Nell'Editoriale di #ipsoa Quotidiano, il prof. Paolo Piantavigna spiega le sue perplessità sulla disposizione contenuto nel Testo Unico della giustizia tributaria dedicata all’oggetto del #ricorso tributario e ai vizi sollevabili in giudizio. Infatti, l’art. 65 del T.U. non tiene conto della recente introduzione delle norme dello Statuto dei diritti del contribuente che, a fronte delle diverse ipotesi patologiche degli atti dell’Amministrazione finanziaria, abbinano (in modo innovativo) diversi regimi processuali di deducibilità dei relativi vizi. II mancato coordinamento con le disposizioni novellate dallo stesso legislatore delegato rischia di rendere la redazione (tutt’altro che compilativa) dei Testi Unici un esercizio di semplificazione di mera facciata, che può essere fonte di ulteriore complessità per il delicato sistema processual-tributario? #statutodelcontribuente Wolters Kluwer Italia
Post di cristina orsenigo
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notevoli approfondimenti e molteplici spunti interdisciplinari sopratutto sul piano applicativo delle "varie" regole di giudizio
BREVI CONSIDERAZIONI IN MATERIA DI ONERE DELLA PROVA NEL PROCESSO TRIBUTARIO DOPO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA E DELLO STATUTO DEI DIRITTI DEL CONTRIBUENTE Franco Gallo su Tax News - supplemento alla Rivista Trimestrale di Diritto Tributario di G. Giappichelli Editore Srl esamina le recenti novità in materia di onere della prova nel processo tributario. Le disposizioni recate dalla legge n. 130 del 31 agosto 2022 e dai decreti attuativi della successiva legge delega n. 111 del 9 agosto 2023 hanno impresso al giudizio tributario la stessa impronta garantista che caratterizza il processo penale, cosicché l’atto dovrà essere annullato quando la prova della sua fondatezza manca o è contraddittoria o, comunque insufficiente. Alla luce di ciò non è condivisibile la lettura svalutativa della Suprema Corte che dovrebbe spingersi a imporre definitivamente all’Amministrazione di motivare e ai giudici di valutare con grande cura, attenzione e precisione il materiale probatorio versato in giudizio e la prova raggiunta. Relazione svolta in occasione del convegno “L’onere della prova nel sistema giurisdizionale”, Università di Chieti – Pescara, 5 e 6 dicembre 2024. #TaxNews #RivistaTrimestralediDirittoTributario #Giappichelli #RiformaFiscale #OneredellaProva #ProcessoTributario https://lnkd.in/dWcNCVqN
12/12/2024 - Brevi considerazioni in materia di onere della prova nel processo tributario dopo la riforma della giustizia tributaria e dello statuto dei diritti del contribuente
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Nell'Editoriale di #ipsoa Quotidiano, il prof. Paolo Piantavigna spiega quali sono le "trappole" per il contribuente della nuova norma sulla forma degli atti del processo tributario. Wolters Kluwer Italia #processotributario #riformafiscale
Forma degli atti del processo tributario: attenzione a limiti e “trappole” per il contribuente
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BREVI CONSIDERAZIONI IN MATERIA DI ONERE DELLA PROVA NEL PROCESSO TRIBUTARIO DOPO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA E DELLO STATUTO DEI DIRITTI DEL CONTRIBUENTE Franco Gallo su Tax News - supplemento alla Rivista Trimestrale di Diritto Tributario di G. Giappichelli Editore Srl esamina le recenti novità in materia di onere della prova nel processo tributario. Le disposizioni recate dalla legge n. 130 del 31 agosto 2022 e dai decreti attuativi della successiva legge delega n. 111 del 9 agosto 2023 hanno impresso al giudizio tributario la stessa impronta garantista che caratterizza il processo penale, cosicché l’atto dovrà essere annullato quando la prova della sua fondatezza manca o è contraddittoria o, comunque insufficiente. Alla luce di ciò non è condivisibile la lettura svalutativa della Suprema Corte che dovrebbe spingersi a imporre definitivamente all’Amministrazione di motivare e ai giudici di valutare con grande cura, attenzione e precisione il materiale probatorio versato in giudizio e la prova raggiunta. Relazione svolta in occasione del convegno “L’onere della prova nel sistema giurisdizionale”, Università di Chieti – Pescara, 5 e 6 dicembre 2024. #TaxNews #RivistaTrimestralediDirittoTributario #Giappichelli #RiformaFiscale #OneredellaProva #ProcessoTributario https://lnkd.in/dWcNCVqN
12/12/2024 - Brevi considerazioni in materia di onere della prova nel processo tributario dopo la riforma della giustizia tributaria e dello statuto dei diritti del contribuente
