Sono le leggi o le persone a cambiare il mondo?

Sono le leggi o le persone a cambiare il mondo?

È successo: finalmente è stata ottenuta una sentenza storica.

Per la prima volta la legge afferma il movente femminicida.

Lo sostiene la Corte d’Assise di Bologna, dicendo che "Il movente femminicida è maturato per riaffermazione della volontà di possesso 'virile’ sulla donna, e per barbara necessità di vendicare il proprio malconcepito senso di onore, cui non si è accompagnato alcun pentimento; anzi l'omicidio è stato rivendicato con orgoglio e soddisfazione".  

I fatti afferiscono all’omicidio di Atika Gharib da parte del suo ex compagno M’hamed Chameck nel 2019.

Ma facciamo un passo indietro, come sempre penso sia utile contestualizzare i fatti per ampliare lo spazio di riflessione.

Partiamo quindi dalla definizione di “violenza di genere”: un tipo di violenza fisica, psicologica, sessuale e istituzionale, esercitata contro qualsiasi persona o gruppo di persone in base al loro orientamento sessuale, sesso o genere, o comunque contro persone appartenenti ad una categoria svantaggiata.

Fino ad oggi il movente di femminicidio non era stato mai riconosciuto come aggravante di situazioni di violenza che culminavano con l’omicidio. Certo, è molto triste pensare di dover “gioire” di questo passo in avanti della giustizia a seguito dell’uccisione di una donna, ma c’è da riflettere su quanto lavoro di sensibilizzazione ci sia ancora da fare.

L’errore in cui spesso incorriamo è l’equiparazione dei concetti di sensibilizzazione ed empatia. È quanto meno naturale che si provi sofferenza nel venire a conoscenza di un femminicidio.

Ma questo non vuol dire essere persone sensibilizzate sul tema. Non è sufficiente indignarsi per poi continuare a pensare che, in fondo, fatti di questo tipo non scalfiranno mai il nostro quotidiano.

Sensibilizzare vuol dire creare consapevolezza sui temi della violenza e delle molestie, vuol dire portare avanti un impegno concreto anche se si è avuta la fortuna di non subire atti crudeli di questo tipo.

Le persone sensibilizzate diventano attori fondamentali nella lotta a qualsiasi manifestazione di violenza, perché più nessuno possa correre il rischio di subirne.

Purtroppo però troppe volte ancora, ad esempio, si finisce per colpevolizzare le vittime, in maniera più o meno consapevole, andando quindi a sviluppare ancor più il fenomeno di discriminazione.

In questi casi è come se non riconoscessimo le lesioni di quel diritto alla vita che ognuno di noi è giusto che eserciti, nel modo più libero possibile e senza che nessuno punti il dito contro.

Ma non è solo tra le mura di una casa che può nascere il germe della violenza.

Anche nelle aziende l’esercizio del “potere”, agito in maniera più o meno occulta e volto a screditare o non rendere facile la vita ad alcune persone, è diffuso nonostante le tante policy in favore della tutela dei diritti di ognuno.

Spesso la difficoltà sta nel comprendere il fenomeno alla sua origine per poterlo poi stroncare sul nascere.

Cosa potremmo fare? Iniziare a capire la terminologia, la differenza tra genere e sesso per esempio, ad adottare un vocabolario inclusivo e rispettoso, capendo che mutare i comportamenti potrà cambiare anche il modo di pensare delle persone. 

La coscienza collettiva, in ottica di sviluppo della consapevolezza, passa da una coscienza individuale coltivata e promossa negli ambiti quotidiani. In quelli in cui agiamo maggiormente e nei quali pensiamo di essere immuni da fenomeni come la violenza di genere, o ancor di più da fenomeni che possano sfociare in femminicidio.

Ma ci avete mai riflettuto su quanto una forma di violenza anche “solamente” psicologica possa arrecare danno ad una persona? E inoltre quanto questa forma di violenza possa generare traumi su qualcuno che è in una condizione di debolezza?

Fermiamoci a riflettere e iniziamo a guardarci intorno. Come possiamo migliorare?

E soprattutto chiediamoci: può bastare una legge a cambiare il mondo o siamo proprio noi, ogni giorno, gli unici in grado di farlo?


anna borellini

Facilitatrice di Educazione Biocentrica presso Scuola di Formazione. Ricerca nei mutamenti di qualità.

2 anni

Mi chiedo cosa potrebbe essere "quel qualcosa "che dà a tutti la possibilità di amare. 😍

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