Ponte sullo Stretto, cosa dicono i rilievi del Comitato Scientifico
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Ponte sullo Stretto, cosa dicono i rilievi del Comitato Scientifico

Il team di ingegneri e geologi scelti dal Ministero dei Trasporti ha approvato il progetto, ma ha sottolineato l’urgenza di procedere con ulteriori verifiche

Terremoti, venti e materiali da impiegare sono da sempre i punti più discussi del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Anche adesso, nonostante il parere positivo, il Comitato Scientifico ha sollevato 68 criticità che andrebbero chiarite prima di passare alla fase esecutiva.

La relazione degli esperti, lunga 51 pagine, evidenzia quattro problematiche principali. Nello specifico il Comitato chiede al consorzio Eurolink, incaricato dei lavori, di procedere con:

  • maggiori verifiche sugli effetti del vento;
  • controlli sulla sismicità e sul rischio terremoti, considerando i “sismi elevati che si sono verificati di recente nel mondo”;
  • aggiornamenti delle analisi strutturali per esaminare scenari di funzionalità anche nel caso di eventi estremi;
  • l’utilizzo di materiali nuovi e, allo stesso tempo, di chiarire come e dove sarà reperito l’acciaio necessario per le nuove norme in materia di elasticità.

Questi esami potrebbero comportare dei ritardi nella data di inizio dei lavori, che per il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è da fissare nell’estate del 2024.

Le questioni sollevate dal Comitato Scientifico non sono però le uniche. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha evidenziato la velocità dei tempi di adeguamento e approvazione dell’opera e ha presentato un esposto dove si rivendica la mancanza di trasparenza nella gestione del progetto.

In attesa dei prossimi sviluppi, vediamo le problematiche sollevate dagli esperti.

Indice

  • Gli studi sulla sismicità
  • Le prove del vento
  • Materiali e rischio incendi

Gli studi sulla sismicità

Le osservazioni del Comitato Scientifico interessano diversi scenari di analisi, a partire dall’eventualità di un terremoto. Come sappiamo, il Ponte sullo Stretto sorgerà in un’area ad elevato rischio sismico. Il progetto definitivo però assicura che l’opera riuscirà a resistere ad eventuali sismi di magnitudo 7,1 Richter, ovvero la massima intensità per un sisma in quest’area.

Il riferimento specifico è al terremoto del 1908, che distrusse Messina e Reggio Calabria. Un sisma di questo tipo non farebbe crollare il ponte e non produrrebbe danni irrimediabili, dal momento che l’opera rimarrebbe “in campo sostanzialmente elastico”, come si legge nel progetto. I progettisti inoltre ricordano l’eccezionalità della catastrofe: i tempi di ritorno di un sisma di tale portata sono stimati in oltre duemila anni. A dimostrazione di ciò, si considera che i più forti terremoti registrati in Italia negli ultimi decenni hanno avuto tutti una magnitudo inferiore di 7,1.

Foto via strettodimessina.it

Inoltre, rispetto alla modellazione geologica e alla caratterizzazione geotecnica dell’opera, il team di esperti sottolinea che il Ponte sullo Stretto è conforme alla normativa di costruzione Ntc2018. Anzi, secondo il loro parere, l’opera sarebbe tecnologicamente più avanzata di quanto richiesto dalla legge.

I componenti del Comitato segnalano però la necessità di approfondimenti sulla tettonica attiva, la sismicità dello Stretto, la geodinamica del Mediterraneo e la geologia dei fondali marini. In particolare si invita a considerare anche il rischio di maremoto e l’impatto che su questo potrebbero avere le opere di collegamento del ponte già nel periodo di costruzione.

In totale gli aggiornamenti richiesti per testare la resistenza al terremoto sono 22. Tuttavia, c’è un’ulteriore osservazione da fare: scorrendo le raccomandazioni del Comitato Scientifico si scopre che devono ancora essere svolte le prove sperimentali richieste nel 2011. A questo proposito, il presidente della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha risposto che il quadro sismico sarà aggiornato nella fase del progetto esecutivo con le ricerche fatte negli ultimi 20 anni.

Le prove del vento

Il secondo aspetto segnalato dal Comitato riguarda la ventosità della zona dello Stretto. Considerati anche alcuni esempi della storia della progettazione, come quello del Tacoma Narrow Bridge, questo tema è da tempo dibattuto. Le domande sono essenzialmente due: in giornate di forte vento il ponte si potrà percorrere in sicurezza? E se così non fosse, quanto spesso sarebbe inagibile e chiuso?

Ancora Ciucci è intervenuto dichiarando l’affidabilità delle integrazioni alla relazione definitiva. Per il progetto sono state fatte prove in galleria del vento su 11 modelli di ponte in 5 diversi laboratori tra i più specializzati al mondo. I risultati dimostrano la stabilità della struttura fino a raffiche di vento di oltre 275 km/h, velocità che però negli ultimi vent’anni non è stata nemmeno lontanamente sfiorata (il massimo registrato è di 128 km/h).

Il gruppo appaltatore, pertanto, non avrebbe intenzione di prevedere ulteriori prove del vento, considerando quelle già svolte sufficienti e altre troppo impegnative in termini di tempo.

Materiali e rischio incendi

Il Comitato Scientifico ha dichiarato poi che gli acciai indicati per la costruzione del ponte non sono adeguati alle nuove norme sull’elasticità. Pertanto, viene suggerito di utilizzare nuovi materiali di spessore superiore, soprattutto per le carreggiate che devono sopportare il transito di mezzi pesanti.

Il progetto del Ponte sullo Stretto prevede l’uso di fusioni d’acciaio per il sistema di sospensione del ponte, ma per gli esperti questa soluzione genera una disomogeneità della costruzione. L’invito è quello di eseguire prove sperimentali accurate, anche per i giunti di dilatazione, e di controllare l’affidabilità dei processi produttivi nelle fonderie coinvolte nel lavoro.

Il Comitato ricorda infine che “i grandi ponti sospesi sono molto esposti dal rischio di incendio poiché attraversati da un numero rilevante di veicoli adibiti al trasporto di carburanti e merci infiammabili”. L’analisi di uno scenario come questo richiede, secondo gli ingegneri, un ulteriore studio approfondito sulla perdita di rigidezza e resistenza dei tiranti verticali.


Fonti:

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