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🟠 CONTRADDITTORIO PREVENTIVO GENERALIZZATO: AL VIA DAL 30 APRILE 2024 Nell'ambito della Riforma Fiscale, le nuove norme dello Statuto del Contribuente, che entrano in vigore il 30 aprile prossimo, inseriscono il contraddittorio nel procedimento tributario come caratteristica generalizzata. Si tratta di un punto-cardine della riforma fiscale, che adegua la protezione dei diritti fondamentali dei contribuenti agli standards di tutela internazionale e a quelli applicabili in base al diritto dell'Unione Europea, rispettando altresì i canoni interpretativi del giusto processo applicati alla materia tributaria. Il contraddittorio costituisce elemento costitutivo della buona amministrazione per uno Stato di diritto moderno e avanzato, perché consente al contribuente di essere sentito prima della adozione di un atto che incida sfavorevolmente sulla sua sfera giuridica, ed all'amministrazione di completare la fase istruttoria e pre-decisoria, acquisendo le informazioni dal contribuente stesso, realizzando così un ottimale bilanciamento tra diritti del contribuente ed esigenza di efficienza dell'attività amministrativa. Le novità dello Statuto del Contribuente I principi direttivi sono stati trasfusi nello Statuto, secondo cui tutti gli atti impositivi sono preceduti, almeno tendenzialmente, da un contraddittorio informato ed effettivo. Si superano così le anomale restrizioni prospettate nel passato, in base alla tipologia del tributo (armonizzato o non armonizzato), alle modalità di accertamento (a tavolino o previa verifica), alla indicazione o meno di valide ragioni deducibili nella fase interlocutoria. Il contribuente può, comunque sia, presentare memorie L’invio obbligatorio dello schema preventivo di provvedimento non esclude che il contribuente possa sempre prendere visione degli atti del procedimento attivato nei suoi confronti e presentare in ogni tempo memorie scritte e documenti, che l'amministrazione ha l'obbligo di valutare. Soccorrono a tal fine le tesi da tempo sostenute dalla più autorevole dottrina in merito alla valenza generale dei principi sul procedimento amministrativo e quindi alla loro piena applicabilità anche al procedimento tributario, in contrasto con concezioni persistenti, ispirate ad una banale attuazione di regole particolari e frammentarie, separate da un sistema organico e coerente. Inoltre, l’applicazione di disposizioni plurime, combinata con le facoltà di conciliazione previste in corso di giudizio, potrebbe migliorare il rapporto tra contribuente e fisco, nel rispetto di effettivi principi di collaborazione e buona fede. Lo Studio resta a completa disposizione. Per ulteriori dettagli consulta il “DMZ aggiorna”, link nel primo commento #studiodmz #studiodmzitaly #commercialistastudiodmz #consulenzadellavorodmz
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È disponibile il numero di Luglio-Agosto 2024 di Accertamento. Scopri "Contraddittorio preventivo: da principio generale a gattopardesco arlecchino", a cura di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro. L’epopea del contraddittorio preventivo nell’ordinamento tributario italiano sembra non conoscere pace. Infatti, i condivisibili principi contenuti nella Legge Delega per la riforma fiscale (L. 111/2023), secondo cui il contraddittorio doveva assumere (finalmente) la funzione di principio generale omogeneamente applicabile, sono stati nei fatti accantonati dal legislatore delegato che, in un effluvio di normative (primarie e secondarie), ha sostanzialmente tradito le indicazioni della Delega fiscale, dando prova di considerare il contraddittorio preventivo, più che una misura di civiltà giuridica e buona amministrazione, come un ostacolo all’azione di accertamento. Accedi alla tua area riservata per continuare a leggere: https://lnkd.in/dPpNyQp9 #Eutekne #RivisteEutekne #EutekneDottrina
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È disponibile il numero di Luglio-Agosto 2024 di Accertamento. Scopri "Contraddittorio preventivo: da principio generale a gattopardesco arlecchino", a cura di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro. L’epopea del contraddittorio preventivo nell’ordinamento tributario italiano sembra non conoscere pace. Infatti, i condivisibili principi contenuti nella Legge Delega per la riforma fiscale (L. 111/2023), secondo cui il contraddittorio doveva assumere (finalmente) la funzione di principio generale omogeneamente applicabile, sono stati nei fatti accantonati dal legislatore delegato che, in un effluvio di normative (primarie e secondarie), ha sostanzialmente tradito le indicazioni della Delega fiscale, dando prova di considerare il contraddittorio preventivo, più che una misura di civiltà giuridica e buona amministrazione, come un ostacolo all’azione di accertamento. Accedi alla tua area riservata per continuare a leggere: https://lnkd.in/dPpNyQp9 #Eutekne #RivisteEutekne #EutekneDottrina
