USA Vs TikTok
L’egemonia dell’Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale si basava su due principali affermazioni: la sponsorizzazione ideologica di un’economia globalizzata e la pretesa di essere il guardiano del diritto internazionale. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, entrambe affermazioni si sono andate logorando nel corso e nel 2024 gli eventi del mondo le hanno annullate. Infatti, l’assalto americano a TikTok e la complicità nella violenza genocida a Gaza sono due sintomi - contrastanti ma anche interdipendenti fra loro - della dissoluzione dell’ordine mondiale guidato sino ad oggi dagli Stati Uniti. Fino al crollo dell’Unione Sovietica, le ipocrisie dell’Occidente furono accettate ed anche in parte assolte dalla realtà della Guerra Fredda. Infatti, a Guerra Fredda fu promossa e venduta a tutti noi come un conflitto esistenziale, una lotta per la vita o per la morte che ha giustificato il napalm nel Vietnam, le contro insurrezioni omicide nel Sud Est Asiatico, le invasioni di Grenada, Panamá, eccetera; i colpi di stato violenti in Cile, Libia e Iraq, eccetera; l’abbraccio dell’Apartheid in Sud Africa, l’embargo di Corea del Nord, Cuba, Iran, Siria, Venezuela, eccetera. Non tutti accettavano il mondo libero secondo la propria ideologia ma all’interno dei suoi confini eravamo tutti indiscutibilmente più liberi che in quelli del nemico sovietico, il comunismo reale esisteva in alcuni paesi del mondo. La fine del comunismo sovietico ha privato l’Occidente di questo argomento ma per i primi vent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino ciò non ha avuto importanza perché gli Stati Uniti continuavano ad essere l’iperpotenza solitaria del mondo e il suo ordine mondiale l’unico disponibile. L’entusiasmo di molti paesi, anche del Sud Globale, di inclinarsi verso gli Stati Uniti negli anni Duemila è stato un significativo esempio di questa nuova realtà geopolitica. I paesi potevano scegliere se rifugiarsi sotto l’ombrello degli Stati Uniti come alleato o rischiare di diventare loro vittime come sono stati l’Afghanistan, il Cile, l’Iraq, la Libia, eccetera. Gli storici hanno già trovato molte ragioni per la fine dell’era americana ma l’assedio di TikTok mi induce a pensare che la sua causa principale sia stata l’ascesa epocale della Cina e la riluttanza dell’America a trattare con la Cina a condizioni di parità. La volontà del governo americano di frenare il peso tecnologico e commerciale della Cina attraverso divieti e restrizioni non è una novità dei tempi più recenti. I divieti imposti dalla maggior parte dei paesi occidentali, su ispirazione degli Stati Uniti, sull’integrazione della tecnologia 5G dalla Cina nelle reti occidentali e sul divieto di gadget ed elettrodomestici prodotti da Huawei sono stati i primi esempi del disagio occidentale di essere stato sconfitto dalla tecnologia cinese. Tali interdizioni avevano una motivazione semi plausibile. L’hardware cinese nei sistemi digitali dell’Occidente avrebbe potuto consentire a Pechino una backdoor nelle sue reti di dati. Il tentativo, tuttavia, di forzare la vendita di TikTok a una società americana o a qualche arrendevole operatore di un paese terzo manca anche di questo pretesto. Qui la tesi è che la salsa algoritmica segreta ideata dagli scienziati cinesi ha catturato l’immaginazione americana e questo non può essere permesso. La soluzione è o una vendita forzata o un divieto totale. Consideriamo le implicazioni dell’argomentazione secondo cui i nostri giovani possono venire sedotti dal Dottore Fu Manchus. Lo Stato americano e le sue gigantesche aziende tecnologiche stanno ammettendo che gli algoritmi cinesi sono migliori dei nostri. In assenza di una vendita forzata, il governo degli Stati Uniti costringerà gli App Stores a eliminare l'App TikTok e costringerà i fornitori di servizi Internet a bloccare l'accesso Web a TikTok, imitando lo Stato cinese che ha eretto un firewall digitale che impedisce alle insidiose piattaforme dei social media occidentali di corrompere i suoi cittadini. Gli Stati Uniti, apostoli del laissez-faire e della libertà di parola, ora vogliono salvare 170 milioni di utenti americani di TikTok vietando una App. È difficile essere allo stesso tempo un egemone e uno zimbello. Uno degli argomenti