So di non sapere...
Un giorno pagheremo per scaricare e salvare in una qualche scheda di memoria impiantata nel cervello qualsiasi genere di informazione o nozione. Basterà pagare per conoscere senza troppi sforzi ciò che vogliamo e, probabilmente, pagando potremo anche saper fare, con un minimo di esercizio per "somatizzare" quanto scaricato e salvato.
Nel frattempo continueremo a vantarci della nostra cultura, di tutti quei contenuti che negli anni abbiamo installato nella nostra memoria naturale con la scuola, le letture, i viaggi, l'esperienza e la passione per ciò che ci interessa.
Quando compriamo un nuovo dispositivo, tuttavia, se non siamo soltanto dei feticisti tecnologici non ci vantiamo della capacità di memoria o della RAM, delle sue prestazioni, ma di ciò che possiamo effettivamente farci e delle attività che ci permette di svolgere in più o meglio.
Ecco, credo sia arrivato davvero il momento di uscire dal tunnel claustrofobico della cultura generale, delle nozioni, del sapere di cui bullarci o farci grandi, perché ciò che impariamo nella vita non è il fine, ma il mezzo. Molti tra i più grandi stronzi della storia avevano e hanno sconfinate cognizioni da esibire, ma nessuno di noi dovrebbe ambire ad essere un fenomeno da party o da quiz televisivo, perché ciò che sappiamo non è una bella cravatta né gioiello da sfoggiare, ma la base su cui costruire qualcosa di enormemente più importante: la nostra unicità, il nostro essere profondo, il contributo concreto che possiamo offrire alla società per progredire davvero.
#riflessioniamargine