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È con grande piacere ed orgoglio, come coautore del Prof. Antonio Felice Uricchio, già Rettore dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, ora Presidente del Direttivo ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), che condivido la pubblicazione del nuovo volume dal titolo “LA DIFESA DEL CONTRIBUENTE NEI REATI TRIBUTARI DICHIARATIVI”, aggiornato al d.lgs. n.87/2024 in G.U. n.150 del 28 giugno 2024, edito dalla casa editrice “DUEPUNTOZERO”, a cui va un particolare ringraziamento. Il volume è stato inoltre, pubblicato nella prestigiosa Collana tributaria: “SAGGI DI DIRITTO TRIBUTARIO, AMMINISTRATIVO E DELL’ECONOMIA”, a cura dei Professori: Antonio Felice Uricchio, Gennaro Terracciano, Francesco Fimmanò. Questa pubblicazione offre una lettura dettagliata e analitica della disciplina dei reati tributari, oggetto della recentissima riforma cui al decreto legislativo 14 giugno 2024, n. 87, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 150 del 28 giugno 2024, attuativo della delega fiscale 9 agosto 2023, n. 111. Il lavoro è declinato assumendo la prospettiva della difesa tecnica anche perché essa deve poter disporre di competenze e strumenti pertinenti e aggiornati nell’interesse del contribuente e di quello superiore della giustizia. L’Opera, è articolata in sette capitoli, muovendo dai diritti del contribuente nella fase della verifica fiscale e della contestazione degli illeciti tributari e quindi affrontando tra le diverse tematiche, i “delitti in materia di dichiarazione”, le fattispecie delittuose previste dal d.lgs. n.74/2000, con specifico riguardo agli articoli 2 e 3, che intervengono in tema di “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” e “Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, le dichiarazioni infedeli e omissive nonché la condotta di “Omessa dichiarazione”. Il volume è un efficace strumento di studio e di ausilio alla professione, delineando le linee difensive a tutela del contribuente anche alla luce del Codice Deontologico Forense e delle Regole di condotta che gli avvocati sono tenuti ad osservare. Per chi nutre particolare interesse ad approfondire queste peculiari tematiche, vi invio a scoprire il volume nel seguente link: https://lnkd.in/dSFMgQKk
Indice-ed-estratti_LA-DIFESA-DEL-CONTRIBUENTE.pdf
edizioniduepuntozero.it
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Abuso del diritto e più in generale l'esercizio della funzione interpretativa Con l’amico e collega Gian Marco Committeri sul n. 8 - 9 del Corriere tributario qualche riflessione sulla necessità di far chiarezza sulla questione dell’abuso del diritto in campo tributario. La disciplina dell’abuso è stata introdotta nello Statuto del contribuente nel 2014. Dopo 10 anni una nuova legge delega ha sentito il bisogno di intervenire nuovamente sullo Statuto del Contribuente per rafforzarne la funzione di garanzia. Per ottenere questo risultato ha, posto l’accento sulla necessità di emanare documenti interpretativi di carattere generale, anche indicanti una casistica delle fattispecie di abuso del diritto. La metodologia casistica utilizzata (in modo esclusivo per l’abuso del diritto e in modo prevalente per tutte le altre questioni) crea problemi ben presenti al legislatore delegato che per questo ha ritenuto di intervenire. C’è il timore che interpretazioni troppo rigide, vincolate da esigenze di gettito e non inquadrate in un contesto sistematico possano vanificare l’istituto dell’interpello, trascurando che lo stesso vuole offrire garanzie ai contribuenti senza che gli stessi siano costretti a passare per le forche caudine dell’accertamento e successivamente della adesione o, peggio ancora, del contenzioso tributario. Si rischia di far sorgere il dubbio che il nostro sistema tributario sia ispirato ad una logica per cui: · esiste una evasione consistente che va combattuta anche con interpretazioni rigide creando le premesse per avere più gettito; · se il contribuente non si adegua può essere emesso un atto di accertamento e da quell’atto di accertamento si può ottenere gettito in sede di adesione perché il contribuente valuta quel costo comparativamente ai tempi ed ai costi del contenzioso. Sarebbe una finalità “riscossiva” evidentemente non condivisibile che può essere scongiurata solo dal corretto esercizio della funzione interpretativa, che va esercitata in termini di garanzia da riconoscere al contribuente in una fase non conflittuale del rapporto. Ci si può anche chiedere se la riforma della Agenzia delle Entrate che nel 2018 ne ha modificato l’organizzazione, attribuendo a strutture centrali della Divisione contribuenti sia la funzione di controllo che quella interpretativa, non abbia ostacolato la valorizzazione dell’istituto. Non si può trascurare, infatti, che il rispetto del canone organizzativo della “Segregation of Duties” (ovvero della segregazione dei ruoli e dei poteri in ambito aziendale) consiglierebbe di strutturare l’organizzazione in modo che le strutture che effettuano gli accertamenti e quelle che interpretano le norme che debbono essere applicare da chi realizza i controlli siano dotate di autonomi poteri. Verrebbe così garantito che all’interno della organizzazione nessuno possa disporre di poteri illimitati e svincolati dalla verifica di altri soggetti.
