Ci serve un Davide
Il Davide di Michelangelo

Ci serve un Davide

E' col cuore pieno di amarezza e la mente tremante che parlo a voi, amici che credete nella buona volontà e nel dialogo anche acceso come principio di vita feconda. Vedo riemergere fantasmi che credevo sepolti per sempre. La sopraffazione gonfia di paranoia incombe nuovamente sulla nostra Europa, di cui troppi fra noi hanno svalutato e indebolito la missione. Vedo riemergere immagini già vissute nel secolo scorso, con una traiettoria assurdamente identica.

La traiettoria della malattia mentale di chi si sente onnipotente nel suo disegno folle di potere assoluto, che non arretra di fronte a nulla, non all'assassinio dei suoi oppositori, non all'asservimento del suo popolo con la sistematica violazione del diritto di parola e di libertà, non alla falsificazione sistematica amplificata dai megafoni della tecnologia.

Ecco di fronte a noi il pensiero unico istituzionalizzato con la violenza delle armi e la complicità di una oligarchia saldamente piazzata nei gangli giusti della società. Un disegno quasi perfetto, già visto in azione nel dispiegarsi del fascismo, del nazismo, dello stalinismo, di tante "bananas republic" e di una Cina oligarchica tronfia della sua ascesa e di una forza violenta esibita di recente con Hong Kong, come 70 anni fa con il Tibet, nella piazza di Tiananmen nel 1989 e con gli Uiguri, una delle tante minoranze perseguitate in anni recenti.

Nel silenzio complice o esplicitamente collaborazionista di chi si preoccupa solo di preservare i suoi privilegi nel breve, ignaro di una evidenza ormai lampante: ciò che succede dall'altro lato del mondo si propaga fulmineamente sino a toccarci tutti. I virus (fisici e mentali) non rispettano i confini, come abbiamo appena vissuto.

Nel nostro ingenuo cinismo pensavamo che la sete di potere del Golia di turno si sarebbe placata dopo aver raggiunto l'encefalogramma piatto di un paese ridotto al silenzio. Ma il virus dell'onnipotenza non può fare a meno di espandere la sua violenza oltre il prossimo confine. Perché il demone della malattia mentale si ferma solo quando trova un limite insuperabile.

Abbiamo taciuto, ci siamo confusamente fidati della vana "realpolitik", vendendo per un piatto di lenticchie dignità e intelligenza e mettendo la testa dentro le fauci del mostro.

Dobbiamo rimetterci a pensare, rompendo la crosta di sabbia in cui abbiamo sotterrato la nostra testa. Possiamo farcela se usciamo dal torpore in cui abbiamo narcotizzato le nostre menti e i nostri cuori. La nostra ceca silente sazietà può costarci cara ed essere comunque a rischio, quando un ladro si avvicina alla nostra casa.

Siamo nella situazione di Davide: chiediamoci quale può essere la nostra fionda. Solo con questa determinazione creativa potremo salvarci.

Federica Setti

Co Founder &CEO at Weplusnetwork

2 anni

Caro Gian Franco, come sempre le tue parole danno voce ad un sentire comune di queste ore. Come Mariella mi sono chiesta.. quando ci saranno le manifestazioni di sdegno da parte di una società, la nostra, che proclama grandi dissensi? Forse davvero una piccola fionda di Davide potrebbe essere di prenderci ognuno del tempo per parlare e per commentare insieme quello che sta succedendo in queste ore non solo in Ucraina ma in tutte le nazioni che assistono e devono trovare una risposta a questo. Forse mettere in pausa le nostre vite un po’ ’ troppo concitate e strette in agende assurde per decidere di occuparci invece delle nostre vite di cittadini del mondo. Forse vedrò una piccola “fionda” quando i miei figli mi diranno che a scuola i professori non hanno fatto la lezione prevista ma hanno parlato con i ragazzi di quello che sta accadendo nel mondo. O quando qualcuno organizzerà delle manifestazioni per esprimere quello che una democrazia vera dovrebbe promuovere e garantire: un dialogo un confronto anche acceso che nulla a che fare con una guerra.

Maria (Mariella) Terlizzi

Corporate Business & Agile Coach: Talent discovery - Bilancio e sviluppo competenze - Assessment - Negoziazione e gestione delle relazioni e dei conflitti -Esperta in organizzazioni bancarie

2 anni

Condivido a pieno le tue osservazioni. E' possibile che siamo tutti così narcotizzati che non riusciamo più a reagire e a far capire ai potenti del mondo che questa guerra non la vogliamo. Qual'è la nostra fionda?? Oggi penso che la nostra fionda è nell'uso che possiamo fare dei canali social. Penso che possiamo usare i canali social per dare a chi comanda un messaggio forte di dissenso, dicendo loro che devono fermare questa guerra. Se tutti cominciassimo a scrivere NO GUERRA e questo messaggio come quello di Greta Thunberg sulla difesa di un mondo più pulito ed ecosostenibile, avesse la forza di girare tutto il mondo, chi vuole questa guerra e chi la sostiene implicitamente, sarà costretto a farne i conti. Penso che dovremmo tutti scendere in piazza, penso che tutti i movimenti pacifisti, ecologisti, studenteschi ecc, dovrebbero unirsi e fare sentire la propria voce, pacifica si, ma forte e importante. Questo è l'insegnamento che ho appreso dai grandi uomini della ns. storia. Se ci dividiamo e ci mettiamo gli uni contro gli altri siamo deboli (ed è esattamente quello che vogliono) se ci uniamo siamo forti anche senza armi. Grazie Gianfranco per le tue parole e per la tua esperienza di vita.

Barbara Parmeggiani

Executive Consultant&Coach, LUISS BUSINESS SCHOOL - EUROPEAN UNIVERSITY of Rome Adjunct Professor, WEPLUSNETWORK Founder, RenewalAssociates Associate

2 anni

Commento con le parole di C.G.Jung, che si chiede perché dobbiamo aggiungere ulteriore dolore a quello causato dalle catastrofi naturali, inventandone altre non meno dannose, che hanno origine nella mente umana … restiamo atterriti e sgomenti. Non bastava la pandemia? “The gigantic catastrophes that threaten us today are not elemental happenings of a physical or biological order, but psychic events. To a quite terrifying degree we are threatened by wars and revolutions which are nothing other than psychic epidemics. At any moment several million human beings may be smitten with a new madness, and then we shall have another world war or devastating revolution. Instead of being at the mercy of wild beasts, earthquakes, landslides, and inundations, modern man is battered by the elemental forces of his own psyche.”

Alessandra Venco

TALENT PARTNER I COACH I TRAINER I HOGAN CERTIFIED ASSESSOR

2 anni

Gian Franco Goeta che dire . Non ho proprio parole solo emozioni controverse . Come sempre i tuoi scritti colgono nel segno . ciao

Raffaele Carino

Senior Advisor, Consulente di Direzione e Organizzazione Aziendale

2 anni

Parole che condivido pienamente

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