Il coraggio oltre la crisi

Da troppi anni i media tradizionali e i social network presentano l’Italia come il ricettacolo delle negatività: individualismo ed egoismo dilagante, sanità sull’orlo del collasso, servizi che non funzionano, crisi, disoccupazione… Si assiste anche a frequenti incursioni in direzione delle più banali generalizzazioni, tipo: le nuove generazioni di bamboccioni (questi scriteriati che pensano solo a bere, ai selfie e a facebook) per non parlare del super gettonato esempio della classe politica e della criminalità dilagante.

Da qualche tempo, come reazione al lamento continuo, ha iniziato a emergere il movimento "anti-lagna" sotto il denominatore comune "basta lamentarti, basta parlare di crisi, fai anche tu la tua parte”. Sto parlando di chi, nella quotidianità, si ribella a questa negatività diffusa: è un’Italia fatta di cittadini che si organizzano nelle social street con il semplice intento di socializzare con i vicini, di instaurare un legame, di condividere necessità, di scambiarsi professionalità, di darsi una mano. La sanità non funziona? Ecco che si inizia a prendersi più cura di se’, spostando la responsabilità della propria salute dal medico a se’ stessi. I servizi non funzionano? L'Italia è, tra tutti i Paesi al mondo, al 14º posto nel mondo nelle attività di volontariato...

Non sto dicendo che i problemi non ci siano; ci sono e sono tanti, lo sappiamo tutti, ma enfatizzare la crisi aiuta solo ad aumentare la dose di malcontento, già presente in modo massiccio.

Posto qui, oggi, un video di un esempio molto concreto di un’Italia che non si arrende, che lavora, che, nonostante tutto, crede nell’innovazione, nel made in italy (quello vero) e continua ad investire in questo Paese e nella sua gente.

Buona visione.