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IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ NEL PROCEDIMENTO TRIBUTARIO ALLA LUCE DELLE MODIFICHE DELLO STATUTO DEI DIRITTI DEL CONTRIBUENTE: UNA REAZIONE AL MECCANISMO “DRACONIANO”? Paola Costanza Domenica De Pascalis su Tax News - supplemento alla Rivista Trimestrale di Diritto Tributario di G. Giappichelli Editore Srl commenta l'introduzione, nello Stato dei diritti del contribuente, del "nuovo" art. 10 ter. Con la modifica dello Statuto dei diritti del contribuente, attuata dal D.Lgs. n. 219/2023, entra nel vivo il confronto in ordine all’opportunità di rivedere ab imis il rapporto tra contribuente e Amministrazione finanziaria. La necessità di coniugare la protezione dell’interesse erariale con la tutela dei diritti del contribuente ha portato in specie all’introduzione, nell’art. 10 ter, del principio di proporzionalità, che si configura ora come principio generale applicabile al procedimento tributario e rappresenta un valido strumento di bilanciamento. Ciò deve essere letto in combinato disposto anche con l’intervento di riforma sul sistema delle sanzioni tributarie, sotto il versante sia penale che amministrativo, in ottemperanza ai principi e criteri direttivi della legge delega n. 111/2023, che hanno come obiettivo, tra l’altro, la rispondenza del sistema sanzionatorio al principio di proporzionalità, intervenendo a mitigare alcune storture. La neonata introduzione del principio di proporzionalità all’interno dello Statuto, pur valutata positivamente, impedisce di poter tracciare già da ora un bilancio, lasciando alle successive applicazioni pratiche una valutazione in merito al grado di attuazione effettivo del principio di proporzionalità nel procedimento tributario. #TaxNews #RivistaTrimestralediDirittoTributario #Giappichelli #StatutodeiDirittidelContribuente #PrincipiodiProporzionalità #ProcedimentoTributario #AzionidiContrasto #Interpretazione https://lnkd.in/dvqAKZnt
14/06/2024 - Il principio di proporzionalità nel procedimento tributario alla luce delle modifiche dello statuto dei diritti del contribuente: una reazione al meccanismo "draconiano"?
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IL VIZIO DI COMPETENZA TERRITORIALE DELL’UFFICIO EMITTENTE L’ATTO IMPOSITIVO TRA VECCHIO E NUOVO REGIME DELLE INVALIDITA’ TRIBUTARIE Matteo Chionchio su Tax News - supplemento alla Rivista Trimestrale di Diritto Tributario di G. Giappichelli Editore Srl commenta la sentenza della Corte di Cassazione del 19 luglio 2024, n. 20014, in materia di competenza territoriale dell’Ufficio ad emettere l’atto impositivo. La sentenza affronta il tema riguardante la natura del vizio di competenza territoriale dell’Ufficio emittente l’atto impositivo nel sistema delle invalidità precedente alla riforma del D.Lgs. n. 219/2023, escludendo qualsiasi rilevabilità d’ufficio e riconducendo il vizio nell’unica categoria unitaria di “illegittimità-annullabilità” propria del sistema tributario. La pronuncia consente, inoltre, di riflettere sul corretto inquadramento di tale vizio nel nuovo regime di invalidità degli atti tributari previsto dai neo-introdotti artt. 7-bis e 7-ter dello Statuto dei diritti del Contribuente. #TaxNews #RivistaTrimestralediDirittoTributario #Giappichelli #Competenza #Vizi #Legittimità #Annullabilità #RiformaFiscale https://lnkd.in/dePg2-vw
18/12/2024 - Il vizio di competenza territoriale dellufficio emittente latto impositivo tra vecchio e nuovo regime delle invalidità tributarie
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