"Storia di Claire" di Barbara Chinello, Panesi Edizioni
“… La vita troverà il modo di aggiustare le cose, diceva mia nonna quando gli eventi non seguivano i suoi piani…”
Ho scelto questa citazione, per iniziare l’articolo di oggi, non a caso. La perfetta organizzazione, l’incastro di eventi e la strategia sono, infatti, un tema che mi fa sempre dubitare e meditare. Quando mi imbatto in riflessioni simili, trovo conferma circa l’insorgere dei miei dubbi, una sorta di giustificazione a ciò che alcune letture suscitano.
La vita non è una perfetta pianificazione di orari e giorni, modi e tempi, stagioni e cicli. L’esistenza non è un territorio pianeggiante dal quale vedere l’orizzonte limpido, sempre e da ogni angolazione. Forse l’uomo ha creduto di poter dominare il destino, di poterlo deviare o adattare a sé, e forse, tutti questi meccanismi logici non hanno mai tenuto conto di ciò che è, invece, illogico. MI riferisco agli altri e agli eventi che ci circondano e che, ci piaccia o no, influiscono sulle nostre scelte e modificano le nostre direzioni.
“Storia di Claire” di Barbara Chinello, pubblicato da Panesi Edizioni, è un romanzo che ha usato questo principio come nucleo-trama.
Siamo in un’epoca moderna e la giovane Amanda (una scrittrice svizzera in preda al classico vuoto narrativo) deve affrontare la fine di un amore e la perdita della madre. Un principio emotivo famoso, in letteratura, qui narrato con una penna delicata che, nel primo capitolo, annuncia qualcosa che verrà, qualcosa che sarà ancora più interessante.
Amanda si trova, infatti, ad affrontare un passato che le è stato nascosto, un trascorso che riguarda la sua famiglia e lei, di conseguenza: il tutto ha inizio con un confortante tè all’inglese e il racconto di una lunga storia d’amore.
Barbara Chinello, attraverso una scrittura romantica e ricca di particolari descrittivi, accompagna il lettore nella seconda guerra mondiale, nel triangolo Inghilterra – Francia – Germania (con uno sguardo verso la Svizzera) dove la brutalità e la crudeltà si fondono insieme ai personaggi.
C’è Edward, un giovane militare, che osserva gli schizzi di champagne sulla sua uniforme e s’innamora; c’è Gertrude che coltiva piante per creare decotti abili a curare anime e ferite; c’è Nadine che, per curare, usa il brodo di pollo. C’è Friedrich, ufficiale tedesco inviato a Lione che partecipa a cene d’obbligo, ma che, quando s’innamora prova il gusto di sedersi a tavola e gustare uno stufato di manzo, un gratin di patate e formaggio e una fetta di torta di mele.
C’è lei, la protagonista, la giovane Claire, che vede i suoi sogni di moglie svanire e che decide di partire per la Francia del Sud, per curare i malati e sfidare la paura. Claire che ha accettato un matrimonio combinato da amore e fiducia; che conosce il senso del dovere pur appartenendo a una famiglia benestante; che soffre e si rialza; che piange e ama, con la stessa intensità.
“Storia di Claire” racconta gli anni bui della guerra affidando un ruolo fondamentale alle donne: molte sono le figure che intervengono a sostegno della resistenza, che sfidano il terrore e le ingiustizie, ciascuna con una forte personalità, ciascuna con la sua emotività. Ci sono, inoltre, i segreti, i silenzi, le deviazioni, le bugie, le ingiustizie, le fortune, le incomprensioni, le speranze, l’amicizia e la solidarietà. Tutti componenti usati con cura ed equilibrio che permettono di leggere con fluidità. Tutti elementi che, abbinati a una buona trama, permettono di ritrovare quelle riflessioni in premessa che, soprattutto sul finale, ti fanno dire che è davvero “la vita ad aggiustare le cose”.