.
Ovviamente immaginare il percorso con cui questo scenario, che mi permetto di definire “ragionevolmente ottimistico”, possa arrivare a manifestarsi è compito arduo per gli stessi esperti di geopolitica; figuriamoci per lo scrivente che si limita perciò a fare il tifo per l’israeliano Bennett e per chiunque altro si stia mettendo in gioco per la diplomazia…
Tuttavia, dopo che, per scontare oltre alla guerra anche i summenzionati timori per l’economia, gli indici azionari principali del mondo sono ormai arrivati a correggere dal 15% al 25% dai picchi raggiunti lo scorso autunno, per chi conosce i mercati finanziari (e la loro straordinaria resilienza) è difficile dubitare che non siano pronti a buttarsi alle spalle – come sempre per primi – le tragiche vicende di questi giorni e a tornare ad essere la più fedele e moderna rappresentazione di questa incredibile capacità dell’uomo di superare pestilenze, carestie e guerre e di costruire il benessere per tutte le generazioni attuali e future.
In questo quadro, chi avesse una pianificazione finanziaria in essere farà bene ad attenervisi senza colpi di testa limitandosi agli aggiustamenti (ribilanciamenti) che i movimenti recenti dei mercati avessero reso necessari, valutando eventualmente se prendere qualche rischio in più.
Chi al contrario avesse rimandato nel tempo una tale pianificazione coerente coi propri obiettivi nella vita, farebbe bene a considerare di metterla ORA in cima alla lista delle proprie priorità: dovrebbe sempre essere quella la sua collocazione poiché il futuro si comincia a costruire da oggi – hic et nunc – e questo è vero a maggior ragione quando – piaccia o meno – tale futuro pare incontrare l’occasione nel presente.
Chi non sa come fare può affidarsi a professionisti che anche grazie alle recenti evoluzioni tecnologiche sono sempre più preparati ad assicurare una gestione attenta e competente con benefici di medio e lungo termine capaci di cambiarvi la vita e, più spesso di quanto si creda, non solo la vostra!
“Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.” Confucio
CONSULENTE FINANZIARIO - aiuto le famiglie e le imprese a gestire i risparmi e la liquidità aziendale
2 anni👏bravo Riccardo, analisi perfetta a mio avviso
UNESCO
2 anniLa classe!
Expert in EU Regulation and Funding, State Aid, Sustainable Finance and ESG
2 anniOla, guapo! :)