avanzati per vietare TikTok nel caso in cui i cinesi si rifiutassero di consentirne la vendita era che il contenuto che aveva fornito agli utenti americani sulla guerra a Gaza era parziale. The Economist, rivista che ha costantemente promosso il consenso anglo-americano secondo cui non dovrebbe esserci un cessate il fuoco permanente (nonostante il bilancio delle vittime) fino all’eliminazione di Hamas, ha osservato che alcuni osservatori sostengono una distorsione nella copertura di TikTok di Gaza. L'ansia indotta nell'establishment occidentale quando delle piattaforme relativamente piccole e non occidentali (come, ad esempio, è Al Jazeera) trasmettono prospettive alternative sulla geopolitica si trasforma in un attacco di panico quando si pensa che una popolare piattaforma di social media possa eludere il consenso dei media mainstream su indiscutibili principi come il diritto di Israele all'auto autodeterminazione. In questo ambito la difesa, ovvero le vite di Gaza, contano poco. Nessuno può affermare di comprendere appieno la convinzione dei Leaders occidentali secondo cui Israele ha la licenza di uccidere tutti i civili che vuole nel suo perseguimento di Hamas. Israele continua a uccidere civili e ci informa di aver preparato un piano per invadere Rafah e i paesi occidentali continuano ad armare le forze di difesa israeliane con le armi che usano per uccidere gli abitanti di Gaza. Il bombardamento indiscriminato e la barbarica euforia dell’IDF sono stati ogni giorno visibili sui social media di tutto il mondo. Il Sudafrica ha sfruttato il diritto internazionale umanitario per accusare Israele di genocidio davanti alla Corte Internazionale di giustizia. Di conseguenza, l’indifferenza dell’Occidente verso le sofferenze non occidentali, il suo fermo sostegno alle atrocità che distruggono il diritto umanitario internazionale, sono stati (e continuano ad esserlo) visibili in tempo reale, proprio per tutta la durata di questo massacro. La crudezza dell’ipocrisia dell’Occidente, il suo sostegno logistico a una guerra che è plausibilmente genocida, non possono essere nascosti. La convinzione, che perdurava tra alcune élite opinioniste del mondo non occidentale, che gli Stati Uniti e i principali suoi alleati incarnassero, sotto il loro interesse personale e in nome della realpolitik, un’aspirazione a un mondo basato sui diritti e a un ordine basato sulle regole è stata dai recenti fatti dimostrata di essere solo un’illusione. Non esiste una santa Guerra Fredda da invocare per comprare indulgenze a Israele o all’Occidente per questi crimini, nessun nemico ideologico su cui si possa fare affidamento per giustificare quanto sta avvenendo a Gaza. La Cina è uno Stato autoritario ma è difficile far credere alla gente che il paese che produce i pannelli solari, gli iPhone e le lavatrici che vende in tutto il mondo (e i consumatori di tutto il mondo comprano) sia l’incarnazione del diavolo. I politici europei, di tutto lo spettro ideologico, stanno facendo del loro meglio per creare uno spauracchio islamista dalle proteste contro la guerra. In Gran Bretagna, Lee Anderson, Rishi Sunak e Keir Starmer hanno tutti fatto la loro parte per suggerire che i musulmani che protestano contro la guerra a Gaza ospitano tra le loro fila estremisti che minacciano la vita e l’indipendenza politica dei membri del Parlamento inglese. Tre uomini calcolatori, nel disperato tentativo di evitare qualsiasi richiesta di cessate il fuoco, ma disposti a giocare con il fuoco. Nel frattempo, la guerra senza fine della Russia contro l’Ucraina dimostra che un’economia mondiale denominata in dollari e l’embargo statunitense non possono garantire la vittoria. Semmai, la guerra in Ucraina ha dato a grandi nazioni non occidentali (India, Malesia, Turchia, eccetera) l’esperienza di potere anche eludere (ed anche ignorare) gli embarghi occidentali. Mentre le forze ucraine si ritirano e i loro sostenitori occidentali iniziano a contare il costo della bonifica di ogni centimetro di terreno ceduto, gli storici militari non faranno la cronaca delle armi che l’Occidente ha dato, ma di quelle che ha trattenuto. Un Occidente che non riesce a mantenere la linea in Ucraina e non traccia linee rosse a Gaza è un blocco di potere instabile e pericoloso, non più un egemone.