Quando hai difficoltà a comunicare con un paziente con demenza

Quando hai difficoltà a comunicare con un paziente con demenza

Immagina di entrare nella stanza di Maria, una signora ricoverata in RSA, ex segretaria di 82 anni, affetta da demenza avanzata, che non riconosce le persone intorno a sé e che non riesce più a comunicare, malgrado si sforzi con tutte le sue forze. Provi a lavarla e a cambiarla, cercando di essere cortese e gentile, ma nonostante questo lei diventa confusa e aggressiva, gridando e rifiutando il tuo aiuto. Ogni giorno la stessa storia: uno strazio per lei e per te, che, oltre a sentirti impotente, fai sempre più difficoltà a tollerare quelle urla, che sembrano lacerare il tuo cuore          

Ho vissuto tante volte queste situazioni e so bene quanto sia difficile comunicare con una persona che soffre di demenza, perché anch’io ho avuto tante difficoltà nel corso di tutti questi anni. Per me ogni giorno è sempre stata una nuova sfida e non nascondo che tante volte mi sono sentivo impotente e insicuro su cosa dire o fare. Tuttavia, ho imparato che è proprio in questi momenti che una comunicazione efficace può fare la differenza – non solo per la persona che stiamo assistendo, ma anche per noi stessi.

In questa newsletter, voglio condividere con te alcuni strumenti pratici che ho trovato utili nel mio percorso come professionista della relazione d'aiuto, che spero ti saranno utili nel costruire un dialogo con le persone che convivono con la demenza e a mantenere con loro quella connessione umana che a volte sembra scivolare via.

1. La Potenza della Semplicità

Quando comunichiamo con pazienti come Maria, la chiarezza e la semplicità sono fondamentali. Parlando in modo diretto, con frasi corte e concrete, puoi ridurre l'ansia che deriva dal non comprendere ciò che accade. In una situazione come quella descritta, provare con frasi brevi come: “Ora ti aiuto a lavarti” invece di spiegazioni complesse, riduce la confusione. Le parole semplici rassicurano il paziente, facendo sentire che la situazione è sotto controllo.

Esempio pratico: Se dici a Maria: “Ora ti mettiamo a sedere per lavarti, ok?”, le stai fornendo un'informazione chiara e precisa che non richiede uno sforzo cognitivo eccessivo per essere compresa.

 

2. L'importanza del Contatto Visivo e Fisico

Spesso, in RSA, per diversi motivi, si lavora in condizioni frenetiche e si tende a velocizzare le operazioni, anche quando il paziente non collabora. Tuttavia, prendere tempo per stabilire un contatto visivo e fisico prima di iniziare qualsiasi azione è essenziale per creare un senso di connessione e sicurezza. Inoltre, sembrerà paradossale, ma questo approccio riduce i tempi, perché un paziente che si agita a causa di manovre assistenziali troppo veloci richiede, in un secondo tempo, molto più tempo per gestirlo

Esempio pratico: Nel caso di Maria, fermati un attimo prima di iniziare. Guardala negli occhi, chiama il suo nome, e tocca delicatamente la sua mano o il suo braccio per farle capire che sei presente e che può fidarsi di te. Questi semplici gesti possono prevenire reazioni aggressive o di panico, rendendo il processo più fluido e meno stressante per entrambi.

 

3. Riconoscere i Segnali Non Verbali

Spesso i pazienti con demenza, specialmente nelle fasi avanzate, non sono più in grado di esprimersi chiaramente. Ecco perché è cruciale per i professionisti sanitari imparare a riconoscere i segnali non verbali come espressioni facciali, movimenti delle mani o variazioni nel tono della voce.

Esempio pratico: Maria potrebbe non dirti esplicitamente che è a disagio, ma un cambio repentino nella sua espressione o un irrigidimento del corpo sono segnali chiari. Ignorare questi segnali può portare a un'escalation di comportamenti aggressivi. Al contrario, reagire prontamente e con gentilezza a questi segnali, modificando il tuo approccio, può calmare la situazione.

4. La Ripetizione come Strumento di “Sicurezza”

I pazienti con demenza spesso dimenticano le informazioni immediatamente dopo averle ricevute. Ripetere con pazienza le stesse frasi o istruzioni può sembrare frustrante, ma è una pratica efficace per mantenere il contesto chiaro.

Esempio pratico: Nel caso di Maria, potresti doverle ripetere più volte: “Sto per lavarti adesso” durante l'intero processo. Ogni volta che si distrae o si agita, tornare a ripetere la stessa frase con tono calmo le offre un senso di continuità, aiutandola a sentirsi meno persa.


Perciò, quando affronti una giornata complicata in RSA e ti senti scoraggiata, perché non riesci a trovare la chiave per aiutare pazienti come la signora Maria, ricorda che anche piccoli cambiamenti nella tua comunicazione fanno una grande differenza e che:

Un atteggiamento calmo, un sorriso, un tocco gentile e parole semplici possono essere proprio le chiavi che possono aiutarti ad aprire serrature che sembravo complicate...

Ti aspetto nei commenti per condividere insieme le tue riflessioni.

Un caro abbraccio e a presto!

 

 

 

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